Avis in lutto per il suo donatore d'oro, addio ad Angelo Belloli
Aveva 67 anni e in paese lo conoscevano tutti. L'ultimo gesto d'amore: la donazione delle cornee
Bariano piange Angelo Belloli, avisino da record e compaesano socievole con tutti. Non potevi dirti un vero barianese – e non solo – se non avevi parlato almeno una volta con il 67enne Angelo Belloli, nato e cresciuto in paese e conosciuto letteralmente da tutti per la sua straordinaria propensione ad attaccare bottone, letteralmente con chiunque.
Addio ad Angelo Belloli
Figlio di Vincenzo Belloli e Luigia Corna, Angelo si è sposato nel 1982 con Rosaria Montanaro, dalla quale ha avuto due figli, Stefania e Luigi. Nella vita si è dedicato molto al lavoro: dopo gli studi di Ragioneria e diversi anni di lavoro come ragioniere, è divenuto dirigente e membro del CdA dell’impresa per cui ha lavorato tutta la vita, nell’arco di una carriera durata 46 anni e proseguita – nonostante il sopraggiungere della pensione – fino agli ultimi giorni di vita. L’impresa è la "Ilme", azienda specializzata in materiali con sede a Milano, di cui lui era capocontabile e responsabile amministrativo, oltre che membro del CdA.
"Ora era in pensione, ma lavorava ancora per loro come consulente, e per guidarli nella transizione dopo la sua uscita – raccontano i familiari – Al di là di questo, era molto legato all’Avis: ha iniziato a donare a soli 18 anni, e ha sempre donato sia il sangue che il plasma raggiungendo il traguardo di ben 231 donazioni complessive".
L'ultimo suo dono
Duecentotrentadue, se si conta anche la donazione decisa post-mortem dai suoi familiari, che hanno acconsentito affinché le cornee di Angelo potessero essere espiantate.
"Ha coinvolto anche me nell’Avis, e anch’io adesso ho all’attivo un buon numero di donazioni, 160 – racconta sua moglie Rosaria – Poi, comunque, in paese lo conoscevano tutti sia per il suo ruolo di consigliere all’interno della Cooperativa di Consumo, sia per la sua indole, che lo spingeva a parlare con chiunque incontrasse".
I ricordi
Non a caso proprio la figlia Stefania, leggendo una lettera durante il rito funebre celebratosi venerdì scorso, ha ricordato suo padre come: "Quella persona che, se la incontri su un aereo, un treno o un qualsiasi mezzo di trasporto seduta di fianco a te, non puoi pensare di scendere da lì senza che prima lui si sia fatto raccontare tutto di te". Una definizione calzante, secondo quanto raccontato sempre da Rosaria: "In un viaggio all’estero, in attesa del volo di ritorno, Angelo si è dileguato e l’abbiamo trovato diversi minuti dopo che aveva attaccato bottone con una famiglia del posto. Nemmeno conosceva la lingua, ma si era fatto invitare per un caffè".
Purtroppo, a portarlo via anzitempo, è stato un tumore alla prostata: "Un male contro il quale ha lottato fino all’ultimo, per ben due anni – raccontano sempre i suoi familiari – dalla prostata, il tumore si è diffuso alle ossa: Angelo ha subito iniziato una serie di chemioterapie e anche di radioterapia, ma il suo quadro clinico è andato aggravandosi a partire dalla vigilia dello scorso Natale, quando è stato ricoverato per valori di emoglobina particolarmente bassi. Da lì ha fatto sempre più fatica a respirare e a stare in piedi, in un lento decorso che l’ha portato a spegnersi a causa di un’embolia polmonare lo scorso 30 gennaio".
Orgoglioso del suo paese
Così, tra chi lo conosceva sul posto di lavoro, chi per la sua vita attiva in paese e con l’Avis, chi ancora per la sua passione per l’orto e per i numerosi prodotti che regalava ai passanti, e chi infine lo conosceva e basta – perché uno come lui, a Bariano – non potevi non conoscerlo, sono state tantissime le persone accorse settimana scorsa a porgere ad Angelo l’estremo saluto, tutte ringraziate con affetto da Rosaria e i suoi figli.
"Grazie a chi ci è stato vicino, a Ilme Spa, sua seconda casa, e a tutti i parenti, gli amici e i compaesani. Grazie a chiunque ha incrociato durante il suo cammino".
E tra coloro che Angelo ha incrociato c’è anche l’ex assessore Marino Lamera, il quale l’ha ricordato come un uomo dotato di gran voglia di lottare contro la malattia.
"Un aneddoto che ho raccontato anche ai suoi familiari riguarda un evento che avevo organizzato in paese ai tempi e che aveva avuto un riscontro positivo su tutte le radio nazionali, sui giornali e anche in tv, che parlavano di Bariano. Bene, ricordo che Angelo in quell’occasione era andato alla ricerca di un quotidiano, distribuito gratuitamente a Milano, perché si sentiva orgoglioso del suo Paese. Esprimo vicinanza ai suoi familiari per questa dolorosa perdita".