Caravaggio

"Temevo mi cadessero i calcinacci in testa, ho dovuto smettere"

Il "Caffè della stazione" ha chiuso il 24 novembre, le Fs non hanno raccolto la richiesta di manutenzione straordinaria della barista che lo gestiva da 13 anni

"Temevo mi cadessero i calcinacci  in testa, ho dovuto smettere"
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Il "Caffè della stazione" di Caravaggio ha chiuso il 24 novembre per cessata attività e rischia di non riaprire più. La titolare ha gettato la spugna sconsolata: "Temevo mi cadessero calcinacci in testa, le Fs non intervengono".

Chiuso il "Caffè della stazione"

Una situazione surreale quella del bar noto in città come il "cafferino", un punto di riferimento per tutti i viaggiatori e non solo: il locale infatti, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, versa in condizioni pietose e, nonostante i continui solleciti da parte di Giusy Inico, che lo ha gestito negli ultimi 13 anni, non c’è stato nessun intervento.

"Mio padre, Giovanni ma per tutti era Giom, aveva un bar in via Prata, che ha chiuso nel 1976, e sin da piccola ho sempre sognato di aprirne uno anch’io - ha raccontato, con profonda amarezza - dopo aver lavorato per anni alla ex 'Imec' ero finalmente riuscita a realizzare il mio sogno gestendo il locale della stazione: era il 24 dicembre 2011 quando ho cominciato. Negli anni la struttura ha evidenziato i segni del tempo, con le infiltrazioni di acqua che sono diventate importanti, quasi 'pioveva' addosso ai clienti mentre bevevano il caffè... Le 'cascate' sono spuntate poi anche nell’area dove lavoravo io e temevo mi cadessero i calcinacci in testa. Questo evidentemente pesava anche sul giro d’affari, in più, col rinnovo del contratto d’affitto, nel 2016, mi sono ritrovata a dover pagare il doppio e non ce l’ho più fatta a sostenere le spese. Ho provato a vendere la licenza ma chi è venuto a vedere il locale ha poi salutato, anche perché avrebbe dovuto rifare tutti gli impianti'.

Caffè della stazione
Giusy Inico e il marito

Solleciti caduti nel vuoto

Una decisione molto sofferta quella della barista.

"Il mio primo sollecito alle Fs risale al 2016, dopo due anni sono venuti a fare delle fotografie allo stabile ma poi non si è visto più nessuno - ha continuato - si è invece vista l’Asl e a quel punto ho imbiancato tutto, rifatto il pavimento e la tettoia all’esterno, a spese mie. Non potevo però farmi carico anche del tetto... Tanto più che prima eravamo in due a gestire il bar ma poi, nel 2017, abbiamo avuto dei problemi e sono rimasta da sola. L’ultima mail che ho inviato alle Fs nel 2020, con tanto di foto allegate, non ha sortito alcun effetto. Il bar era sempre aperto, non c’era il giorno di chiusura, la mattina in settimana si partiva alle 4.20 mentre sabato e domenica alle 5.20, e via fino alla sera alle 19.30-20.30. Avevo anche tabacchi, lotto, servizio posta per i pacchi, ricariche. In passato tenevo pure i giornali. Un peccato lasciare, ma non posso lavorare in condizioni simili, la licenza l’ho riconsegnata al Comune"

Caravaggio Il caffè della stazione chiude
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