Morti bianche: 375 le vittime nei primi cinque mesi dell'anno
Il triste primato va alla Lombardia: la fascia più colpita riguarda gli uomini tra i 55 e i 64 anni
Morti bianche, un fenomeno ancora troppo presente: 375 le vittime nei primi cinque mesi dell'anno. E' il tragico bilancio degli infortuni sul lavoro in Italia: 11 i casi in più rispetto al 2016, i più colpiti sono i lavoratori tra i 55 e i 64 anni.
Una situazione che non accenna a migliorare
Come emerge dall’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base dei dati INAIL, la situazione nella penisola italiana non accenna a migliorare. Nei primi cinque mesi del 2017, infatti, sono stati registrati 375 infortuni mortali di cui 271 in occasione di lavoro e 104 in itinere. Sono 11 le vittime in più rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (364 casi registrati nel 2016). A morire sono soprattutto le persone con più anni di esperienza sul lavoro, ovvero la fascia che coinvolge lavoratori con età compresa tra i 55 e 64 anni. In questo caso, l’indice di incidenza sugli occupati è pari al 24,5 (33,9% del totale) con 92 casi registrati. A seguire troviamo la fascia dei 45 – 54 anni (indice di incidenza di 11,1, pari al 28,4% del totale con 77 casi). Ovviamente le cause sono molteplici, sicuramente vanno ad incidere la troppa sicurezza con cui si affronta il lavoro e il conseguente abbassamento della soglia di attenzione e di percezione del rischio.
Il triste primato della Lombardia
Il triste primato di regione più colpita spetta alla Lombardia che registra 28 casi di morti bianche seguita da Emilia Romagna (27 decessi), Sicilia e Veneto (entrambe con 24 vittime).
I dati per provincia, invece, posizionano al primo posto Roma, con 12 casi registrati e un indice di incidenza sugli occupati pari a 6,8. Subito dopo si trovano Pescara e Torino, entrambe con 11 casi e, al terzo posto, L’Aquila con 8. Analizzando la graduatoria in base all’indice di incidenza sugli occupati, il Sud e le Isole risultano essere le aree maggiormente colpite dal triste fenomeno delle morti bianche con un valore pari al 20,9 e 14,1. Segue il Nord Est con un indice del 12,2.
Più colpiti gli uomini
Le morti bianche che hanno coinvolto gli uomini sono state 250 pari al 92,3% dei casi, mentre il restante 7,7% è rappresentato dalle donne con 21 casi registrati. Il settore economico non è determinabile per il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro (104 casi, pari al 38,4%). Gli altri ambiti più colpiti sono le Costruzioni e le Attività Manifatturiere (39 e 36 casi).
Un altro operaio con le ali, libero di volare in Paradiso, ha smesso di essere precario, di camminare sulla lama del rasoio, di essere umiliato spinto fino all'argine del burrone, ha smesso di chinare la testa, di rischiare la vita ogni giorno, di essere sfruttato e malpagato, in cambio ci ha rimesso la vita. Bella eredità abbiamo lasciato hai nostri figli, un mondo con meno diritti e molti più poveri, siamo stati proprio bravi ci dovremmo vergognare, invece come gli struzzi ci nascondiamo,infiliamo la testa, nei luoghi comuni, la colpa è sempre di qualcun 'altro , c'è sempre un buon motivo per giustificare la nostra inerzia, assomigliamo sempre di più a chi comanda, ora con noi è la terza generazione che va a puttane, che vogliamo fare ? si può credere ancora ho dobbiamo mollare ?