Ponte San Pietro

Botte al figlioletto di due anni, arrestata la mamma 18enne e il compagno di 32 anni

Il bambino, invece, è stato provvisoriamente affidato a una comunità, in attesa delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria minorile di Brescia

Botte al figlioletto di due anni, arrestata la mamma 18enne e il compagno di 32 anni
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Delle violenze che stava subendo il piccolo se ne sono accorti i sanitari del Pronto soccorso pediatrico di Ponte San Pietro quando, lo scorso 17 luglio, il bimbo - solo due anni - è stato accompagnato dalla madre, 18enne, dopo che aveva mostrato delle difficoltà a camminare. Quello che, poi, i carabinieri hanno scoperto ha fatto finire in carcere lei e il suo compagno di 32 anni.

Botte al figlioletto

Tutto è iniziato, appunto, da una visita al Ps pediatrico dell'ospedale di Ponte San Pietro. Il piccolo arriva con la madre in ospedale e viene visitato dai medici. Ha difficoltà a deambulare, ma i sanitari notano subito sul suo corpicino numerose ecchimosi. Le indagini, affidate ai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Bergamo e ai colleghi della Stazione di Ponte San Pietro hanno permesso di raccogliere gravi elementi a carico di entrambi i soggetti, che a più riprese avrebbero percosso il bambino senza apparente motivo.

Arrestati madre e compagno

Per questo lo scorso 8 agosto i militari dell'Arma hanno tratto in arresto la madre, una donna 18enne e il suo compagno, un uomo 32enne, resisi responsabili di maltrattamenti ai danni del minore. I due sono stati associati alla Casa Circondariale di Bergamo e, dopo l’interrogatorio di convalida del gipdel Tribunale di Bergamo, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora in un comune della provincia di Foggia.

Il bambino, invece, è stato provvisoriamente affidato a una comunità, in attesa delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria minorile di Brescia.

La rete antiviolenza

Pur nella sua drammaticità anche questo caso ha dimostrato l’efficacia della Rete Antiviolenza della provincia di Bergamo, che vede il Servizio Sanitario Nazionale, la Procura della Repubblica, le Associazioni per la difesa dei soggetti deboli e le Forze
dell’ordine rappresentate, in questo caso, dai carabinieri, operare in stretta collaborazione per contrastare con successo i reati del Codice Rosso e proteggere le vittime di violenza.

 

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