Due operazioni a Palosco e Foresto Sparso portano alla denuncia di due persone per uso di mezzi vietati, cattura abusiva e maltrattamento di animali.
Controlli mirati nel periodo della migrazione
Prosegue con determinazione l’attività di vigilanza della Polizia provinciale di Bergamo, impegnata sin da fine settembre nei controlli sull’attività venatoria. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire il rispetto delle norme sulla caccia, dall’altro contrastare con fermezza ogni forma di bracconaggio ai danni della fauna selvatica. Il periodo autunnale, caratterizzato dal naturale fenomeno migratorio dell’avifauna verso sud, rappresenta infatti una fase critica, in cui piccoli uccelli diventano spesso bersaglio di pratiche illegali come l’uccellagione, ossia la cattura mediante reti o trappole. Le recenti operazioni della Polizia provinciale hanno portato a risultati significativi, grazie a interventi mirati alla tutela dei piccoli passeriformi, spesso catturati sia per essere utilizzati come richiami vivi negli appostamenti fissi di caccia, sia per fini alimentari.
Palosco: richiami elettromagnetici e armi silenziate
Il primo episodio è avvenuto a Palosco, dove un richiamo acustico anomalo ha attirato l’attenzione degli agenti. Riconosciuto come proveniente da dispositivi elettromagnetici vietati, il segnale ha portato a un appostamento discreto e paziente che ha permesso di cogliere in flagrante un uomo del posto. All’interno di una proprietà privata recintata, dotata di orto, pollaio e baracche, l’uomo esercitava caccia illegale con un fucile munito di silenziatore, avvalendosi di tre richiami acustici elettronici. Il capanno, fisso e non autorizzato, era orientato verso un impianto arboreo appositamente modificato per attrarre gli uccelli. Gli agenti hanno accertato l’abbattimento di specie particolarmente protette, come pettirosso, codirosso e luì piccolo. Le successive perquisizioni hanno permesso di rinvenire circa 200 cartucce, oltre a 26 uccelli conservati nel freezer domestico e sei gabbie trappola. L’uomo è stato denunciato per uso di arma silenziata e mezzi vietati, abbattimento di specie protette e omessa custodia di munizioni, oltre a ricevere sanzioni amministrative per oltre 1.000 euro.
Foresto Sparso: reti illegali e maltrattamento di animali
Un secondo intervento ha avuto luogo a Foresto Sparso, dove durante un pattugliamento gli agenti hanno scoperto un impianto di cattura abusivo costituito da una rete lunga otto metri. Al suo interno si trovavano quattro pettirossi e una capinera, alcuni già deceduti a causa della prigionia. Dopo un appostamento, la Polizia provinciale ha sorpreso il responsabile mentre recuperava gli uccelli e riattivava la rete. La successiva perquisizione ha portato al sequestro di altre sei reti per l’uccellagione, tre merli vivi privi di marcatura legale e 192 cartucce cariche, detenute senza licenza di porto d’armi. L’uomo è stato deferito all’autorità giudiziaria per esercizio dell’uccellagione, detenzione abusiva di munizioni e maltrattamento di animali reato che prevede sanzioni da 5 a 30 mila euro.
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