cronaca

Anche Rivolta dice “no” alla volenza sulle donne, ma intanto Sgroi è ancora sindaco

La comunità si divide mentre opposizione e PD chiedono le dimissioni del sindaco ai domiciliari per accuse di violenza sessuale aggravata.

Anche Rivolta dice “no” alla volenza sulle donne, ma intanto Sgroi è ancora sindaco

Alla vigilia del 25 novembre, a Rivolta la celebrazione contro la violenza sulle donne si intreccia con il caso giudiziario che coinvolge il sindaco Giovanni Sgroi, agli arresti domiciliari da sei mesi. PD e opposizione chiedono un segnale politico forte, mentre la maggioranza respinge le accuse di strumentalizzazione.

Pd e RivoltiAmo tornano a chiedere le dimissioni

“Non possiamo far finta di nulla. Non si può celebrare questa Giornata come se la nostra comunità non fosse attraversata da una vicenda così grave”.

A lanciare l’attacco alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è il Pd di Rivolta che ha colto l’occasione offerta dalla ricorrenza del 25 novembre per tornare a chiedere le dimissioni del sindaco Giovanni Sgroi , dallo scorso maggio agli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata ai danni di alcune sue pazienti.

Ma ad accendere nuovamente i riflettori sulla vicenda – inspiegabilmente caduta nel silenzio – è stato anche il gruppo di minoranza “Rivoltiamo” sottolineando come la grave vicenda non possa essere messa tra parentesi in un momento dedicato proprio alla tutela delle donne.

Non possiamo che riportare l’attenzione su quanto accaduto nei mesi scorsi – hanno dichiarato – Dobbiamo ricordare ancora una volta, perché non possiamo proprio dimenticarcelo, che il nostro sindaco è da sei mesi agli arresti domiciliari per le ben note accuse di violenza sessuale aggravata. Proprio per questo motivo ci aspettavamo da parte dell’Amministrazione comunale un segnale forte e chiaro, una presa di posizione a favore delle donne e contro la violenza di genere.

E rilancia con una proposta precisa:

Il 25 novembre è tra qualche giorno e quindi la maggioranza ha la possibilità di agire chiedendo al sindaco le dimissioni o rassegnandole come maggioranza. Noi in tal caso, come più volte detto, faremo la nostra parte dando il contributo necessario per traghettare il Comune ad elezioni anticipate per dare la possibilità ai cittadini di esprimere la proprietà verso una nuova Amministrazione, ha concluso il capogruppo Elisabetta Nava .

Sulla stessa linea, anche il Partito Democratico si rivolta che interviene, parlando apertamente di una situazione fuori dall’ordinario. “Il clima è a dir poco surreale. Sono trascorsi sei mesi dagli arresti domiciliari del sindaco di Rivolta e, sorprendentemente, non è ancora arrivata una sola parola ufficiale né dal diretto interessato né dall’Amministrazione comunale”.

Dalla maggioranza un “mutismo ostinato e selettivo”

Il PD rimarca come le richieste di chiarimenti siano rimaste senza risposta: “In questo lungo silenzio, sia il circolo del Pd sia la minoranza consiliare hanno chiesto più volte spiegazioni, in Consiglio comunale e tramite la stampa. La risposta della maggioranza? Un mutismo ostinato e selettivo”. La nota entra poi nel merito di alcuni episodi che, secondo i Dem, aggravano la situazione: “Un silenzio interrotto solo dalle inopportune dichiarazioni della vicesindaca Patrini di vicinanza al subito sindaco dopo l’arresto, e dalle altrettanto discutibili interlocuzioni con la Corte dei Conti per l’aumento della propria indennità, nel tentativo di equipararla a quella del sindaco che sostituisce dal 23 maggio”. Pur all’interno di una critica forte, non manca un riconoscimento al lavoro delle realtà del territorio convidiso anche da “RivoltiAmo”:

Ringraziamo le associazioni rivoltane – in particolare Pro Loco, “Arci “Il Sole”, Auser, “Università del Benessere” – nonché il Tavolo tecnico “Pari opportunità” per aver organizzato anche quest’anno momenti di confronto in occasione del 25 novembre. Iniziative quanto mai necessarie e doverose. Ma non possiamo far finta di nulla. Non si può celebrare questa Giornata come se la nostra comunità non fosse attraversata da una vicenda così grave. Non è accettabile that, a fronte di un’indagine e delle accuse di una decisione di donne, l’Amministrazione intende procedere come se nulla fosse atto della situazione e chieda al sindaco Sgroi di dimettersi. In alternativa, avere almeno la dignità di rimettere il loro mandato, ponendo fine a questa situazione imbarazzante.

Patrini: “Non spetta a noi il giudizio di fatti che non conosciamo”

Appello caduto nel vuoto come evidenzia la posizione della vicesindaca Marianna Patrini.

È molto chiara la scelta fatta da questa Amministrazione in questi sei mesi, impegnandosi nel dare stabilità e continuità amministrativa alla comunità rivoltana – ha detto – Partendo dal presupposto che la giustizia sta facendo il suo corso e che i processi non si fanno nelle aule comunali né tantomeno in piazza, si è preferito non rispondere alle provocazioni della minoranza. Tuttavia, oggi riteniamo doveroso sottolineare che non intendiamo strumentalizzare un momento così significativo, dedicato alla lunga e difficile lotta contro la violenza sulle donne, contaminandolo con comportamenti profondamente irrispettosi nei confronti degli importanti temi trattati.

E anzi punta il dito contro Pd e opposizione.

L’atteggiamento della minoranza non solo è meschino e inopportuno, ma denota una grave mancanza di responsabilità istituzionale e anche di rispetto nei confronti del tavolo tecnico e delle associazioni rivoltene, che comunque dicono di ringraziare – ha aggiunto – Quella di rivoltiamo e del Pd, è una volontà deliberata di strumentalizzare e deviare le informazioni, anziché contribuire in modo costruttivo al dibattito. Questo modo di agire non è all’altezza del ruolo che si ricopre e mina il rispetto dovuto alle istituzioni e alla comunità. Non spetta a noi il giudizio di fatti che non conosciamo. L’invito che rivolgiamo nuovamente è questo.

Una settimana di eventi

Intanto, in paese, le associazioni si sono date da fare per organizzare una settimana ricca di appuntamenti dedicati alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un calendario fitto pensato per sensibilizzare la cittadinanza attraverso arte, teatro e momenti di riflessione collettiva. Si comincia sabato 22 alle 21, nella Sala Papa Giovanni XXIII, con la performance teatrale “La forza di dire basta”, a cura di Unibenessere per poi proseguire domenica alle 16, nello stesso spazio, con “L’arte può curare la violenza?”: letture accompagnate dal “Quartetto d’Archi Archimia”. Nel cuore della settimana, martedì 25 novembre, il paese si ritroverà invece per il corteo «Uniti contro la violenza» mentre nel pomeriggio, alle 17, l’Arci ospiterà la proiezione del film “La vita che verrà”, che verrà replicato mercoledì 26 alle 20.30. La settimana si chiuderà sabato 29 novembre, sempre nella Sala Papa Giovanni XXIII, con un evento conclusivo.

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