Anche Chicco Cerea contro il Dpcm: "Senza aiuti veri dallo Stato non si riesce ad andare avanti"
Lo chef del ristorante da tre stelle Michelin intervistato da "Leggo".
Anche lo chef Chicco Cerea, tre stelle Michelin, non ci sta: "Solo a pranzo non si riesce a coprire le spese"
Lo chef bergamasco di "Vittorio"
Il nuovo Dpcm firmato domenica 25 ottobre dal premier Giuseppe Conte colpisce soprattutto i ristoratori. L’obbligo di abbassare le serrande alle 18, infatti, taglia buona parte dei ricavi a tantissimi imprenditori che hanno investito (da decenni così come da pochi anni) in uno dei settori più forti dell’economia del nostro Paese. E a farne le spese sono tutti: piccole trattorie e pizzerie, ristoranti dai menù turistici e chef stellati. A pagare lo scotto di questo provvedimento, infatti, è anche chi è riconosciuto in Italia e nel mondo come un massimo rappresentante dell’eccellenza culinaria nostrana. E a Bergamo l’emblema di questo mondo è Chicco Cerea, tristellato chef del ristorante "Da Vittorio" (che di stelle, contando anche quelle conquistate dai ristoranti a Sankt Moritz e Shanghai, ne he ben sette).
"Pranzo o cena: che cambia?"
In un’intervista a Leggo citata da PrimaBergamo.it, lo chef bergamasco racconta come da mesi la preoccupazione sanitaria va di pari passo con quella economica: «Ci adeguiamo ai protocolli, mettiamo in campo tutte le precauzioni, igienizziamo i locali: pranzo o cena, cosa cambia?». Di fatto, il nuovo Dpcm costringe i ristoratori a lavorare (e dunque incassare) solo a pranzo. Troppo poco secondo Cerea: «Solo a pranzo non si riesce a coprire le spese. E senza aiuti veri dallo Stato, non si riesce ad andare avanti».
Il piano B che molti ristoranti (Da Vittorio compreso, in parte) hanno messo in atto già nei mesi del lockdown, e torneranno ad attuare probabilmente, è l’asporto, così come il delivery. Ma per Cerea questa non è una vera soluzione ai problemi: «È più spesa che impresa – dice lo chef sempre a Leggo -. E perché, invece, si può andare tutti a sciare in cabinovia? La chiusura che ci chiedono è inaccettabile. Come si pagano le tasse? Noi chiediamo di chiudere e non pagare le tasse per quest’anno e i mesi da qui in avanti. È insostenibile questa situazione per noi».