Vaccini ai bambini: "È molto più pericoloso non farli, ne ho visti molti stare molto male per il Covid".
"In Italia fino a oggi sono morti trentaquattro soggetti in età pediatrica a causa del Covid, nessun’altra malattia infettiva è stata così mortale in questi quasi due anni"
Giovanna Mangili dirige l’unità della Patologia neonatale del Papa Giovanni e poche persone oltre a lei, in provincia di Bergamo, hanno davvero il quadro di quanto e come anche sui più piccoli il Covid-19 possa fare danni. Intervistata da PrimaBergamo, la dottoressa ha fatto il punto sui due anni di pandemia "dal punto di vista" di una categoria molto spesso dimenticata, perché "tanto a stare male sono soltanto gli anziani". Ebbene, non è vero.
Dottoressa, è pericoloso vaccinare i bambini contro il Covid?
«No, non è pericoloso. È molto più pericoloso non vaccinarli. Prima di tutto per loro stessi. In Italia fino a oggi sono morti trentaquattro soggetti in età pediatrica a causa del Covid, nessun’altra malattia infettiva è stata così mortale in questi quasi due anni. I bambini vanno vaccinati. Ho visto diversi bambini stare molto male a causa di questo virus, perché dobbiamo esporli al rischio?».
A Bergamo avete avuto il primo caso di neonato affetto da Covid.
«Sì, erano i primi giorni del terribile marzo 2020. Non sapevamo che cosa fare, ma il bambino se l’è cavata. Abbiamo avuto mamme malate di Covid che hanno dato alla luce i loro bimbi e non sapevamo bene come comportarci... Le indicazioni arrivate dai cinesi dicevano che bisognava subito separare i neonati dalle mamme. Noi abbiamo fatto la scelta diversa, dopo avere analizzato la questione con i pochi dati che avevamo a disposizione abbiamo deciso di tenere insieme mamma e neonato. Ci è andata bene, è stata la scelta giusta».
Lei insiste sulla necessità di proteggere i bambini dal Covid.
«Sì, certo, i dati a nostra disposizione sono molto chiari: il rischio comportato dal vaccino è praticamente nullo. Negli Stati Uniti hanno vaccinato più di cinque milioni di bambini senza effetti collaterali di una qualche gravità, ormai la casistica è molto ampia e ci conforta, ci dà sicurezza. La rivista Nature, la più prestigiosa in campo scientifico internazionale, ha riportato nel numero del 16 dicembre scorso un articolo importante in cui fornisce proprio questo dato: negli Usa sono stati vaccinati oltre cinque milioni di bambini tra i cinque e gli undici anni, senza impatti negativi importanti».
Si dice che i bambini rappresentino il più temibile veicolo di trasmissione del Covid.
«Per forza, se tutti gli adulti sono vaccinati, allora il virus passa attraverso i bambini, si “concentra” soprattutto su di loro. È una cosa negativa per tutti, per i bambini e per gli adulti dal sistema immunitario debole. La vaccinazione dei minori aiuta i bambini e gli adulti più fragili. Vede, il Covid ha avuto un impatto molto negativo su bambini e adolescenti, molto negativo. La mia collega di neuropsichiatra infantile, Patrizia Stoppa, mi informa dell’aumento forte tra gli adolescenti di casi di autolesionismo, di tentativi di suicidio, di depressione, disturbi alimentari dovuti all’isolamento, a questo clima di paura... Questo Covid bisogna sconfiggerlo».
Ci sono genitori che si preoccupano, dicono che i bambini sono fragili, la vaccinazione li spaventa...
«Ma le vaccinazioni si sono sempre fatte in età infantile e hanno fatto crollare la mortalità dei bambini nel corso del Novecento. Lo sa che negli anni Venti e Trenta in Bergamasca un bambino su cinque moriva nel primo anno di vita? E lo sa quanti sono adesso? Adesso ne muoiono tre su mille. Grazie alla medicina, grazie alla scienza. In Italia oggi ai bambini vengono somministrati in via obbligatoria i vaccini antitetanico, antipolio, antidifterico, antiemophilus influentae, antivaricella, antiparotite, antimorbillo, antirosolia, tutte malattie che seminavano morte. L’organismo dei bambini è molto attivo e reattivo, sopporta le vaccinazioni meglio che gli adulti».
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