Carenza di medici di base e pediatri: in Regione sono 1166 i posti disponibili
Dal Pirellone proposte e risorse per incentivare i professionisti.
La carenza ormai cronica di medici di base e pediatri in Lombardia è un problema ben conosciuto in provincia di Bergamo dove diversi Comuni stanno facendo i conti da tempo con ambulatori chiusi e pazienti abbandonati a loro stessi.
Nessuno vuole fare il medico di base
Che il medico di base fosse una professione con sempre meno appeal era già evidente negli anni passati, ma la pandemia, la difficoltà di gestire l'emergenza Covid-19, ha forse dato il colpo di grazia. "E' un lavoro che nessuno vuol più fare" aveva spiegato il consigliere regionale Niccolò Carretta (Azione) dopo aver assistito all'udizione dei medici di base chiamati in Commissione sanità del Consiglio regionale lombardo.
Mancano ancora 1166 medici
E i numeri di oggi non fanno che confermarlo. È stato, infatti, pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia l'elenco degli ambiti territoriali carenti di assistenza primaria, di pediatria di libera scelta e incarichi vacanti di continuità assistenziale. In totale sono disponibili 1.166 posti per medici di assistenza primaria (Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta); nel 2021 ne mancavano 964.
"La carenza di medici di famiglia - ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti - è un problema nazionale che si trascina da anni. La questione verrà risolta completamente solo quando il nostro sistema sarà capace di formare in numero sufficiente il personale necessario. Intanto lavoriamo su riorganizzazione dei tempi e dei modi di lavoro, maggiore capacità dei medici di lavorare insieme, rafforzamento della telemedicina e integrazione con la rete delle Case di Comunità che stanno sorgendo. Queste azioni possono offrire valide alternative. Stiamo lavorando affinché il Ministero della Salute accolga le proposte avanzate dalle Regioni, per arrivare a una soluzione e offrire le adeguate risposte alle attese dei cittadini".
Riaperti i bandi, ma l'adesione è scarsa
Negli ultimi anni, le pubblicazioni hanno visto la partecipazione di un numero di candidati molto inferiore rispetto al numero di posti disponibili. La risposta della Regione è stata quella di riaprire i termini dei bandi nel dicembre 2021, uno dei quali riservato a medici che frequentano il corso di formazione, come consentito dalle norme sull'emergenza pandemica. Tali corsisti hanno però un massimale limitato a 650 pazienti, fissato a livello nazionale. Malgrado ciò, è rimasto vacante oltre un terzo dei posti messi a bando.
Incentivi per il personale amministrativo
Regione Lombardia è intervenuta anche per sostenere l'assunzione di personale amministrativo negli studi medici. Al momento sono circa 1.800 i medici che non si avvalgono dell'aiuto di collaboratori che li assistano nelle incombenze che una società sempre più informatizzata impongono. A questo proposito nei tavoli tecnici aperti con sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali, la Regione sta studiando un pacchetto di incentivi per la digitalizzazione e la connessione della banda larga per gli studi che ancora non ne sono provvisti.
Per quanto riguarda l'assunzione di collaboratori, nell'Accordo Integrativo Regionale per i Medici di Medicina Generale (AIR 2020) sono state messe a disposizione risorse regionali pari a 1,5 milioni di euro, da impegnare per il riconoscimento di personale infermieristico e personale di studio. A queste si aggiungono ulteriori risorse pari a complessivi 1,5 milioni di euro (oneri compresi), a seguito dell'emanazione del DL 34/2020, per il riconoscimento di personale infermieristico.
Nell''AIR 2021' è stato previsto un incremento di risorse per l'acquisizione del personale di studio, oltre alla possibilità di utilizzare le risorse già assegnate alle diverse ATS con l'accordo 2020 e non ancora completamente utilizzate.
Le zone disagiate
Regione Lombardia, inoltre, si è anche attivata per favorire economicamente i medici che scelgono di lavorare in ambiti cosiddetti disagiati. Già con l'AIR 2018 è data facoltà alla ATS di individuare la zona dell'ambito con vincolo di apertura come "zona disagiata" e di riconoscere al medico che accetti l'incarico una remunerazione extra. Una previsione dovuta all'elevato numero di medici cessati nel 2017 e anticipando il trend progressivo di crescita delle cessazioni dovuto ai pensionamenti. L'Accordo aveva altresì previsto che tale situazione potesse diventare particolarmente critica soprattutto nei territori disagiati, nelle zone in cui è prevista (di norma superiore al 50%) la presenza stanziale di over 65. O ancora nelle aree particolarmente disagiate sotto il profilo oro-geografico o viabilistico, e dove l'ambito carente sia stato pubblicato per tre volte consecutive con vincolo di apertura senza riscontro.