Caravaggio

"Buongiorno" saluta, dopo un secolo la storica famiglia cede il supermercato

La famiglia, che ha creato dal nulla la storica attività, ha deciso di cederla a una catena, probabilmente la "Sigma"

"Buongiorno" saluta, dopo un secolo la storica famiglia cede il supermercato
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Il supermercato "Buongiorno" di Caravaggio dopo un secolo cambia gestione. La famiglia, che ha creato dal nulla la storica attività punto di riferimento dei caravaggini, ha deciso di cederla a una catena, probabilmente la "Sigma".

"Buongiorno", la famiglia cede l'attività

Per ora nessun commento dai titolari, ma in città in queste settimane la notizia è rimbalzata un po’ ovunque suscitando un certo rammarico. La comunità infatti è molto affezionata all’esercizio che sorge a lato del viale Papa Giovanni XXIII, ai volti di una famiglia che, arrivata dal sud, da cent’anni accoglie e serve con competenza la clientela, seguendola nelle sue esigenze. Dopo tre generazioni però, si è deciso di non proseguire più con quella che, nata come enoteca, si è poi trasformata in un market.

Dal Sud al boom degli anni '50

Il fondatore fu Nicola Buongiorno, a cui i caravaggini affibbiarono da subito il soprannome della città d’origine, Trani, che è rimasto a tutti i discendenti. C’è ancora qualche vecchio cliente che lo ricorda con affetto.

"Arrivò con le sue botti in città con la voglia di sfondare, la nuova frontiera allora era il Nord, i clienti spillavano il buon vino della sua terra, il Manduria, venduto sfuso - ha raccontato qualcuno di loro con un po’ di nostalgia - ritirò quella che allora chiamavano “mescita” e mise in piedi la sua enoteca a prezzo di grandi sacrifici. Negli anni ‘50 nel locale si poteva anche mangiare al sacco sui tavolini posti all’esterno, si portava pane e cotechino e si consumava lì. Il boom è arrivato quando l’esercizio è diventato il punto di riferimento dei pendolari che partivano dalla stazione ferroviaria la mattina alle 5 per andare a Milano a lavorare: Nicola piazzava sul bancone 12 bicchierini, sei con la grappa e sei con il “grigio-verde” (bevanda a base di grappa e menta, ndr). Di soldi non ce n’erano, gli operai pagavano quando incassavano la busta paga a fine mese".

Di padre in figlio

Un gran lavoratore insomma, e grande conoscitore di vini, ma anche uomo rigoroso.

"Il figlio Raffaele che ha seguito le sue orme ha sempre raccontato un aneddoto - ha aggiunto qualcun altro sorridendo - una volta ruppe una damigiana e il padre non lo fece uscire per dieci giorni. Un uomo tutto d’un pezzo di quelli di una volta".

E Raffaele ha sempre amato il suo lavoro come il padre, dedicandogli tutta la sua vita con passione e tenacia.

"Anche lui ha sempre lavorato duramente - hanno concluso i vecchi clienti - padre e figlio davvero due brave persone".

I tempi cambiano però e l’attività per stare al passo si è allargata, diventando un piccolo supermercato dove Raffaele, oggi ultraottantenne, ancora non manca di essere presente, anche se ha passato da tempo le redini ai figli Antonella e Nicola.
Un minimarket che negli ultimi decenni ha saputo reggere la concorrenza dei grandi centri commerciali, ma la bella avventura è ormai arrivata alla fine. I Buongiorno passano la mano salvaguardando i dipendenti e salutano, ma resteranno per sempre un pezzo di storia cittadina.

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