ValBrembo

Sabato riapre le Cornelle (con due cuccioli di otocione, gli unici in Italia)

Moa e Giuba per la femmina, Nilo o Kowie per il maschio: online il contest per il nome da assegnare ai due piccoli

Sabato riapre le Cornelle (con due cuccioli di otocione, gli unici in Italia)
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Riapre sabato 19 febbraio il Parco Faunistico Le Cornelle.  Dopo la pausa invernale, la struttura di Valbrembo festeggia tra l'altro anche la nascita di due cuccioli di otocione, unici esemplari in Italia.  Che, come ormai tradizione delle Cornelle, saranno "battezzati" dai visitatori, tramite un contest online per stabilirne il nome. Si potrà votare il nome preferito direttamente sulla pagina Facebook del Parco da oggi, martedì 15, a giovedì 17 febbraio. Due le opzioni possibili, Moa e Giuba per la femmina, Nilo o Kowie per il maschio, tutti nomi di fiumi africani così come quelli di mamma e papà.

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Gli otocioni delle Cornelle

La famiglia di otocioni, spiega il Parco in una nota, è composta da mamma Kasai, nata nell’aprile del 2020 in uno zoo della Repubblica Ceca, papà Kwango, nato a maggio 2020 in un parco francese, e dai loro primi cuccioli nati lo scorso 4 dicembre e già pieni di una curiosità irrefrenabile e grande indipendenza. I piccoli, infatti, nel giro di pochi giorni avevano già aperto gli occhi e, in poco più di un mese, hanno cominciato lo svezzamento, complici le attenzioni e l’impegno di entrambi i genitori.

Le orecchie per cacciare gli insetti

L’otocione ( Otocyon megalotis) è una piccola volpe che ricorda quello un procione, ma la particolarità della specie sta nelle ampie orecchie a pipistrello, funzionali al mantenimento della loro dieta a base di… insetti! Questa specie di canidi, tipica dell’Africa subsahariana, infatti, è ghiotta di insetti e aracnidi, in particolare di termiti, formiche, scorpioni e ragni che individua proprio grazie alle enormi orecchie paraboliche - dall’udito sopraffino - che permettono di setacciare il terreno con minuzia.

La famiglia di otocioni condivide con grande serenità parte dell’exhibit con i potamoceri, animali anch’essi provenienti dall’Africa subsahariana, abituati a vivere in spazi simili a quelli dei suoi compagni. Le due specie hanno trovato un buon feeling e la condivisione procede a gonfie vele.

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