Cronaca

Addio a Maria Luisa Carniti, la maestra dell'integrazione e dell'ambiente

Dopo una strenua lotta l'insegnante originaria di Pandino ha ceduto alla malattia. Una folla le ha reso omaggio alle esequie celebrate oggi, lunedì 30 giugno.

Addio a Maria Luisa Carniti, la maestra dell'integrazione e dell'ambiente
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Il caldo torrido non ha fermato la folla di parenti, amici, colleghi, ex alunni e tanti semplici cononscenti che hanno voluto rendere l'estremo omaggio a Maria Luisa Carniti, 71enne maestra elementare in pensione, che nella sua carriera ha lavorato a Caravaggio e Fornovo, mancata dopo lunga malattia.

Addio alla maestra Luisa, tra arte e integrazione

Una donna che ha dedicato la vita alla scuola, con una passione per l'insegnamento che la portava ad aiutare anche dopo il lavoro i ragazzi che chiedevano il suo aiuto. La maestra Luisa era così, e in questi giorni di lutto sono stati in tantissimi a farle visita alla sala del commiato di via Circonvallazione Specchio. Piena anche la chiesa parrocchiale durante le esequie celebrate dal parroco don Giansante Fusar Imperatore questa mattina, nonostante le vacanze, nonostante il caldo. Sposata da cinquant'anni con il marito Gianni Resmini, era madre di due figli, Marco e Alessandro, e nonna affettuosa di tre nipoti: Matteo, Edoardo e Federico. Da un anno e mezzo lottava contro il cancro e si è spenta sabato alle 12.30, nella sua casa, circondata dall'affetto dei suoi cari.

"Era originaria di Pandino, mio padre, caravaggino, l'ha consosciuta perché ha studiato alla Scuola Casearia - ha raccontato uno dei figli - si sono sposati nel 1975 e si sono trasferiti qui. Dopo il diploma magistrale ha insegnato diversi anni a Fornovo poi negli ultimi a Caravaggio, prima di andare in pensione nel 2017. Quello che la distingueva erano le diverse attività extracurricolari legate all'ambito artistico che faceva per poi declinarle a scuola, come la lavorazione della ceramica e del vetro".

La maestra Luisa aveva poi a cuore i bimbi stranieri.

"Abbiamo sempre accolto tantissimi bambini senegalesi nella nostra casa, per via dell'attività di volontariato di mio padre - ha continuato - attraverso degli amici è arrivato a casa un ragazzo, poi ha trovato lavoro, e via via altri. Poi sono arrivate le moglie e i figli volevano stare con mia madre, a lei piaceva molto aiutarli facendo doposcuola. Il tema dell'integrazione è sempre stato molto sentito, anche con altri bambini di diverse etnie. In questi giorni si sono presentati a farle visita in tantissimi.... Alcune ragazze l'avevano invitata alla festa per la loro laurea... La sua passione pr l'insegnamento era smisurata, so che era di polso ma con tatto, spronava tutti a dare il meglio. A casa però era la mamma...".

Un anno e mezzo fa ha scoperto un tumore e dopo un intervento sembrava tutto a posto, purtroppo però non è stato così.

"Ha sofferto molto - ha concluso il figlio con gli occhi bagnati dalle lacrime - sapeva ma non lo acccettava, ha lottato fino all'ultimo, anche con molta ironia. Non si è mai abbattuta. E' sempre rimasta a casa, l'abbiamo accudita noi".

Le esequie

Una chiesa gremita e commossa ha salutato l'insegnante, stimata da tutta la comunità.

"Siamo qui in tanti a condividere la sofferenza e il lutto di una famiglia - ha esordito il parroco - è stata portata via una persona che è stata significativa all'interno della nostra comunità e nelle relazioni di tante persone. La morte ci porta a ricordare il bene ricevuto, dispiaciuti del fatto di non poter continuare a condividere le esperienze di vita che abbiamo realizzato anche con questa nostra sorella. I familiari mi hanno pregato di utilizzare due letture che sono tipiche del matrimonio, le quali non ci aiutano semplicemente a dire il bene che abbiamo ricevuto ma anche che questo momento che per noi sembra un distacco è invece un compimento. Quando si lascia il nido dove si è cresciuti per sposarsi si ha la percezione di perdere qualcosa ma il desiderio dell'incontro e della comunione con l'altro fa superare ogni resistenza. Oggi noi viviamo il senso di una perdita, per lei si compie la promessa della comunione che si realizza con il Signore. Lei ora impara a guardare le cose di questo modo con la luce e gli occhi del cielo: l'invito è di imparare anche noi a guardare quello che ci è dato di vivere ancora qui sulla terra con lo sguardo di Dio".

Il ricordo delle colleghe

A nome dei colleghi che in tanti anni di insegnamento hanno condiviso le fatiche e le gioie di una professione che per la maestra Luisa era tutto, Lucia Rondelli ha letto un pensiero profondo e colmo d'affetto, con un nodo in gola.

"Ti ricordiamo, Luisa, con la tua vera, sincera e profonda passione per l'insegnamento - ha letto trattenendo le lacrime - la tua attenzione agli "ultimi" che cercavi ed aiutavi anche dopo il lavoro. Hai iniziato i tuo percorso nella scuola degli anni '70, quando si è dato avvio a una modernizzazione del sistema scolastico intercettando le istanze maturate nella società e tu hai sicuramente portato un vento di cambiamento nella scuola, mettendo al primo posto il bambino con le sue fragilità, le sue potenzialità, il suo bisogno di essere apprezzato, di imparare attraverso il gioco, la concretezza".

Poi ha ricordato il suo arrivo a Caravaggio e il lavoro per realizzare il "Giardino Felice".

"E, arrivata alla scuola 'Merisi', hai proprio attuato questo principio della concretezza in diversi progetti di educazione ambientale che prevedevano uscite sul territorio con espertti, perché la tutela dell'ambinete è sempre stato, per te, un impegno imprescindibile per la partecipazione attiva di tutti... Ma il progetto che ti ha vista protagonista è indubbiamente la realizzazine del 'Giardino Felice' che, secondo te, doveva essere sì uno spazio di gioco, ma anche uno spazio da far vivere al bambino in modo personale e creativo. Così, facendo convergere l'impegno dei bambini, dei colleghi, degli enti locali e degli esperti... dopo anni di lavoro vedi finalemente prendere forma il 'Giardino Felice' e, con l'inaugurazione, il realizzarsi di un progetto pensato da tempo e diventato realtà: un esempio concreto di utilizzo del territorio come apprendimento esperienziale, collaborazione, senso di appartenenza alla comunità".

Infine un addio commosso.

"Oggi ti salutiamo per l'ultima volta, Luisa, dopo la tempesta, asciuga le tue lacrime e... tra le mani un filo, nel cuore un sogno, come un acquilone ecco per te arrivare il tempo di volare e di sorridere. E il tuo sorriso sia la nostra pace. Non ti dimenticheremo mai".

maestra

Il saluto commesso del figlio Alessandro

Una lettera toccante, traboccante d'amore quella che il figlio Alessandro ha voluto dedicare alla mamma prima del suo ultimo viaggio verso il tempio crematorio.

"Affido queste mie porale ai due amici più cari che ho, Antonio e Davide - hanno letto alternandosi, con la voce rotta dall'emozione - ho pianto talmente tanto per scriverle... Non volevo che le cose andassero così mamma, non lo vorrei con nessuna delle persone a cui voglio bene. Avrei voluto fosse per sempre ma non è così... Poi alzo lo sguardo al cielo, azzurro di giorno e blu di sera e mi ricordo che va bene così, perché la vita, intesa come l'insieme di tutte le cose che esistono in questo universo, è qualcosa di più grande di quel che ci abituiamo a pensare. E siccome è molto grande, essa va al di là del nostro modo di spiegare, di progettare e di programmare. La vita è la vita, se ne frega. E' qualcosa che alla fine conosciamo ancora poco, soltanto a modo nostro, in parte, anche se crediamo di conoscerla quasi tutta. E vedo la sua bellezza in questa sua immensità e poca chiarezza: l'essere piccoli come bambini all'interno di qualcosa di immenso e misterioso. Ora ho la sensazione che tu sia da qualche parte in questo universo, libera, rilassata, serena... a dipingere, a leggere un libro, a chiacchierare con qualche tua amica, a guardare il mare sentendo l'odore del sale. E questo mi basta. Grazie per la vita che mi hai regalato. Grazie per il genitore che sei stata. Sei stata una madre meravigliosa... Ti voglio bene mamma, ci vediamo ancora, buona strada. Tuo figlio Ale".

 

 

 

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