In Africa si parla bergamasco: il racconto dei giovani missionari

Più di 20 ragazzi partiti in missione sulle orme di "Gamba"

In Africa si parla bergamasco: il racconto dei giovani missionari
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Tanda parla di Cologno, Tanda parla di noi». Così il 22enne colognese Stefano Facheris riassume lo straordinario viaggio in Costa d’Avorio, avvenuto agli inizi di agosto. Su proposta di don Gabriele Bonzi, curato del paese, 24 giovani, per lo più colognesi, hanno deciso di andare in missione nella Repubblica ivoriana.

In Africa si parla bergamasco

I motivi della partenza sono stati svariati. Qualcuno è partito alla ricerca di sé, altri per pura voglia di viaggiare, altri ancora per mettere in pratica gli insegnamenti della Fede. Tuttavia, tra le tante cose, ciò che più ha colpito i ragazzi è stato che, nonostante fossero a chilometri e chilometri di distanza da casa, quel luogo, o meglio quei luoghi (i 24 infatti erano stati distribuiti su più missioni in 4 località diverse), parlassero di Bergamo e della Bassa. Sarà che l’ordine delle suore delle poverelle – ovvero coloro che hanno ospitato parte dei ragazzi - è stato fondato da beato Luigi Palazzolo presbitero bergamasco di metà Ottocento. Sarà forse che molte associazioni benefiche che operano in Costa d’Avorio provengono dal capoluogo orobico. Ma, in realtà, il motivo principale è che anche un loro compaesano, molti anni prima, aveva vissuto la stessa esperienza. Si tratta di Cristian Santinelli, noto a tutti con il soprannome di «Gamba». E, infatti, i ragazzi non hanno potuto non ricordarlo giovedì scorso, durante l’incontro con la cittadinanza per parlare di come si è svolto il viaggio.

Il ricordo di Christian "Gamba" Santinelli

Proprio vicino ai genitori di Gamba, nel pubblico sedeva Alberto Vavassori, pittore di Telgate, il quale anni prima aveva lavorato fianco a fianco con Gamba, dipingendo una chiesa nel paese di Tanda, dove è stato missionario per anni l’ex parroco colognese, originario di Morengo, don Angelo Passera. «Ancora mi commuovo – ha detto il pittore – ripensando a Gamba. Mi ricordo ancora quanta energia, forza e sostegno mi ha dato quei giorni in Africa. Quando le difficoltà mi buttavano a terra c’era sempre lui a rincuorarmi. Tra di noi è nata una bellissima amicizia. Non mi dimenticherò mai dei momenti trascorsi insieme». E proprio 5 giovani, che si trovavano esattamente a Tanda, hanno potuto toccare con mano, o meglio con il pennello, il lavoro eseguito dal loro compaesano. Infatti, tra le tante attività svolte, i ragazzi hanno ridipinto e decorato la cripta della chiesa parrochiale. Concludendo così l’opera portata avanti anni fa da Gamba stesso.

L'appello di Don Gabriele "Mettetevi in gioco"

Proprio nella continuità sta il segreto di un viaggio del genere. Almeno secondo l’opinione di don Gabriele. «Il senso della missione non sta in quei pochi giorni in cui si è via – ha detto – il vero cambiamento deve avvenire al rientro, tra le comodità e gli impegni del quotidiano». Ecco perché giovedì sera è stata l’occasione per presentare alla comunità i nuovi progetti che l’oratorio vuole sostenere per la Costa d’Avorio. E bisogna dire che Cologno ha risposto bene alla richiesta d’aiuto, visto l’elevato numero di soldi raccolti. I quali serviranno a rifornire di medicinali un dispensario ad Agnibilekrou, a dare un sostegno alle tante mamans di un orfanotrofio ad Adiaké. Ma anche ad aiutare le suore di Abidjan, impegnate nell’assistenza dei poveri delle periferie della capitale. Infine quel denaro sarà utile a finanziare dei progetti a Tanda. Anche se lì già opera da anni l’associazione «Progetto Gamba», che grazie al sostegno e alla filantropia di tutti i colognesi, l’associazione è riuscita già a portare a termine vari lavori in Costa d’Avorio e in altre nazioni dell’Africa. Ancora non si sa se in futuro don Gabriele deciderà di riorganizzare un viaggio simile. Di certo sono in molti a voler replicare o viverlo per la prima volta. «Non abbiate paura di mettervi in gioco – ha ribadito in conclusione don Gabriele – sono esperienze uniche che nel piccolo o nel grande hanno un effetto positivo nella nostra vita»

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