Verme nel piatto alla mensa della scuola materna "Marta"

E' successo a febbraio, ma la notizia è stata diffusa solo in questi giorni.

Verme nel piatto alla mensa della scuola materna "Marta"
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Tra i fagiolini della mensa spunta un vermicello. E’ la poco gradita sorpresa capitata a un bimbo di 4 anni che frequenta la scuola materna «Marta» in frazione Geromina. Una vicenda avvenuta il 22 febbraio scorso, ma divenuta di dominio pubblico negli ultimi giorni. Un episodio che riapre il dibattito sulla qualità del servizio che la società «Gemeaz» fornisce alla scuole trevigliesi, che si aggiunge alle annose polemiche relative ai costi.

Verme nel piatto

Dopo il rinvenimento della larva è stata subito attivata la procedura prevista in questi casi, con i coinvolgimento dell’Ats e del Comune. Quest’ultimo, tramite la responsabile dei servizi scolastici, Luigina Marone, ha i subito interpellato Gemeaz per avere spiegazioni in merito. La società ha comunicato di aver ritirato il pasto «incriminato» e di aver avviato la procedura di tracciabilità per identificare il prodotto all’interno del quale era presente il verme.

I controlli di Gemeaz

E’ emerso che quel giorno nel piatto c’era anche uno sformato di ceci con pomodoro «per la produzione del quale - è scritto in un report - tutti gli ingredienti vengono passati e omogeneizzati con attrezzatura idonea che ne determina una riduzione a passato, che non consentirebbe il mantenimento di un infestante integro come quello ritrovato». E’ chiaro, quindi, che la larva era contenuta all’interno dei fagiolini. «Questo prodotto viene sottoposto a molteplici controlli, dalla materia prima, fino al prodotto finito - ha sottolineato il titolare dell’azienda che fornisce i fagiolini a Gemeaz - Ci teniamo a far presente che trattandosi di un prodotto biologico è maggiormente probabile che possa essere contaminato da insetti e infestanti rispetto a un prodotto convenzionale. Anche il personale è stato sensibilizzato alla maggiore attenzione nelle fasi produttive di lavaggio e cernita».

Caso chiuso?

Caso chiuso? Assolutamente no. Anna Santonicola, presidente della Commissione Mensa di Treviglio, prendendo spunto dall’episodio ha voluto rimarcare nuovamente le problematiche relative al servizio mensa e che, da quando è attiva la «squadra» di assaggiatori, stanno emergendo con sempre maggiore frequenza. «A parte il poco gradimento del menù da parte dei bambini, visto il largo uso dei legumi e l’eliminazione totale degli insaccati, ci sono continue segnalazioni di bassa qualità, sia per le materie prime che per il cibo prodotto - ha spiegato Santonicola - Motivo per cui, più di una volta, il 70% dei pasti è finito nella spazzatura».

Evitiamo inutili allarmismi

«Sono dispiaciuta per quanto accaduto - ha commentato la vicesindaco Pinuccia Prandina - ma eviterei di fare dell’inutile allarmismo. Tanto più che la vicenda è avvenuta un mese fa e subito tutti gli organi preposti si sono attivati immediatamente. La Gemeaz fornisce a Treviglio 1800 pasti al giorno, ovvero 36 mila al mese. E’ la prima volta che accade una cosa simile, quindi non ne farei un caso. Del resto, utilizzando prodotti biologici, può succedere».

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