Fermati a Canonica

Avevano messo a segno 47 furti in appartamento, tra gli arrestati anche un ex poliziotto

Tra gli arrestati anche un italiano di 56 anni: era un ex poliziotto penitenziario già finito nei guai e percepiva anche il reddito di cittadinanza.

Avevano messo a segno 47 furti in appartamento, tra gli arrestati anche un ex poliziotto
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Erano riusciti a mettere a segno 47 furti in appartamento, ma sono stati individuati e arrestati a Verona e Canonica d'Adda. Sono un italiano e quattro albanesi, dai 29 ai 56 anni, i ladri finiti in manette questa notte al termine dell'operazione coordinata dai carabinieri della Compagnia di Merate. L'italiano, un 56enne, era un ex poliziotto penitenziario già finito nei guai e percepiva anche il reddito di cittadinanza.

Presi i ladri, arresti anche a Canonica

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei cinque malviventi, li vede tutti indiziati a vario titolo, per 47 furti in abitazione, consumati e tentati, dal novembre 2020 nel Meratese e in Bergamasca, in particolare nei Comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda. Altre 3 persone, un uomo ed una donna albanesi ed una rumena, sono state invece deferite in stato di libertà perché, pur essendo ritenute complici in alcuni episodi, hanno svolto ruoli minori.

Avevano messo a segno 47 furti

Le indagini erano scaturite da alcuni colpi messi a segno nella frazione Sartirana del Comune di Merate, e che avevano generato allarme sociale nella comunità. Da lì, lo scorso novembre sono partite le indagini dell’Aliquota Operativa della Compagnia, in collaborazione con i colleghi della Stazione di Merate, condotte in maniera tradizionale con lunghi appostamenti, affiancati da accertamenti di tipo tecnico, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Lecco, che, ricevute le risultanze investigative, ha formulato al Gip del locale Tribunale, la richiesta di emissione della misura cautelar in carcere.

Le indagini

Le indagini, condotte anche in abiti civili e con il supporto delle Squadre d’Intervento Operativo del 3° Reggimento CC “Lombardia”, hanno
permesso nei mesi scorsi di focalizzare l’attenzione su alcuni mezzi sospetti parcheggiati in zona, di cui si è accertato in seguito il loro utilizzo per compiere i furti, non direttamente riconducibili ad alcuni degli indagati. Questi erano tutti di fatto senza fissa dimora ma, nonostante ciò abbia reso più difficili le investigazioni, sono state individuate delle abitazioni in appoggio, site in Comuni non distanti dalle zone verso cui poi si dirigevano per compiere le loro razzie. Gli orari preferiti per i furti erano quelli tardo pomeridiani in inverno, in cui si poteva approfittare dell’oscurità e dell’assenza delle persone da casa, e, con l’approssimarsi dell’estate, della notte fonda.

Il modus operandi

Nonostante il timore di essere controllati dalle Forze dell’ordine, i fermati hanno più volte sfidato il lockdown dettato dal Covid-19 e non si sono fatti troppi scrupoli di essere scoperti dai proprietari che dormivano in casa.
Classiche le modalità d’azione. Una volta individuato l’obiettivo, i ladri cercavano di entrare utilizzando vari attrezzi da scasso, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia. Tre degli indagati sono stati fermati in autostrada, nei pressi di Verona, mentre si stavano allontanando in macchina per recarsi temporaneamente all’estero, mentre altri due sono stati sorpresi in una delle abitazioni in uso a Canonica.

Bottino da 100mila euro

Nel contesto sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e la somma totale in contanti di circa cinquemila euro, ritenuta parte del provento delle attività illecite. Sono in corso accertamenti sui canali di ricettazione della merce rubata. E’ stato stimato che, approssimativamente, il valore della refurtiva asportata si aggiri intorno agli oltre 100mila euro.

L'ex poliziotto con il reddito di cittadinanza

Nella vicenda si aggiungono anche due particolari singolari. L’italiano destinatario dell’ordinanza, il 56enne A.D., in passato era stato un poliziotto penitenziario, poi tratto in arresto poiché accusato di essere colluso con alcuni detenuti a cui venivano procurati cellulari e stupefacente. Non solo: da agosto 2020, percepiva anche il reddito di cittadinanza ora sottoposto a verifica da parte dell'Inps per revocare il beneficio.

Gli arrestati sono stati condotti nei carceri di Verona e Bergamo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

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