Cinema una sala intitolata a Ermanno Olmi
Il Multisala di Treviglio riaprirà i battenti prima di Natale e al regista Palma d'Oro al Festival di Cannes sarà intitolata la sala grande.
Porterà il nome di Ermanno Olmi la sala più grande del cinema di Treviglio. E' stato annunciato stamattina in conferenza stampa dalla società "Anteo" che prima di Natale riaprirà il multisala di viale Montegrappa.
Il multisala riapre nel segno di Ermanno Olmi
Il cimena multisala di viale Montegrappa a Treviglio, chiuso dal 1° aprile scorso, riaprirà prima del Natale. Alla notizia che tutti i cineamatori aspettavano da mesi in città se n'è aggiunta un'altra. Stamattina, nella conferenza stampa tenuta dal nuovo gestore del cinema, la società "Anteo", è stato annunciato che la sala grande verrà intitolata ad un cittadino onorario di Treviglio, il maestro Ermanno Olmi, Palma d'Oro al Festival di Cannes per la pellicola del 1978 "L'albero degli zoccoli" girata tra Treviglio e la Bassa Bergamasca.
Da Treviglio a Milano
Nato il 24 luglio 1931 a Bergamo, Ermanno Olmi, aveva vissuto a Treviglio e a Milano dove, come racconta il suo primo libro autobiografico, divenne il “ragazzo della Bovisa”. E’ a Milano, dove frequenta l’Accademia di Arte drammatica che cresce l’Olmi regista. I suoi primi passi li mosse durante le riprese di alcune produzioni industriali. Nello stesso tempo lavorava alla Edisonvolta per riuscire a mantenersi. Tra il 1953 e il 1961 per dimostrare la sua bravura realizzò una quarantina di documentari dove ha catturato la condizione dei lavoratori nelle aziende.
Il primo Olmi e il successo
Sentimenti, persone semplici e un profondo rapporto con la natura. I tratti caratteristici di Olmi traspaiono già nella prima pellicola intitolata “Il tempo si è fermato” che appare sul grande schermo nel 1959. Con le pellicole successive come Il posto (1961), I fidanzati (1963) ed E venne un uomo (1965) arrivano i primi premi e l’attenzione della critica. Il successo torna dopo un periodo buio nel 1978 quando Olmi crea il suo capolavoro. Si tratta del celebre “L'Albero degli zoccoli” che si aggiudica nello stesso anno la Palma d’oro a Cannes e il Premio Cesar come miglior film straniero. La sua pellicola offre una visione sentimentale, ma profondamente realistica del mondo agricolo dove Olmi è cresciuto.
Il ritorno dopo la malattia
Dopo una dura lotta contro una grave malattia, la sindrome di Guillain-Barré, che lo tiene a lungo lontano dai riflettori, nel 1987 Olmi torna a dirigere una pellicola con il claustrofobico “Lunga vita alla signora!”, premiato al Festival di Venezia con il Leone d’Argento. L’anno seguente si aggiudica, invece, il Leone d’Oro grazie a La leggenda del santo bevitore, basata sull’omonimo racconto scritto da Joseph Roth adattato da Tullio Kezich e dal regista stesso. Oltre al premio della rassegna lagunare, il film vince quattro David di Donatello. Il grande maestro è morto il 7 maggio di quest'anno, all'età di 86 anni, ad Asiago dove viveva dal 1982 con la moglie Loredana Detto.