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Ansia, rabbia e problemi scolastici: i primi risultati dello sportello psicologico negli anni del post Covid

E' quanto emerge dall'analisi dei dati del servizio attivo negli istituti scolastici, 28 quelli coinvolti nel 2022-2023

Ansia, rabbia e problemi scolastici: i primi risultati dello sportello psicologico negli anni del post Covid
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Ansia, rabbia, aggressività e disturbi dell'umore tra gli adolescenti. Fenomeni in aumento, se rapportati al periodo pre pandemico, che stanno colpendo in modo particolare i più giovani alle prese con emozioni e situazioni che faticano a gestire.

Lo sportello di ascolto psicologico

E' quanto emerge dall'analisi dei dati del servizio di "Sportello di ascolto psicologico" attivo negli istituti scolastici - 28 quelli coinvolti nel 2022-2023 (erano 27 nel 2021-22 e 25 nel 2020-21) - che aderiscono alla rete delle Scuole che Promuovono Salute (SPS). Uno strumento, affidato a 16 psicologi, che ha coinvolto 1.059 studenti, con i quali il servizio d’ascolto ha realizzato 3.086 colloqui: il 4% circa della popolazione studentesca frequentante gli Istituti aderenti (20 scuole superiori, due istituti professionali e 6 Centri di formazione professionale), complessivamente 26.853 studenti. Lo sportello ha intercettato anche 554 adulti, coinvolti per accesso spontaneo o per ingaggio da parte dello psicologo.

I disagi più frequenti

I dati aggregati vengono raccolti e analizzati dalla Struttura Semplice Prevenzione delle Dipendenze di Ats Bergamo, afferente al Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e mostrano, tra le motivazioni principali che hanno spinto gli studenti a rivolgersi agli psicologi, il disagio interiore (20,59%) e i problemi scolastici (17,85%).
Quasi la metà delle problematiche portate allo sportello sono legate a un disagio della sfera emotiva, che si esprime in disagio interiore, disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. La somma di queste tre categorie rappresenta il 40,14% delle problematiche rilevate dagli psicologi.
I problemi legati alla famiglia (14,92%), all’ansia (14,92%) e alle relazioni con i coetanei (9,63%) sono alla base della richiesta di supporto per una quota significativa di studenti.
Inoltre, appare significativo come il 4,16% delle richieste di aiuto sia relativo a problematiche di particolare maggiore gravità: disturbi alimentari, agiti autolesionistici, maltrattamento/abuso, abuso e dipendenza comprese dipendenze comportamentali. Questa quota è leggermente diminuita rispetto all’anno scolastico precedente, quando era pari al 5,2%.

Disturbi d'ansia: +4,6% rispetto al periodo pre Covid

Si nota da un lato la leggera diminuzione dei disturbi d’ansia (-3% sull'anno precedente), che rimangono tuttavia su valori molto più alti rispetto alla situazione pre-pandemica (+4,6% sull'anno scolastico 2018-19), dall’altro l’incremento significativo delle situazioni che riferiscono problemi scolastici (+4,1% sull'anno precedente).

Problematiche che emergono e si manifestano in modo differente tra maschi e femmine. Se la popolazione maschile ha più difficoltà nel controllo dell’aggressività e della rabbia e nel rendimento scolastico, la popolazione femminile mostra una tendenza maggiore a sviluppare problematiche d’ansia, problemi familiari, problemi sociali e disturbi del comportamento alimentare.

I risultati dell'analisi evidenziano come sia necessario affrontare le sfide legate al benessere degli studenti attraverso un approccio sistemico, che coinvolga tutti gli attori chiave nel sistema educativo e sanitario. Gli strumenti e le strategie per intervenire sulle criticità messe in luce dai dati possono essere molteplici e potrebbero diventare oggetto di confronto e ulteriore riflessione tra sistema scolastico e sistema sociosanitario. Ne sono un esempio positivo i Progetti di Life Skills Education attivi sul territorio provinciale e disponibili gratuitamente per le scuole. Si tratta di programmi, considerati buone pratiche dalla Rete SPS, che si sono dimostrati capaci di potenziare le abilità di vita degli studenti, tra cui la capacità di gestione dell’ansia e della rabbia, oltre a garantire maggiori livelli di benessere personale, tanto ai docenti quanto agli studenti.

Lo psicologo: un alleato dell'adolescente

“ATS Bergamo ritiene fondamentale l’attività sul territorio, che si esplica anche attraverso l’interlocuzione con il mondo dell’istruzione -ha commentato Giuseppe Matozzo, Direttore Sociosanitario dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo - dove attraverso un progetto di rete, strutturato e condiviso è possibile intercettare alcune problematiche, anche in fase precoce. Proprio per questo lo psicologo a scuola non deve essere visto come un tabù: al contrario, è una figura di grande rilevanza professionale e sociale, un alleato dell’adolescente nei rapporti con i pari, la famiglia e i contesti scolastici ed extra scolastici, oltre ad essere il trait-d’union tra tutte queste situazioni. Lo strumento dell’ascolto, e i dati di attività di questo anno scolastico lo confermano, nell’ambito dove i ragazzi vivono la socialità accanto all’istruzione, è un grande supporto per tutto il sistema scolastico. Ats Bergamo ritiene positiva l’adesione da parte degli Istituti Scolastici bergamaschi alla rete delle Scuole che Promuovono Salute e, confermando la collaborazione interistituzionale ormai consolidata, auspica l’adesione al Progetto di ascolto psicologico da parte del maggior numero di Istituti possibile”.

Esiste un’importante differenza tra il progetto di ascolto della Rete SPS e gli sportelli di ascolto attivi fuori da tale progettualità: lo psicologo della rete non si trova a gestire in solitaria la molteplicità di situazioni che si trova ad affrontare, ma è inserito in una rete che facilita, da un lato, il confronto tra le esperienze e le strategie per la gestione delle criticità adottate dai singoli psicologi e, dall’altro, grazie alla mediazione di Ats Bergamo, il confronto con gli operatori dei Servizi Territoriali.

 

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