Caravaggio

"Portateci in Italia!": cinque ragazze ucraine dall'incubo della guerra alla città del Merisi

Le giovani in contatto con l'insegnante Marco Tibaldini di Arzago hanno alloggiato al Santuario.

"Portateci in Italia!": cinque ragazze ucraine dall'incubo della guerra alla città del Merisi
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Dall’incubo della guerra, di una vita sospesa in una città bombardata dai russi vicino a Leopoli, alla spensieratezza di un viaggio fuori dall’Ucraina, il primo, desiderato tanto quanto insperato, arrivato quasi per caso nella lontana Italia. Per quattro studentesse di Novyi Rozdil quello che si è appena concluso è stato il coronamento di un sogno, realizzato grazie a un gruppo di volontari che le hanno condotte al Santuario di Caravaggio, dove hanno alloggiato per poi partire alla scoperta del nostro Paese.

Cinque ucraine dalla guerra a Caravaggio

Tutto è nato dall’iniziativa si uno storico dell’università di Genova, l’arzaghese Marco Tibaldini, membro dell’associazione italiana insegnanti di Storia «Clio92», che fa parte del network europeo «EuroClio» istituita dal Consiglio d’Europa.

"Dopo l’aggressione russa all’Ucraina abbiamo contattato la nostra sede all’Aia, chiedendo se i colleghi ucraini fossero stati sentiti in merito a quello che stava accadendo - ha spiegato Tibaldini - la risposta è stata negativa e così il 26 febbraio noi abbiamo scritto alla loro associazione, che ci ha risposto in giornata. Erano stupiti, siamo molto considerati nell’ambiente".

I contatti sono proseguiti e il sodalizio ha chiesto se poteva rendersi utile in qualche modo.

"Ci hanno chiesto bicchieri di carta perché la loro città si trova su una rotta di profughi e offrono loro del tè caldo, ma di tazze non ce ne sono più - ha raccontato - Ci è sembrato incredibile che con tutto quello che stanno vivendo ci chiedessero solo quello".

Alla fine sono cominciati viaggi in cui è stato inviato materiale per 700mila euro.

"L’ultima volta ci hanno chiesto un generatore di corrente per l’ospedale cittadino - ha aggiunto - abbiamo raccolto il denaro necessario con le parrocchie di Arzago, Vailate, Calvenzano e Brignano e glielo abbiamo portato lo scorso marzo: l’ospedale era poco più di una cascina, hanno dato vita a una catena umana per spostare il generatore, che pesa due quintali".

I volontari italiani sono poi stati invitati a visitare una scuola, dove è avvenuto l’incontro con le studentesse 17enni Anastasiia Vovk, Yarina Andriichyk, Anna Berezovska e Uliana Maznyk.

"Ci hanno fatto un po’ da guida parlando un perfetto inglese - ha ricordato il professore - ma le ho viste molto impettite e così alla fine del tour ho chiesto non solo cosa potevamo fare per la scuola ma anche per loro. Una ha preso il coraggio a quattro mano e mi ha riposto: “Portaci in Italia!”. Gli insegnanti l’hanno giudicata una richiesta un po’ impertinente ma io ho voluto esaudirla". Le ragazze sono state contattate più avanti e, convinti i genitori, sono partite accompagnate da una docente di inglese e polacco di 23 anni, Uliana Ivasiv".

"Si sono sentite donne libere"

Un’emozione indescrivibile il primo viaggio all’estero, in aereo, tutte sole... E poi l’arrivo a Caravaggio attraverso il contatto con il vicesindaco Ivan Legramandi, l’alloggio al Santuario e la visita alla Madonna. L’incontro con il sindaco Claudio Bolandrini, il tour per la città, che ha fatto da base. E poi via alla volta di Arzago, Treviglio, Pandino, Bergamo, Milano, Verona, Desenzano sul Garda, Venezia, Bologna, Maranello e altri piccoli paesi.

"Erano come sbocciate - ha sorriso Tibaldini - si sono stupite della calorosa accoglienza che hanno ricevuto, del fatto che la gente fosse interessata a loro e alla situazione in cui vivono. Si sono chieste cosa avessero fatto per meritare tante attenzioni... Hanno capito di essere adulte perché chiunque le ha trattate come tali. Desideravano ardentemente vedere Venezia e così abbiamo raccolto dei fondi, non avevano denaro a sufficienza: siamo riusciti a farle ospitare dal dormitorio dell’università e quando si sono ritrovate su di un ponte si sono abbracciate ringraziando l’”amica coraggiosa” che aveva permesso a tutte di realizzare un sogno. Si vedevano come ragazze di provincia, attaccate al loro villaggio e si sono ritrovate a visitare luoghi che non avrebbero immaginato di vedere in una vita in una sola settimana... Si sono sentite donne libere".

Una settimana che resterà indelebile nella memoria e nel cuore.

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Le ragazze al Santuario di Caravaggio

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al Santuario

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Le ragazze con il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e l'assessore alla Cultura Juri Cattelani

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al Santuario

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Una delle ragazze nel Palazzo comunale caravaggino

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Le ragazze in piazza Garibaldi a Caravaggio

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Le ragazze con il sindaco Piergiacomo Bonaventi e l'assessore Riccardo Bosa di Pandino

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al Santuario

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Le ragazze in piazza Manara a Treviglio

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al santuario

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Le ragazze al castello di Pandino

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al Santuario

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Una pizza insieme a Marco Tibaldini

Caravaggio Cinque ragazze ucraine dalla guerra al primo viaggio in Italia, alloggiate al Santuario

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