Caravaggio

"Sono un servo inutile" e la comunità dei fedeli si stringe a don Claudio Bressani

La prima messa del sacerdote domenica 11 giugno ha visto una Parrocchiale gremita. Ricordando la nonna defunta si è commosso.

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Una folla oceanica ha gremito all’inverosimile la chiesa dei santi Fermo e Rustico per la prima messa di don Claudio Bressani domenica 11 giugno, il 40enne caravaggino ordinato sacerdote sabato scorso nella cattedrale di Cremona.

Don Claudio Bressani celebra la prima messa

Una domenica di grande festa per la comunità dei fedeli quella appena trascorsa. In tantissimi hanno preso parte al corteo che ha accompagnato il novello sacerdote dalla splendida chiesetta di Santa Liberata a quella Parrocchiale, tra le allegre note della banda e i rintocchi delle campane. All’ingresso scroscianti applausi fino all’altare, e in prima fila a salutarlo c’erano i familiari emozionati e le autorità comunali. Presenti anche gli scout di Caravaggio, e i cresimati. Una messa solenne, allietata dai canti della corale don Domenico Vecchi e dal suono delle trombe.

Il parroco: "Il mistero della Croce segna la nostra vita"

A concelebrare il rito religioso con don Bressani c'erano diversi sacerdoti che hanno condiviso con lui l'emozione della sua prima volta da consacrato sull'altare della chiesa della sua città: tra gli altri il parroco monsignor Giansante Fusar Imperatore, i vicario don Andrea Piana, il collaboratore parrocchiale don Bruno Grassi, l'ex parroco don Angelo Lanzeni, l'ex parroco di Masano don Marco Leggio e il giovane Andrea Bani che  avrebbe avuto la stessa gioia in serata, ad Agnadello.

"Mentre celebriamo la tua prima messa permetti che condivida con te qualche ricordo di me che sono già arrivato alla celebrazione di 18.918 messe, un'enormità - ha sorriso il parroco nell'omelia - ieri sera mentre eri sdraiato per terra nella cattedrale di Cremona e invocavamo i santi per la tua ordinazione, ricordavo che 43 anni fa mi sono sdraiato anch'io, e così ha fatto 30 anni fa don Bruno, e 18 anni fa don Andrea, 70 anni fa don Franco Perdomini, qualcosa lega noi del presbiterio diocesano, il fatto di avere una comune radice là... I sentimenti sono tanti, in questi anni del mio cammino sacerdotale ci sono stati momenti diversi, non tutti belli, non tutti felici. E noi non siamo qui, don Claudio, ad augurarti una vita sacerdotale felice, no... Siamo qui a pregare per te perché si renda vero quello che ti ha detto il vescovo Antonio Napolioni".

E ha citato le sue parole: "Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della Croce".

Poi ha aggiunto:

"Il mistero della Croce segna la nostra vita, non perché la vita sacerdotale dev'essere una sofferenza, non questo - ha spiegato - ma dev'essere una croce, quell'elemento che si staglia tra il cielo e la terra, che è il servizio che come sacerdote sarai chiamato a svolgere là dove il vescovo ti manderà".

La processione Corpus Domini e il dono del sindaco

Prima del termine della messa, il novello sacerdote ha attraversato le strade cittadine in processione per il Corpus Domini, sotto un maestoso baldacchino dorato sorretto dagli scout, preceduto da uno stuolo di chierici e seguito dai fedeli. Al rientro nella Parrocchiale è arrivato anche il saluto ufficiale del sindaco Claudio Bolandrini, che gli ha consegnato anche un dipinto.

"La città partecipa con affetto alla grande gioia dell'ordinazione sacerdotale - ha detto il primo cittadino rivolgendosi al prete novello - e assicura il proprio impegno nell'accompagnarti nella missione che ti è stata assegnata, in coerenza e fedeltà a una scelta decisamente coraggiosa nei nostri tempi. Ci permettiamo quindi, a nome dell'Amministrazione e dell'intera comunità, di omaggiarti di un piccolo dono: un'opera che rappresenta la nostra chiesa parrocchiale, perché ti senta sempre accompagnato dalla comunità di Caravaggio".

Il commosso ricordo della nonna

Una cerimonia religiosa davvero sentita e partecipata, e la commozione tradita dal 40enne nel ricordare la nonna defunta ha regalato un tocco di umanità in mezzo al fumo dell'incenso, gli abiti regali e i riti solenni, che l'hanno resa più vera e intensa.

"Sono servo inutile, con questa convinzione mi accingo a iniziare il ministero che mi è stato affidato - ha esordito - riconoscersi tali fa nascere il desiderio e il bisogno di dire dei grazie. A Dio, ci ha messo parecchio a farmi comprendere e accettare la strada che aveva scelto per me. Grazie alla mia famiglia, papà Giancarlo e mamma Oliva, che mai hanno fatto mancare il sostegno nelle scelte e nelle varie strade che ho percorso. A miei nonni, esempio di vita spesa nell'amore e nella dedizione. Il nonno Celeste, mio padrino di battesimo, oggi è qui con me e accanto a noi, anche se non fisicamente, c'è certamente la nonna che proprio ieri avrebbe festeggiato il suo compleanno... Ora è insieme al nonno Mario e alla nonna Gina e partecipano dal paradiso a questa Eucarestia".

Parole pronunciate con il groppo in gola.

"Grazie alla mia Caravaggio"

Un grazie don Bressani lo ha rivolto anche al fratello Davide con Valeria, alla nipotina Azzurra, e a tutti gli altri familiari, ma anche a Papa Benedetto XVI che ha definito "Stella luminosa che ha guidato la mia vocazione al ministero attraverso scritti e incontri personali".  Ringraziamenti anche ai vescovi, ai sacerdoti  incontrati sin da bambino e nel cammino verso il sacerdozio, la "dolce mano di Dio che mi guidava nel sentiero che Lui ha tracciato per me". E poi  un grazie agli amici, ai seminaristi, alle comunità servite, all'Amministrazione comunale, alle associazioni, ai malati in ascolto alla radio parrocchiale, agli ordini di cui è membro, in particolare alla sezione di Bergamo e Sondrio dell'Istituto nazionale per la guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon, che ha guidato.

"Il grazie più commosso alla mia comunità, quella che mi ha generato alla fede, alla mia Caravaggio - ha concluso - mi avete sopportato e supportato in tanti anni... I vari gruppi chierichetti che ho avuto la gioia di guidare ed amare, sentitevi anche voi un po' in colpa se oggi sono qui, le donne delle pulizie, i volontari. E chi ha preparato la festa oggi, che non è per me ma per ringraziare il Signore che di nuovo dona un sacerdote alla guida della sua chiesa: sono passati dieci anni dall'ordinazione del caravaggino don Michele Rocchetti: non abbiate paura ragazzi, non è una vita di rinuncia quella che il Signore ci chiede, ma piena di amore e di gioia".

Invocando la Vergine di Caravaggio ha infine salutato la comunità che potrà contare sempre su di lui "come il più devoto dei suoi figli" e in chiesa è scoppiato un fragoroso applauso.

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