L’albero di Natale che campeggia su una collina di Gubbio, il più grande del mondo, ha ispirato il comitato del quartiere dei Gazzi di Martinengo: in un campo ha realizzato un’opera grandiosa, che vanta poco meno di diecimila luci.
Maxi albero di Natale
L’originale idea è venuta al presidente del comitato, Maurizio Busetti, e da settembre tutti si sono messi alla ricerca del materiale, rigorosamente riciclato, quindi è stato steso il progetto e durante un fine settimana una quindicina di volontari si sono dati fare per montarlo. Recuperate le luci, il maxi albero ha brillato in tutta la sua bellezza ieri, lunedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione.
“Dal 2015 il comitato allestisce la via per le feste natalizie e un gruppo di volontari ha preparato una stella cometa, illuminata grazie alla corrente fornita dalla famiglia Gibellini, con alberello e auguri – ha esordito il presidente – tuttavia quest’anno abbiamo voluto fare qualcosa in più. Guardando il magnifico albero di Gubbio, che campeggia su una collina, ho pensato che anche noi, nel nostro piccolo, potevamo realizzarne uno grande, e così ne ho parlato con il comitato e ci siamo messi all’opera: prima abbiamo recuperato dai cassoni dei rottami i tondini di ferro che vengono usati in edilizia per realizzare le gabbie dei pilastri, necessari per costruire lo scheletro. Il messaggio infatti è che i materiali di scarto devono e possono essere riutilizzati per fare tante cose. Poi abbiamo steso il progetto tecnico, con la particolarità di prevedere una pendenza che desse in qualche modo profondità, visto che noi non siamo in collina ma in pianura. A questo punto abbiamo saldato insieme i tondini e li abbiamo installati in un campo che si trova circa a metà via, di proprietà della famiglia Orsini, che ha messo a disposizione anche la corrente per illuminare l’albero: poco meno di diecimila luci a led, acquistate per la maggior parte grazie ai fondi raccolti con la festa ‘Polenta e Sopei’, il resto prestate da un residente del quartiere. Abbiamo poi aggiunto una natività in legno, che ha tagliato un falegname sempre del quartiere. Un grazie di cuore a tutti i volontari che hanno lavorato sodo e a coloro che hanno collaborato in qualche modo”.
