Infrastrutture

Bergamo-Treviglio, l'accusa contro Autostrade Bergamasche: "Basta con le trattative riservate"

Dito puntato contro il "Metodo Brebemi" di promettere piccole compensazione in cambio dell'appoggio dei singoli Comuni.

Bergamo-Treviglio, l'accusa contro Autostrade Bergamasche: "Basta con le trattative riservate"
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L'impatto di un'opera notevole come potrebbe essere l'autostrada Bergamo-Treviglio non può passare attraverso le trattative private con i singoli Comuni. L'accusa, diretta ad Autostrade Bergamasche, arriva dagli oppositori del progetto, così come si presenta oggi, a partire da "Cambiamola!", Legambiente e Bergamo e Comitato "NoAutostrada Treviglio Bergamo".

Bergamo-Treviglio, basta trattative riservate

In una nota diffusa oggi la critica è chiara: basta con le "trattative riservate" per strappare "sì" ai singoli Comuni ricalcando quel "modello Brebemi" - così l'hanno definito - che ha mostrato tutti i suoi limiti.

"Nell’intervista pubblicata oggi sulla stampa al presidente della società Autostrade Bergamasche scopriamo che “incontrare i territori” vuol dire andare nei singoli comuni a discutere revisioni e miglioramenti, mentre nei giorni scorsi il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi (in un'intervista al nostro Giornale, ndr) ha chiesto alla società che vorrebbe realizzare IPB - Autostrada Bergamo Treviglio - di “incontrare i territori” e riaprire la conferenza dei servizi, che non è una contrattazione singola, ma plurale".

Un tavolo di confronto: no al "Metodo Brebemi"

La logica è la stessa che la Provincia ha già applicato nei casi di richieste per nuovi insediamenti della logistica che prevede un tavolo di concertazione con i comuni confinanti, "consacrando il principio che vantaggi e svantaggi debbano essere valutati e condivisi da tutto il territorio interessato dall'opera".  Un risultato ottenuto con il nuovo Ptcp che fa apparire "anacronistico che un'opera colossale come l'autostrada possa essere oggi valutata, nelle sue criticità e nei suoi vantaggi comune per comune".

"Questo metodo, - andare a bussare alla porta di ogni sindaco promettendo piccole opere compensative - l’abbiamo già visto in tante occasioni e speravamo di non vederlo più - hanno proseguito - una trattativa personalizzata sulle possibili compensazioni (qualcuno le chiama regalie) e la totale mancanza di analisi del progetto nella sua complessità, che analizzi tutte le problematiche generate dall’intervento e le alternative possibili".

E' quello che non hanno esitato a definite il "metodo Brebemi" che - per gli oppositori del progetto - "ha fatto lievitare i costi dell’opera, che tanto pagano i cittadini con le donazioni di Regione (pagate con le tasse) e con i pedaggi, e ha permesso una ulteriore cementificazione, con opere che son più cattedrali nel deserto che compensazioni ambientali".

"L'ambiente non è l'appendice di un progetto"

"Questo stesso metodo era già stato tentato dal presidente della Provincia Pirovano - tornano a sottolineare - che già aveva aumentato il numero delle rotatorie compensative per strappare qualche “sì” in conferenza dei servizi, come il caso di Ciserano. Anche la modalità, non solo l’approccio, è discutibile: Provincia di Bergamo chiede, finalmente, la riapertura della conferenza di servizi e la società proponente risponde che la Conferenza di Servizi ci sarà dopo che loro avranno fatto il progetto definitivo-esecutivo. Solo dopo “ci saranno da fare i passaggi di carattere ambientale”, come se questi fossero un’appendice di un progetto e non una parte fondamentale alla sua elaborazione, dando per scontato che in commissione ministeriale questo progetto passi senza alcuna revisione. Come se i “passaggi di carattere ambientale” non dovessero essere elementi fondamentali per scegliere se realizzare un’opera o meno e come realizzarla".

"Dieci anni di incapacità"

Eppure per Legambiente, "Cambiamola!" e "Comitato No autostrada" ci sarebbero altre strade da intraprendere come evidenziato dallo studio commissionato dalla  Provincia di Bergamo "che dimostra, dati alla mano, che esistono altre possibilità per realizzare meglio il collegamento tra Treviglio e Bergamo, utilizzando solo una parte dei 146 milioni di euro messi a disposizione della regione per il progetto autostradale".

"Del resto, la strategia comunicativa di Autostrade Bergamasche e di Regione Lombardia è chiara: aspettare per proprie incapacità 10 anni. Dieci anni senza un piano finanziario, durante i quali si accumula traffico volontariamente per creare una distorsione cognitiva nella popolazione che, esasperata, pur di avere una soluzione, accetterebbe qualsiasi soluzione. Non si può approvare una qualsiasi soluzione, ma si deve puntare alla migliore. Per questo sfidiamo Autostrade Bergamasche a smetterla con le “trattative riservate” con i singoli Sindaci e affrontare la questione pubblicamente e con tutti i territori e associazioni coinvolte".

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