Lutto

Addio alla storica cartolaia Vincenzina Pedroli

Il suo nome è legato indissolubilmente alla storica "Cartolibreria Pedroli" di piazza Vittorio Emanuele che ha gestito per settant'anni

Addio alla storica cartolaia Vincenzina Pedroli
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Giovedì scorso, in una chiesa gremita di volti commossi, Rivolta ha dato l’ultimo saluto a una delle sue figure più care e rappresentative: Vincenzina Pedroli, scomparsa lunedì all’età di 96 anni. Il suo nome è legato indissolubilmente alla storica "Cartolibreria Pedroli" di piazza Vittorio Emanuele, un piccolo mondo fatto di quaderni, penne e profumi, che per oltre settant’anni ha rappresentato molto più di un negozio: un punto di riferimento affettivo e quotidiano per intere generazioni.

Una vita in cartoleria

Un luogo dell’anima, come lo definisce chi l’ha frequentato per decenni. Dove bambini diventavano studenti, gli studenti crescevano e diventavano genitori. Ma la cartoleria restava lì, fedele al suo stile, alla sua atmosfera, al volto sorridente di Vincenzina.

"La cartoleria è nata circa 100 anni fa con la nonna di Vincenzina – racconta il nipote Leonardo – ma è stata lei a prenderla in mano da giovanissima, a soli 15 anni. L’ha gestita fino alla pensione, a 65 anni, e anche dopo è sempre rimasta legata al negozio. Era parte della sua identità".

Lo storico esercizio si trovava vicino al Comune, dove oggi c’è l’ingresso di una casa privata. Dopo la pensione di Vincenzina, la cartoleria ha cambiato sede ma non ha mai lasciato la piazza, né ha perso il suo spirito. Negli anni, infatti, ha continuato a trasformarsi e ingrandirsi: da cartoleria a edicola, poi profumeria e merceria.

"Una volta i giornali arrivavano solo alla posta – ricorda Leonardo – ma l’ufficio postale era stufo e propose a mia zia di venderli. Così prese anche la licenza da edicolante. E poi aggiunse anche altri settori".

La passione per i viaggi e la lettura

Un’evoluzione continua, alimentata da una visione chiara e una determinazione tutta sua. Oggi è proprio Leonardo a portare avanti l’attività, con lo stesso amore e dedizione. Ma la zia Vincenzina era molto più di una commerciante: era una donna vivace, curiosa, piena di passioni. Amava viaggiare – Israele, Russia, Francia, Spagna – e quando partiva, era il nipote ad occuparsi del negozio. Amava la sua famiglia, in particolare la madre Caterina, che ha assistito fino alla fine con affetto instancabile. E amava leggere. Una passione profonda, tanto che fu tra le prime frequentatrici della biblioteca comunale.

"Quando ha iniziato ad avere seri problemi alla vista, è stata dura – racconta Leonardo – Non poter leggere è stata una vera sofferenza per lei. Ma non si è mai abbattuta, ha sempre tirato fuori gli artigli".

Forte, semplice, unica

Negli ultimi anni, infatti, Vincenzina aveva costruito una vita semplice, ma serena, fatta di piccoli riti quotidiani.

"Alle 8.30 andava al bar con le amiche, alle 9.30 passava in cartoleria, poi la spesa, il pranzo. Una vita regolare, ma piena. Non ha mai avuto grossi problemi di salute, fino a pochi mesi fa era ancora in giro, presente, lucida".

Ultima di tre fratelli e una sorella, viene ricordata da tutti come "una donna forte, decisa, intelligente e di una semplicità autentica". Il suo nome resterà per sempre legato a quel negozio che ha saputo trasformare in un’istituzione. Oggi, anche se la saracinesca si alza con una mano diversa, è impossibile non percepire ancora la sua impronta, il suo ordine, la sua eleganza sobria. Vincenzina non ha lasciato un vuoto: ha lasciato un’eredità.

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