Taglio del nastro per la "nuova" sede della Quercia di Mamre
L’associazione trevigliese esiste dal 2013 come servizio mensa per donare un pasto caldo alle persone che stanno vivendo momenti di difficoltà.
È stata inaugurata nei giorni scorsi la "nuova" sede per la “Quercia di Mamre”, l’associazione trevigliese presente dal 2013 come servizio mensa per donare un pasto caldo alle persone che stanno vivendo momenti di difficoltà.
Treviglio e la Quercia di Mamre
La “Mensa per i bisognosi” è un servizio molto importante per il territorio attivo tutti i giorni della settimana dal lunedì al sabato dalle 11.30 a 12.30.
Protagonisti i tanti volontari, una settantina, suddivisi in squadre, che con costanza si alternano nei giorni di servizio. All’inaugurazione della sede rinnovata, con tanto di ampia cucina, magazzino e spazi comuni, diverse le autorità presenti tra cui il primo cittadino di Treviglio Juri Imeri, il sindaco di Calvenzano Fabio Ferla con il vicesindaco Sara Ferrari e il parroco trevigliese monsignor Norberto Donghi.
Venire incontro ai più fragili
La “Quercia di Mamre” è nata nove anni fa dall’idea di dodici soci fondatori con la mission di venire incontro alle difficoltà quotidiane di alcune persone e famiglie fragili. Si è creata così una rete territoriale sempre più ampia, e ormai di riferimento: una rete di grande solidarietà ma anche di duro lavoro e impegno.
In cucina, durante la preparazione straordinaria del pasto domenicale per gli ospiti, erano tanti i volti sorridenti degli operatori che rendono l’associazione un “Posto magico in cui i volontari, in silenzio, regalano il loro tempo, le loro energie e il sorriso ai meno fortunati del nostro territorio per garantire un pasto caldo anche a chi non può permetterselo”, come ha dichiarato la sindaca di Misano Daisy Pirovano.
Nell’ambito dell’associazione anche un altro progetto sociale importante si sta facendo strada con la partecipazione dei Lions: “Il recupero alimentare”. Un modello innovativo di gestione sostenibile delle eccedenze alimentari con la redistribuzione dei beni e una possibilità di inclusione sociale attraverso l’ inserimento lavorativo di soggetti fragili.