A 21 anni dal femminicidio di Paola Mostosi, Verdellino inaugura l'aiuola delle Iris
L'appuntamento è per sabato 21 ottobre 2023, alle 15.30, al parco Baden Powell (Centro Sociale) in via degli Oleandri
"Una Iris per non dimenticare", il progetto botanico dedicato a Paola Mostosi e a tutte le donne vittime di violenza arriva in paese.
Una Iris per non dimenticare
Sabato 21 ottobre 2023, alle 15.30, al parco Baden Powell (Centro Sociale) in via degli Oleandri si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’aiuola delle Iris provenienti dalla collezione di Luigi Mostosi, padre - ormai anche lui scomparso - della giovane sequestrata e uccisa a soli 24 anni nel marzo del 2002. A portare avanti il progetto di sensibilizzazione è la sorella di Paola, Cristina Mostosi, che sarà presente sabato per portare la sua testimonianza e scoprire la targa dedicata alla memoria dell’amata sorella. Al termine verrà proiettato il documentario "L’Iris guerriera" e il pomeriggio terminerà poi con l’esibizione del gruppo musicale "Disaster zone".
Sequestrata e uccisa 21 anni fa
Anche Verdellino vuole fare la sua parte nella lotta contro la violenza sulle donne. E proprio a Verdellino viveva l’assassino di Paola, l’allora 32enne Roberto Paribello, camionista originario di Salerno, reo confesso e condannato in via definitiva all’ergastolo.
Paola, la mattina del 26 marzo 2002, era uscita dalla sua casa di Torre Boldone e, imboccata la A4, si stava dirigendo in ufficio. Si era laureata in Economia e lavorava in uno studio di commercialisti. Poco prima di raggiungere il casello di Dalmine, però, si accorge che il camion che la precede sta perdendo detriti che sono finiti sulla sua auto, danneggiandola. Così entrambi si fermano in una piazzola per compilare la constatazione amichevole, ma la situazione degenera.
Legata in cabina tutto il giorno
Il camionista inizia a metterle le mani addosso e lei minaccia di denunciarlo. Allora lui la afferra e dopo averla spinta sulla cabina del suo Tir la ammanetta. La lascerà così, legata e imbavagliata, perché nessuno possa sentire le sue urla, per tutto il giorno. Prosegue con le sue consegne e la sera torna a casa dalla moglie. Paola resta sola e legata per tutto quel tempo finché il camionista non torna a finire il suo lavoro. La strangola e getta il corpo esanime della 24enne in un torrente in secca vicino alla centrale elettrica di Marne, a Filago. Il suo corpo viene ritrovato il giorno seguente, da un contadino. Nel frattempo i carabinieri avevano ritrovato la sua auto, ancora ferma in autostrada. In serata i famigliari ne avevano denunciato la scomparsa facendo partire le indagini.
Condannato all'ergastolo
A incastrare il camionista fu il telefono della giovane che, ingenuamente, aveva deciso di regalare alla moglie. Fermato dai carabinieri respinse la accuse salvo poi confessare il delitto davanti all’evidenza delle prove raccolte dagli inquirenti. Passerà in carcere il resto della sua vita. L’autopsia sul corpo di Paola escluse la violenza sessuale, ma il decesso sopraggiunse dopo ore di agonia durante quella notte da incubo.