Canonica piange l’architetto Pierluigi Patrizio Zavaglio, conosciuto da tutti come Gigi. Venuto a mancare lo scorso 20 novembre, a 68 anni, al termine di una malattia che l’ha accompagnato negli ultimi due anni, Zavaglio era molto noto in paese e nella provincia di Milano per la grande professionalità e le doti di progettazione.
Gigi Zavaglio, un artista e un esteta
A trasmettere il ricordo dell'architetto è stata la moglie, Tiziana Signoretti Zavaglio, di quattro anni più giovane, con lui dagli anni dell’università di Architettura a Milano.
"Ci siamo conosciuti in facoltà mentre preparavo il progetto per la mia tesi – ha ricordato – Lui, nato a Vaprio d’Adda perché là c’era l’ospedale, è cresciuto a villa Pagnoni, a Canonica, nella casa dei suoi genitori".
Secondo di due fratelli, Pierluigi si è trasferito nella vicina Vaprio nel 1979, dopo le nozze con Tiziana. Un amore a prima vista: "ci siamo trovati in università e subito l’anno dopo la laurea ci siamo sposati per non lasciarci più" ricorda Tiziana, che ha ancora davanti agli occhi l’immagine di quel giovanotto estroverso e un po’ irriverente del loro primo incontro in Città Studi. Allievi entrambi di grandi nomi come quelli degli architetti Marco Zanuso, Alessandro Uvertazzi e Francesco Trabucco, dopo la laurea Pierluigi e Tiziana hanno anche lavorato insieme per alcuni anni.
"Mio marito ha aperto il suo studio di architettura a Canonica, poi ha lavorato molto sul territorio, anche con scenografi milanesi. Ha anche pubblicato diversi articoli per riviste di settore, quali “Ottagono” e “Architectural Digest”. Era un artista a 360 gradi, dotato di una manualità eccezionale e di una capacità di disegno fuori dal comune. Ha realizzato arredamenti ed edificazioni, era un uomo molto preciso e amante del bello – ricorda sempre la vedova – Il motto che ci hanno trasmesso in università, del resto, è che un buon architetto deve saper fare tutto, “dal cucchiaio alla città”. Non chiamatelo “vecchia scuola”, ma mio marito fino alla pensione ha sempre realizzato tutti gli esecutivi a mano: più che un architetto, si può dire fosse un vero e proprio artista".
L'uomo oltre l'architetto
Marito devoto e uomo dalla grande disponibilità e portato al dialogo, Pierluigi è stato ricordato dalla moglie per la straordinaria gentilezza ed eleganza.
"Era un esteta, un amante del bello – lo ha ricordato sempre la donna – Amava i contatti con le persone ed era fin troppo zelante e rispettoso degli altri. Allo stesso tempo era però categorico sul rispetto della famiglia, e molto bravo nel consigliare me e nostra figlia. Ha saputo gestire situazioni anche pesanti e difficili con grande capacità e lucidità".
Curioso e sportivo, l’architetto Zavaglio ha praticato sci, nuoto, palestra e tennis: solo negli ultimi anni, a causa della malattia, la sua vita si era fatta più sedentaria.
"Negli ultimi mesi ci eravamo spostati nell’appartamento di Canonica per questioni di spazio: qui aveva fatto amicizia con uno scoiattolo, che ogni giorno veniva a trovarlo. Mio marito gli dava delle noci, poi l’animale si fermava sul davanzale della finestra e stava con lui a vedere la tv. In questi giorni sono io a portargli ogni giorno le noci, ma non è lo stesso" ha concluso Tiziana, che ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte alla cerimonia funebre di martedì scorso, e in particolare don Andrea Bellò, che ha pronunciato un’omelia capace di toccare i cuori di chi ha conosciuto Pierluigi.
"Mio marito diceva sempre che per essere grandi occorre essere umili – ha concluso il proprio ricordo Tiziana – Beh, di lui posso dire che è sempre stato umile. E, questo io posso dirlo anche se lui non lo ammetteva, anche grande".