Chiesta l'archiviazione per Conte e Speranza: "Questa non è giustizia, tradita la memoria delle vittime"
La procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione per l'ex premier e l'ex ministro alla Salute accusati di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo
"Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l'ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio". Commentano così, i familiari delle vittime del Covid-19 dell'Associazione #Sereniesempreuniti, la richiesta di archiviazione dell'indagine, avanzata dalla procura di Brescia al Tribunale dei Ministri, nei confronti dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza, entrambi indagati per la gestione della prima ondata di Covid nella Bergamasca.
Inchiesta Covid, chiesta l'archiviazione per Conte e Speranza
Secondo quanto emerso finora, la procura ha depositato la richiesta di archiviazione motivata, circa una settimana fa. Lo scorso 10 maggio, infatti, Conte e Speranza erano stati sentiti dai giudici del Tribunale di Brescia spiegando i motivi delle loro decisioni, per cui ora sono indagati insieme ad altre 17 persone, in quelle prime settimane dallo scoppio della pandemia: dalla mancata istituzione della zona rossa per i Comuni di Nembro e Alzano Lombardo alla mancata applicazione del piano pandemico che insieme avrebbero potuto salvare delle vite.
"Ricordiamo che la Procura di Bergamo, partendo anche dai nostri esposti, ha lavorato tre anni a questa maxi indagine che coinvolge politici e funzionari a tutti i livelli. Le responsabilità accertate che hanno causato le morti dei nostri cari sono inconfutabili. Anche noi, con i nostri legali, da tre anni ci battiamo per fare memoria e per ottenere la verità. Ora toccherà al Tribunale dei Ministri esprimersi: la questione non è chiusa, confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto, perché il Covid19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò".
"Attendiamo di capire le motivazioni"
"Attendiamo la decisione del Tribunale dei Ministri e di capire le motivazioni della richiesta avanzata dalla Procura di Brescia soprattutto a fronte delle evidenze documentali contestualizzate in un'indagine di tre anni espletata in modo approfondito e coraggioso dalla Procura di Bergamo", hanno aggiunto dal team dei legali gli avvocati Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini e Alessandro Pedone.
"Tradita la memoria delle vittime"
"Come figlia di una vittima - conclude l'avvocata Locati - personalmente sento questa richiesta poco rispettosa, sotto il profilo squisitamente umano, della memoria delle vittime e dei familiari sopravvissuti che chiedono che la verità emerga all'esito di un procedimento in contraddittorio, come prevede peraltro un ordinamento democratico".