Addio all'ex sindaco Giancarlo Rubini, il parroco lancia la proposta: "Dedichiamogli una via"

Si è spento a 83 anni il giorno di Santa Lucia l'ex sindaco Giancarlo Rubini di Ghisalba, titolare del minimarket vicino a casa sua, in via Francesca Vecchia, e nominato Cavaliere della Repubblica. Presente alle esequie anche il sindaco Gianluigi Conti con il gonfalone del Comune.

Giancarlo Rubini, commerciante, amministratore e Cavaliere della Repubblica

Nell'ultimo periodo aveva accusato qualche problema di salute e il 13 dicembre è mancato all'ospedale di Treviglio, dove era ricoverato. Ghisalbese doc, vedovo da un paio d'anni e padre di tre figli, Giordano, Cristina e Gianpietro, l'ex sindaco era conosciuto in paese con il nomignolo di Carletto. Aveva lavorato una vita nel "Supermercato Rubini" fondato dal nonno Giovanni nel Dopoguerra, oggi condotto dai figli.

"E' stato un esempio per noi, un uomo fantastico - hanno raccontato i figli Giordano e Cristina - si era sposato nel 1967 con la mamma, Giuseppina Bosis, anche lei del paese, e ha sempre lavorato nel nostro esercizio commerciale. In politica è entrato a 29 anni, nelle fila della Dc".

Anche il fratello Pietro scese in campo e, quando dopo tre mandati, Giancarlo lasciò la guida della comunità, ne raccolse il testimone.

"Abbiamo cominciato nel 1968 fondando la sezione Dc, partendo da un piccolo gruppo legato ai coltivatori diretti - ha spiegato - poi io sono diventato il segretario e lui nel 1970 si è candidato alla poltrona di sindaco. Era il più giovane primo cittadino eletto a quel tempo e per questo nel 1977 è stato nominato Cavaliere della Repubblica. Ha poi lasciato nell'ottobre del 1986 e sono subentrato io. Entrambi avevamo tanta passione, lui ha dato inizio al cambiamento del paese. Era una persona molto schiva, poche parole e tanti fatti: le opere realizzate non hanno mai visto un taglio del nastro, erano al servizio della comunità e non c'era bisogno di inaugurazioni. La sua attività politica si svolgeva in Municipio per gli atti formali ma la gente quando voleva parlare con il sindaco passava in negozio, era sempre disponibile e questo gli è stato riconosciuto dai concittadini: in tanti sono passati per una visita. Due anni fa, a giugno, in occasione del 50esimo anniversario della nascita della rotta aerea Bergamo-Roma, è stato anche premiato per essere stato uno dei primi passeggeri in quel viaggio inaugurale".

Le esequie nella chiesa parrocchiale

Le esequie di Rubini si sono celebrate questa mattina, alle 10, nella chiesa parrocchiale. A officiare la messa il parroco don Francesco Mangili insieme a don Giulio Marchesini e padre Agostino Bergamaschi della congregazione della Sacra Famiglia.

"Il nostro fratello Giancarlo ha racchiuso tutta la sua vita nel cercare la giustizia, intesa come il mettersi al servizio e alla ricerca del bene degli altri, bontà e fedeltà - ha detto nell'omelia - Posso dare testimonianza di come l'ho conosciuto io, dei dialoghi che avevamo spesso al Santuario, con lui dietro al Coro così come dietro al suo bancone in negozio. Era Cavaliere della Repubblica eppure la prima volta che l'ho incontrato è stato quando sono andato ad acquistare due bistecche di controfiletto e, nonostante la fatica che faceva a muoversi, è venuto subito da me per rispondere alla mia richiesta".

Il parroco ha posto l'accento sulla bontà d'animo dell'83enne.

"La bontà era un suo tratto caratteristico, unico, oggi quasi introvabile... è come cercare un diamante nel greto del Serio - ha sottolineato - non so, su miliardi di persone, quante ne possiamo trovare così... Parlavamo della sua vita, della sua storia. Veniva in chiesa, sempre quasi defilato, ma presente molto prima che iniziasse la messa, per pregare. Non si arriva a una tale costanza ponendosi in umiltà a pregare il Signore se non si è buoni dentro, se non si è fatto della fedeltà uno dei punti di forza della propria personalità. Bontà e fedeltà erano le due gambe sulle quale ha camminato la sua vita. Ha cercato di vivere il Cristianesimo in ogni situazione, dal suo lavoro al suo impegno coraggioso per la collettività".

Il parroco: "Gli si intitoli una via"

"Giancarlo era una persona illustre, davvero una delle personalità più belle che ha avuto il dono di avere al suo servizio la comunità civile ed ecclesiale di Ghisalba - ha rimarcato ancora don Mangili - in questi quasi sei anni che sono qui le persone con cui ho parlato di lui ne hanno tratteggiato il ritratto di un uomo con cui si poteva parlare, che sapeva ascoltare. I figli e i nipoti raccolgano questa eredità. La grandezza di una persona non sta negli onori che riceve ma nella capacità di mettere la sua vita al servizio del bene degli altri in ogni incarico che ricopre. Ha cercato di incarnare i valori cristiani anche nelle responsabilità che ha assunto come sindaco, guardando i cittadini non come a persone a cui andare contro ma incontro. Ora è arrivato il momento di stare per sempre insieme a sua moglie. Dedichiamo le vie dei paesi ai premi Nobel ma dovremmo avere il coraggio di intitolarle alle persone semplici, fedeli, buone e giuste come è stato il nostro fratello. Spero che i cuori di molti di voi raccolgano questo invito, perché se c'è una persona da ricordare e dalla quale prendere esempio è proprio Giancarlo".

Prima della fine del rito è stato letto un breve messaggio, denso d’affetto, firmato da un gruppo di amici.

"A te che hai attraversato difficoltà e gioie, a te che instancabile appassionato del tuo lavoro, a te la nostra memoria. La compagnia delle vacanze in trentino e dei Capodanno passati insieme ti porterà sempre nel cuore. Arrivederci Carlo".

Poi il corteo ha accompagnato il feretro al cimitero, dove è stato tumulato nella tomba di famiglia.