Caporalato in stalla: lavoravano come schiavi per 13 ore al giorno nel Cremasco
Sanzioni per 40mila euro a carico dei titolari di un'azienda che alleva bovini, poi sospesa
Lavoravano in nero per tredici ore al giorno, senza giornate di riposo, e uno di loro dormiva addirittura in azienda, dentro un container, in quelle che i carabinieri hanno descritto con "evidenti condizioni igieniche precarie". Il tutto, per una paga da fame. Sembrano due personaggi de l'Albero degli Zoccoli e i luoghi sono più o meno quelli del film: non la campagna della Bassa bergamasca, ma quella vicina, del Cremasco. Solo il periodo è tutt'altro: non l'inizio del Novecento raccontato dal capolavoro di Ermanno Olmi, ma il 2024. Protagonisti, due operai di origine straniera, clandestini in Italia e assunti, ovviamente in nero per conto di un'azienda agricola.
Imprenditori denunciati per sfruttamento del lavoro
Il blitz che ha scoperchiato l'ennesimo caso di caporalato in agricoltura è scattato ieri mattina, giovedì 24 ottobre 2024, in un'azienda agricola cremasca dedita all'allevamento di bovini. I carabinieri si sono subito accorti che qualcosa non andava, quando sono arrivati in azienda insieme al Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cremona, e hanno visto i due lavoratori fuggire a gambe levate, subito dopo aver notato le gazzelle. I due non sono però andati lontano: sono stati raggiunti e identificati dai militari, che hanno subito iniziato a indagare. In breve la situazione è diventata chiara, grazie al lavoro dei militari della compagnia di Crema. È emerso che uno dei due disperati lavoratori era già stato espulso dall'Italia nell’agosto del 2023, su provvedimento del Questore di Brescia, perché clandestino.
Sono quindi stati identificati anche i titolari dell'azienda: dal controllo è emersa una situazione di vero e proprio sfruttamento. I due operai fuggiti lavoravano di fatto senza contratto di lavoro, sottopagati rispetto alla retribuzione prevista dal contratto collettivo del settore e soprattutto lavoravano come schiavi. Tredici ore di lavoro al giorno in stalla, non potevano godere di giornate di riposo e uno dei due lavoratori era alloggiato in un container presente nell’azienda stessa.
Quarantamila euro di sanzioni, attività sospesa
Gli imprenditori agricoli coinvolti sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno. Le indagini sono quindi proseguite a carico dell'azienda, e alla fine sono state accertate svariate altre violazioni amministrative.
I lavoratori erano stati assunti senza comunicazione agli uffici preposti, senza formazione in materia di sicurezza sul lavoro, senza assistenza medica né visita medica obbligatoria per l'inizio del lavoro. Va da sé che mancava la valutazione del rischio in materia di microclima. Venivano pagati poco e in contanti, senza ovviamente lasciare tracce. Vista la situazione, è stata quindi anche disposta la sospensione dell'attività e sono state complessivamente elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 40 mila euro a carico dei titolari. Quanto ai due lavoratori, sono stati a loro volta denunciati per il loro stato di clandestinità.
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