Ghisalba

Claudio Vigani assolto anche a Udine: "Perseguitato e ridotto sul lastrico"

Un altro capitolo della vicenda giudiziaria dell’allevatore di cani che tiene banco da anni si è concluso

Claudio Vigani assolto anche a Udine: "Perseguitato e ridotto sul lastrico"
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Assolto con formula piena dal Tribunale di Udine. Un’altra vittoria per l’allevatore di cani Claudio Vigani, che si è dovuto difendere in diversi processi dalle accuse di traffico illegale di cuccioli provenienti dall’Est Europa, presunte truffe, frodi in commercio e maltrattamento di animali.

Claudio Vigani

Claudio Vigani assolto dal Tribunale Udine

Una vicenda annosa e molto complessa quella che vede al centro l’attività di un uomo che alleva il migliore amico dell’uomo da decenni, e che deve ancora affrontare una battaglia legale a Bergamo. Intanto però lui, la moglie Marina Gamba e la figlia Greta Vigani, anche loro finite nei guai e assolte, si godono la vittoria di Udine.

Era il 2018 quando la famiglia venne accusata di rifornirsi da un’organizzazione che aveva messo in piedi un presunto traffico illecito di cuccioli, comprati a pochissimo e rivenduti in Italia a centinaia di euro, spesso malati, che morivano in pochi mesi. I Vigani per anni avevano gestito un allevamento a Ghisalba, «La Cascinetta», più volte oggetto di segnalazioni tant’è che nel 2015 era stata creata una pagina Facebook pubblica «Truffa Allevamento La Cascinetta» (intestato a Gamba) proprio per avvisare i possibili acquirenti e raccogliere le terribili esperienze dei cuccioli morti. L’operazione messa in atto dalla Polstrada di Udine, sottosezione di Amaro, aveva messo nel mirino anche loro, in particolare gli allevamenti «Il Roccolino» di Trescore Balneario e il «Pe.Pe» di Ghisalba (ex «La Cascinetta»), il primo intestato al padre e il secondo alla figlia, aperto nel 2016. Molti cani venivano venduti anche sul sito gestito da Barbara Boreani di Castemarte, Como), identificata come la finanziatrice della banda. Nei guai anche Alberto Galli di Cassano, il veterinario dell’organizzazione. Del trasporto si occupavano la polacca residente a Reggio Emilia Bozena Gembalczyk ed Ermete Giaroli poi deceduto. Del presunto sodalizio faceva parte anche lo slovacco Roland Hozak, considerato il basista del gruppo. Tutti assolti come i Vigani.

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"Sono finito anche in carcere"

"Io non sono mai andato al di là delle frontiere ma tenevano sotto controllo il telefono di altre persone con cui collaboravo e hanno indagato per associazione a delinquere anche noi - ha raccontato, all’interno dell’unico allevamento che gli è rimasto, nel verde, pulito e tutt’altro che un lager - centinaia di ore di intercettazioni.... il 13 novembre del 2018 alle 6.30 sono arrivati da Udine 26 agenti più uno di Bergamo in supporto, un gruppo qui a Trescore e uno a Ghisalba, nell’allevamento che gestiva mia figlia. Hanno buttato in aria qualsiasi cosa, cercando cani di dubbia provenienza, e hanno sequestrato tutti quelli che avevo, 52, portandoli al canile di Seriate, dove ne sono morti alcuni. Sequestrati anche telefoni e pc. Per noi obbligo di firma in caserma due volte al giorno per sei mesi. Nel frattempo io non mi sono arreso e ho ottenuto l’autorizzazione per comprare i cani dall’estero e ho cominciato a lavorare, subendo i controlli dell’Ats di Bergamo, ho 78 rapporti firmati da due veterinari che attestano certificazioni e buona salute. Tra i tanti clienti ce n’è stata una che ha creato problemi e mi ha denunciato perché il cane aveva i vermi... così il 30 dicembre del 2022 sono arrivati ancora in forze: la Forestale di Trescore e la Guardia di finanza, che mi hanno chiuso la struttura su richiesta della Procura di Bergamo. Poi la cliente ha ritirato la denuncia e ho riaperto dopo tre mesi. Ma hanno continuato a intercettarci, era chiaro che non volevano più farmi lavorare, allora ho trasferito la proprietà del Roccolino a mia figlia, nel 2022, che lo ha chiamato La Fenice. L’indagine poi è stata chiusa".

Nell’ottobre dello stesso anno Vigani è finito in ospedale a Treviglio, dove gli vengono diagnosticati tre tumori alla testa.

"Mentre ero in ospedale, mia figlia ha comprato 14 cani - ha continuato - dai rapporti tutto regolare, eppure il 20 ottobre, si è precipitata la Polizia stradale di Bergamo a Trescore, senza nemmeno sapere che l’allevamento non era più mio, con l’accusa di importazione clandestina: i cani invece che tre mesi ne avrebbero avuti due e 26 giorni. Hanno chiesto l’arresto per tutta la famiglia e mi hanno prelevato dall’ospedale con le flebo. Sono finito in carcere e ci sono rimasto otto giorni: non lo auguro a nessuno. Poi, date le mie condizioni, sono stato rilasciato ma intanto l’allevamento è stato chiuso, lo è ormai da 16 mesi e mia figlia ora fa la cameriera. Non solo, siamo delinquenti ma ci hanno lasciato i cani in custodia e li dobbiamo mantenere. Siamo ridotti a chiedere aiuto alla Caritas, in attesa che l’ennesimo processo che ci aspetta a Bergamo faccia emergere anche questa volta la verità. Siamo perseguitati dalla cosiddetta Giustizia, che ci ha messo sul lastrico. Attendiamo la restituzione dei passaporti e del porto d’armi".

Un caso, quello di Vigani, che solleva scalpore da anni, attirando l’attenzione di associazioni animaliste, social e media.

"I nostri assisti sono stati assolti con formula piena, tutto ciò che è stato detto e scritto non corrispondeva alla realtà - ha fatto sapere lo studio legale Bacillieri, che difende la famiglia - Durante le indagini è stata anche fatta confusione tra l’attività del padre e quella della figlia. Questo è il quarto processo da cui i nostri assistiti escono con l’assoluzione, tra Bergamo, Monza e Udine. Il prossimo comincerà a marzo ancora a Bergamo, dove le contestazioni sono gemelle di quelle di Udine. Oggi un commerciante di animali purtroppo è visto come un delinquente a prescindere... Le normative sono complesse e le interpretazioni spesso opposte. Credo che Vigani sia l’unico caso nella storia d’Italia in cui l’imputato è finito in carcere per reati legati a un danno agli animali. Dopo tre mesi si è ammalato. Lo stress negativo potrebbe anche aver avuto il suo peso".

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