Brignanese in carcere per commento social sulla morte di un poliziotto
“Uno di meno”. Aveva commentato così sui social, un 43enne di Brignano, la notizia della morte di un poliziotto ucciso in un incidente stradale. Un commento decisamente offensivo e pesante, che al leone da tastiera brignanese è costato molto caro, considerato che l'uomo, D.G, è un pregiudicato che si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali. Per il vergognoso post, oltre che per essersi recato al lavoro senza autorizzazione del Magistrato di sorveglianza, il Tribunale di Sorveglianza di Brescia ha infatti revocato per lui la misura alternativa e ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Commento offensivo gli costa il carcere
Quarantatre anni, il brignanese si trovava in affidamento in prova dall'ottobre scorso, su disposizione del Tribunale di Napoli. Nei giorni scorsi però i carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno continuato a tenere d'occhio l'uomo, rilevando almeno due condotte incompatibili con il mantenimento della misura alternativa al carcere.
Prima, senza aver chiesto e ottenuto l'autorizzazione del Magistrato competente, D.G aveva cominciato a lavorare. Poi, probabilmente covando rancore nei confronti delle Forze dell'ordine che l'avevano “messo nei guai” già parecchie volte (ha diversi precedenti), quando ha letto online la notizia della tragica morte in un incidente stradale del poliziotto, deceduto in servizio, ha commentato sui social offendendone la memoria. "Uno di meno", il suo "contributo" tra i commenti alla notizia sulla pagina Facebook di un giornale nazionale. L'agente, in forze alla Digos, era morto a luglio nel Milanese, in un incidente in moto, travolto da un'auto che aveva colpito il suo mezzo durante il servizio. L'incidente era avvenuto tra Bareggio e Cornaredo. L'agente, Cristian Piazzoli, aveva 44 anni. Era originario di Perugia e viveva ad Ossona, Comune della parte settentrionale della provincia di Milano.
I carabinieri hanno notato il post, e l'hanno segnalato al Tribunale di Sorveglianza. Il Magistrato di Brescia, di fronte alla seconda segnalazione a carico dell'imputato, ha dunque deciso di revocare la misura dell'affidamento in prova. Per il brignanese si sono per questo aperte le porte del carcere.
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