Ai domiciliari, vendeva online computer inesistenti: arrestato (di nuovo) truffatore seriale
Una truffa dopo l'altra. L'ultima, pochi giorni prima di Natale, mentre era già detenuto.
Un 29enne nato e residente di provincia di Venezia, T.G, è stato arrestato dai carabinieri di Romanengo, dopo una lunga serie di truffe online commesse persino durante la detenzione domiciliare (per altre truffe). L'ennesimo colpo, quello che ha indotto il Tribunale di Sorveglianza a rispedirlo in carcere, è stato commesso dopo aver falsificato un permesso del Tribunale stesso per uscire alcune ore da casa, a Offanengo.
Una lunga sfilza di precedenti
Il suo fascicolo giudiziario è di quelli massicci: numerosi i precedenti di polizia per truffe e truffe online, in particolare commesse tramite annunci sul sito Subito.it. Ultimamente pubblicava annunci di vendite, solitamente di personal computer, facendosi accreditare le somme di denaro pattuite su varie carte Postepay. Salvo poi sparire nel nulla senza consegnare alcun pc agli acquirenti.
Arrestato a marzo 2019
Nel mese di marzo 2019 è stato arrestato una prima volta dal Comando Stazione Carabinieri di Romanengo su ordine della Procura di Urbino: doveva scontare due anni, due mesi e 15 giorni come cumulo di condanne subite dai Tribunali di Urbino, Bolzano, Venezia, l’Aquila e Larino proprio per truffe online. Altri 4 mesi, li avrebbe invece dovuti scontare per il reato di falso.
Falsifica un atto giudiziario
Il colpo da maestro però è arrivato verso la fine dello scorso anno, pochi giorni prima di Natale. In quei giorni aveva comunicato al Magistrato di sorveglianza di Mantova di doversi recare a Milano, per partecipare a un'udienza, il 23 dicembre. La sera stessa dell'antivigilia, ha quindi consegnato ai carabinieri di Romanengo che stavano vigilando sulla sua detenzione ai domiciliari, un'attestazione di avvenuta presentazione in Tribunale, con annotazione del rinvio del processo alle 13 de giorno successivo.
La truffa nel Lecchese e il ritorno in carcere
Peccato che era tutto falso, e i carabinieri l'hanno scoperto velocemente facendo alcuni accertamenti. Non c'era in quei giorni alcuna udienza relativa al procedimento penale citato dal truffatore, che aveva quindi falsificato la documentazione giudiziaria presentata ai carabinieri. E dov'era andato quindi? Ovviamente, a fare il suo lavoro.
Nei due giorni indicati, si era recato a Costa Masnaga (Lecco), dove aveva perpetrato l’ennesima truffa, questa volta insieme alla sua convivente. E'stato abbastanza, per il Tribunale di Sorveglianza: revocato il beneficio dei domiciliari, è tornato in carcere.