A caccia sulle Orobie con balestra e lupara: l'incredibile sequestro contro i bracconieri
Cacciavano cervi e caprioli di notte, utilizzando anche fari alogeni per illuminare i "prati del Moschèl". Denunciati quattro bergamaschi, che sparavano senza alcuna licenza.

Sembra incredibile che ancora nel 2022 si possa praticare la caccia di frodo, a colpi di balestra e di lupara, in una piccola e spettacolare valle bergamasca frequentatissima da migliaia di escursionisti. Eppure succede anche questo, come ha dimostrato in questi giorni la Polizia Provinciale di Bergamo a Valzurio, un piccolo scrigno di natura alpina che si trova ad Oltressenda Alta, sul versante Nord della Presolana.
Bracconieri con la balestra
I controlli sono scattati nelle località Valzurio, Spinelli, Fondra e sui celebri "prati del Moschel". Dopo un anno e mezzo di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e decine di appostamenti e servizi di osservazione e controllo del territorio, la Polizia Provinciale ha effettuato tre distinte operazioni antibracconaggio nell’arco di poche settimane, culminate con una serie di perquisizioni locali disposte dalla Procura ed eseguite dagli uomini del nucleo ittico-venatorio di Via Tasso.
Un fucile a canne mozze rubato
Complessivamente sono state rinvenute e poste sotto sequestro quattro armi di cui una carabina di grosso calibro: tre delle quattro armi risultavano detenute illegalmente e in particolare una di queste, un fucile a canna liscia calibro 12 con canne mozze (una vera e propria lupara) è risultata essere oggetto di furto. Sono state inoltre rinvenute centinaia di munizioni, tra le quali cartucce a palla e a pallettoni – tutte illegalmente detenute – polvere da sparo per il confezionamento di munizioni, una balestra da caccia con ottica di puntamento e visore notturno un faro alogeno e carne di selvaggina congelata.
Quattro bracconieri bergamaschi, tutti senza licenza
Quattro i soggetti coinvolti, tutti residenti in zona, nessuno dei quali è risultato in possesso della licenza di caccia né dei titoli necessari per la detenzione di armi e munizioni, alcune delle quali sono state rinvenute smontate e occultate in tubi in plastica all’interno degli edifici rurali nella disponibilità degli indagati.
Una sfilza di reati contestati
Numerosi i reati per i quali i quattro sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e dei quali dovranno rispondere in concorso tra loro: si va dal porto abusivo di arma da fuoco, alla detenzione illegale di armi e munizioni, alla ricettazione di arma rubata, alterazione di armi, porto abusivo di oggetti da punta e da taglio atti ad offendere, esplosioni pericolose in centro abitato, caccia in periodo di divieto generale e con mezzi non consentiti oltre a numerosi illeciti amministrativi per la mancanza di qualsivoglia titolo autorizzativo necessario per praticare l’attività venatoria.
Cacciavano cervi e caprioli di notte
Le attività di bracconaggio venivano perpetrate quasi esclusivamente nelle ore notturne, talvolta in luoghi dove i soggetti si appostavano in attesa della fauna selvatica - in particolare cervi e caprioli - altre volte invece a bordo di un fuoristrada con il quale perlustravano attraverso fari alogeni i prati della Valzurio: in questo contesto è risultata particolarmente impegnativa l’attività di monitoraggio e osservazione degli uomini di Via Tasso che hanno dovuto svolgere numerosi servizi appiedati, facendo uso di termocamere nelle ore notturne in un contesto operativo tutt’altro che scontato.
“L’entità e la reiterazione degli illeciti contestati in materia venatoria e i gravi reati in materia di detenzione e uso delle armi dimostrano come non si debba mai abbassare la guardia – afferma il Comandante della Polizia Provinciale Flavio Lucio Rossio – tuttavia la prevenzione, il presidio del territorio, la collaborazione con il mondo venatorio e gli altri portatori di interessi rimangono la priorità del nostro Servizio: la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e la Polizia Provinciale sarà sempre in prima linea per tutelare ogni specie selvatica nell’interesse dell’intera comunità”.