Arriva il sì del Consiglio, nasce "Energia bene comune Treviglio"
Oltre al Comune di Treviglio, avrà quali fondatori promotori la Fondazione Cassa Rurale di Treviglio e la Seco
Anche Treviglio avrà la sua comunità energetica rinnovabile. Si chiama "Energia bene comune Treviglio" e ieri sera, lunedì 17 dicembre, ha ricevuto il via libera anche in Consiglio comunale. Oltre al Comune di Treviglio, avrà quali fondatori promotori la Fondazione Cassa Rurale di Treviglio e la Seco, che hanno già deliberato di costituire la futura Cer. Il fondo di dotazione iniziale sarà costituito da 45mila euro, suddiviso in parti uguali tra i fondatori.
Nasce la Cer di Treviglio
La Cer avrà quale scopo sociale prevalente quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri aderenti o alle aree locali in cui opera, promuovendo la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’organizzazione della condivisione virtuale dell’energia, nel rispetto degli indirizzi europei sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. La fondazione si connoterà anche per la finalità sociale in quanto potrà compiere erogazioni in favore di enti filantropici della comunità locale al fine di sostenere attività di interesse generale o a beneficio di persone svantaggiate.
“Condividiamo con gli altri due fondatori promotori le finalità della costituenda fondazione CER, volta a perseguire il bene comune con l’obiettivo di fornire benefici ambientali al territorio, mediante la promozione della produzione e la condivisione di energia rinnovabile, e nel contempo sostenere attività a scopo sociale - ha spiegato MicheleBornaghi, assessore alla Sostenibilità Ambientale - Dotiamo così Treviglio della sua Cer che potrà rappresentare una risposta innovativa e sostenibile alle sfide energetiche ed ambientali, favorendo un modello di sviluppo inclusivo e partecipativo che contribuisce alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e resiliente”.
Come funziona la Cer?
La costituenda fondazione sarà un ente autonomo a cui potranno aderire produttori e consumatori di energia rinnovabile, quali privati cittadini e famiglie, piccole e medie imprese, enti territoriali, enti religiosi o del terzo settore, che decideranno di unirsi per produrre e condividere energia elettrica da fonti rinnovabili. Si tratta di un modello collaborativo, incentrato su un sistema di scambio locale, nato per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. L’energia viene condivisa "virtualmente": ogni membro mantiene il proprio fornitore di energia e il proprio contatore senza necessità di connessioni fisiche o di lavori sulla rete.
Incentivi economici e sostegno a chi è in difficoltà
“La Fondazione Cassa rurale oltre ad aver valutato i benefici ambientali del progetto in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e i benefici economici in termini di risparmio per i consumatori ha apprezzato i benefici sociali che il progetto potrà rappresentare per il territorio considerato che la fondazione potrà compiere erogazioni in favore di enti filantropici appartenenti alla comunità territoriale di riferimento per il sostegno di attività di interesse generale o di persone svantaggiate", gli ha fatto eco Franco Riz, presidente Fondazione Cassa Rurale.
“Abbiamo aderito al progetto non solo perché i soci della cooperativa potranno usufruire degli incentivi economici che deriveranno dalla produzione e dal consumo di energia rinnovabile, ma per contribuire a coinvolgere il maggior numero di persone in merito ad un tema quanto mai attuale quale è quello energetico - ha sottolineato Renato Gatti, presidente Seco - inoltre, poiché un parte degli incentivi verrà devoluto dalla Fondazione in favore di attività di interesse generale o di persone in difficoltà, il Consiglio ha ritenuto che far parte di questa nuova realtà sia un modo per rendere la Seco ancora più cooperativa attenta al territorio”.