Il chiosco del Santuario può restare aperto

Parla l'ex assessore ai lavori pubblici Giancarlo Castagna

Il chiosco del Santuario può restare aperto
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Il chiosco del Santuario  di Caravaggio potrebbe restare al suo posto. «Basta volerlo». A sostenerlo, con tanto di regolamento alla mano, è Giancarlo Castagna che tra il 1999 e il 2000, quando vennero realizzati i chioschi, era assessore ai Lavori Pubblici.

Chiosco del santuario : il regolamento del 99

«Il regolamento parla di una chiusura da ottobre a marzo. Questo è vero - ha spiegato Castagna - ma la struttura non deve essere rimossa ogni anno. Deve solo essere rimovibile nel momento in cui l’Amministrazione decide di non proporre più la fiera». Per fare chiarezza bisogna tornare al 1999 quando, in seguito alla riqualificazione del viale del Santuario, la Soprintendenza chiese all’Amministrazione comunale di spostare le bancarelle che fino a quel momento avevano «accompagnato» i pellegrini e i caravaggini al tempo mariano. Una questione di decoro, che diede la possibilità anche di prendere in mano la situazione dell’area retrostante al Santuario.

La differenza tra chioschi e ambulanti

«A quel punto abbiamo dovuto escogitare la soluzione della fiera. Era un modo per consentire  a chi lavorava alle bancarelle, una quindicina circa, di non perdere il posto di lavoro.  - ha spiegato Castagna - Venne individuata l’area e, mentre sulla sinistra lo spazio veniva riservato agli ambulanti giornalieri, quella di destra doveva essere attrezzata con chioschi, realizzati su disposizioni molto rigide imposte dalla Soprintendenza». Una differenza sostanziale contenuta nel regolamento comunale. Nel documento, infatti, si parla di «posteggi», quelli appunto riservati agli ambulanti (furgoni e carretti utilizzati nei mercati), e di chioschi, individuati sul lato destro, costruiti con caratteristiche tecniche specificate in una delibera di Giunta ad hoc (la 210 del 14/12/2000). Nella delibera, infatti, si parla di manufatti provvisori che dovranno essere «appoggiati semplicemente al suolo».

Provvisori ma non troppo

«Il termine provvisori non indica che ogni anno debbano essere rimossi, sarebbe dispendioso oltre che assurdo - ha puntualizzato Castagna - semplicemente non dovevano essere dotate di fondamenta e quindi essere rimovibili nel momento in cui l’Amministrazione comunale avesse deciso di non proporre più la fiera. Difatti gli altri chioschi che negli anni hanno chiuso, sono stati rimossi lasciando l’area come l’avevano trovata. D’altra parte si erano dovuti ovviamente allacciare alle fognature ed è impensabile staccarsi ogni anno e tornare in primavera». Se l’Amministrazione comunale di oggi, guidata dal sindaco Claudio Bolandrini , volesse mantenere la fiera, quindi, non ci sarebbe alcun problema. Di certo si dovrebbe rispettare l’apertura stagionale da marzo a ottobre.

 

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