Bimba abbandonata a casa per sei giorni e trovata morta: non era la prima volta che la mamma Diana da sola
La piccola era stata lasciata nell’appartamento sola, senza cibo né acqua e con una buona dose di tranquillanti ed è probabilmente grazie a questi che i vicini non si sono accorti di nulla.
Ha 37 anni e vive a Milano in zona Ponte Lambro, nella periferia sud-est della città, la mamma di Diana, la bambina di un anno e mezzo trovata morta in casa nella notte tra il 20 e il 21 luglio scorsi. La piccola era stata lasciata nell’appartamento sola, senza cibo né acqua e con una buona dose di tranquillanti ed è probabilmente grazie a questi che i vicini non si sono accorti di nulla.
"Ho lasciato la figlia a mia sorella"
La donna si era spostata nella Bergamasca, a Leffe, per passare del tempo con l’attuale compagno, al quale sembra avesse detto di aver lasciato la figlia al mare, con la sorella, che in realtà abita a Milano. Come riporta PrimaBergamo, nei pressi dell'appartamento in cui è stata ritrovata la piccola senza vita risiede ancora l’ex marito della 37enne, dal quale si era separata tre anni fa. Diana era nata a inizio 2021 in casa, proprio a Leffe. Nel paese della Val Gandino c’è chi si ricorda della piccola, portata qualche volta in giro in passeggino.
Non era la prima volta
Tuttavia, la donna non sempre si spostava accompagnata da Diana e non era la prima volta che lasciava la bambina sola in casa a Milano. Lei stessa avrebbe ammesso davanti al pm di averla lasciata in appartamento sola altre volte. Si allontanava per il week-end e poi tornava. Al momento, non risulta che la donna fosse seguita dai Servizi sociali del Comune, nonostante la situazione famigliare complessa. L’ex marito, stando alle informazioni raccolte, non era il padre della piccola (nata prematura): la 37enne ha dichiarato di non conoscere l'identità del padre biologico. A lungo la donna aveva vissuto con sua madre, la quale pare che da poco si sia trasferita a Crotone.
L'allarme dato dalla vicina di casa
Una situazione complessa dunque, cui si è aggiunta la nuova storia con l’uomo di Leffe, di venti anni più grande, dal quale si recava spesso, talvolta accompagnata, talvolta senza la bambina. Sei giorni di abbandono sono stati troppi. Mercoledì sera a dare l'allarme era stata la vicina di casa, alla quale la trentasettenne aveva chiesto aiuto, una volta che, rientrata a casa dopo i giorni passati in Val Gandino, si era accorta dello stato della piccola.
La donna è stata fermata nella notte tra il 20 luglio e il 21 luglio dalla Squadra Mobile coordinata dal pm di Milano Francesco De Tommasi, che sta coordinando le indagini. La trentasettenne è ora in carcere, mentre le indagini proseguono per fare luce su un caso tanto terribile quanto ancora poco chiaro.