Addio a Gina Spinelli, la mamma dei poveri
Una vita al servizio dei derelitti della stazione di Bergamo
Originaria di Verdello la donna si era trasferita a Bergamo da bambina. Da anni collaborava con la parrocchia per aiutare i poveri della stazione
Addio a Gina Spinelli
Si è spenta all'hospice di Palazzolo a 79 anni Gina, originaria di Verdello e residente a Bergamo. Da cinque anni era malata di tumore. Il male era partito dal seno diffondendosi poi nelle ossa. Nonostante ciò Gina è andata avanti fino all'ultimo a gestire la Valigeria in via Maj, aiutata dai figli e ad aiutare i poveri della stazione. al suo funerale c’era la chiesa delle Grazie piena. E sull’altare quattro sacerdoti: monsignor Gianni Carzaniga, parroco di Sant’Alessandro in Colonna, monsignor Valentino Ottolini, parroco delle Grazie, don Giuseppe Bracchi, già superiore del Patronato San Vincenzo, e don Fausto Resmini, il prete degli ultimi.
La storia
Gina si era trasferita a Bergamo fin da bambina, per seguire il padre che lavorava all'acquedotto. Nel 1953, a soli 14 anni, Gina era stata presa dai titolari della "Valigeria" di via Angelo Maj per sostituire una commessa in maternità. Grazie alla sua bellezza, alla simpatia e alla bravura non ci è voluto molto perchè Gina si aggiudicasse un posto fisso nel negozio. Era talmente brava nel suo lavoro che quando i vecchi titolari andarono in pensione le proposero di rilevare il negozio. Sotto la sua guida il negozio è cresciuto moltissimo ma nonostante il duro lavoro Gina aveva trovato anche una vera e propria missione da portare avanti.
La mamma dei poveri
Era il 2004 quando don Carzaniga le propose di andare insieme a vedere cosa ci fosse oltre il piazzale degli Alpini di Bergamo. Gina lì incontrò don Fausto che tutte le sere si prendeva cura di decine di derelitti offrendo loro cibo e coperte. Impossibile per la donna assistere a tanto dolore senza fare nulla. Gina allora chiamò a raccolta tutte le sue amiche, un vero e proprio esercito di donne che iniziò a portare conforto nel piazzale degli Alpini. Poi si metteva d’accordo con i panifici e le pasticcerie della città, aspettava l’orario di chiusura e passava a prendere i rifornimenti. I barboni, i drogati, i senzatetto li conosceva per nome, li ascoltava, sapeva le loro storie, li accoglieva anche in negozio per qualche minuto e offriva loro il caffè o qualcosa di caldo al mattino, quando li trovava ancora addormentati all’interno della Galleria.
La benemerenza
Nel dicembre scorso il sindaco di Bergamo Giorgio Gori le ha consegnato la benemerenza civica con questa motivazione: “Molto si può fare per migliorare la qualità della vita della nostra comunità. Le persone che premiamo stasera ci indicano la strada, hanno fatto il bene della nostra città, premiarle significa indicarle come esempio, condividere i loro valori, prenderle a riferimento per dire a noi stessi che questa è la strada da percorrere”.