Addio a Lina Colombo, storica barista del "Cristina"

Lina a marzo ha compiuto 90 anni. Sabato scorso un malore fatale, tant’è che domenica l’anziana urgnanese è deceduta.

Addio a Lina Colombo, storica barista del "Cristina"
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Si è spenta a 90 anni Carolina Colombo, nota a tutti con il diminutivo "Lina", storica barista che per oltre 40 anni ha gestito il centralissimo "Bar Cristina" di via Roma. Malata da più di un anno di un male incurabile al pancreas, Lina a marzo ha compiuto 90 anni. Sabato scorso un malore fatale, tant’è che domenica l’anziana urgnanese è deceduta. I funerali si sono svolti martedì nella chiesa parrocchiale, gremita di persone accolte per porgere l’ultimo saluto all’amata compaesana.

Chi era Lina?

Lina era una donna di cuore. Allegra e cordiale, aveva l’usanza di salutare le persone baciandole e dicendo loro "bela stela". Era una donna brillante che sin da piccola si è dovuta dar da fare per superare le avversità della vita. Lina, originaria della frazione Basella, all’età di cinque anni era solita alzarsi alle cinque del mattino per andare a mungere le vacche e sistemare la stalla, e poi verso le otto si dirigeva a scuola. Terminate le lezioni tornava subito in stalla a lavorare. Da bambina è stata ammalata di tifo, ma grazie all’isolamento e al brodo di coniglio datole da sua mamma, Lina è riuscita a superare la malattia.

Il trasferimento a Milano

Da ragazza ha iniziato a lavorare in maglieria, poi si è sposata con Lorenzo Pirola e insieme a lui si è trasferita a Milano, dove ha lavorato come portinaia e ha avuto tre figli: Cristina, Donatella e Gianmario. Quest’ultimo, purtroppo, si è ammalato precocemente e all’età di 16 anni è morto. Prima di morire Gianmario aveva chiesto alla mamma di tornare a Urgnano, per aprire un bar. Contro la volontà del marito, Lina ha ascoltato l’ultimo desiderio del figlio e da Milano lei e la sua famiglia sono tornati a Urgnano dove hanno aperto un locale: il famoso "Bar Cristina", attivo ancora oggi nonostante la gestione sia passata a un’altra famiglia.

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