Calvenzano

Oratorio dell'Assunta, dal Fai e Intesa Sanpaolo un contributo da 10mila euro

I fondi ottenuti finanzieranno il progetto "Pombioli Augmented Experience: per un'arte multimodale e inclusiva"

Oratorio dell'Assunta, dal Fai e Intesa Sanpaolo un contributo da 10mila euro
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Splendide notizie per il piccolo "gioiellino", storico, artistico e religioso di Calvenzano, l'Oratorio dell'Assunta di via Misano, che ha ricevuto un contributo di 10mila euro dal bando collegato all'11° censimento "I luoghi del Cuore" promosso dal Fondo per l'Ambiente Italiano e da Intesa Sanpaolo. Il contributo andrà a finanziare un progetto di valorizzazione per rendere l'esperienza della visita alla chiesetta Alpina sempre più inclusivo.

Un nuovo contributo per l'Oratorio dell'Assunta

Il Fai e Intesa Sanpaolo hanno premiato l'Oratorio dell'Assunta di Calvenzano, la chiesetta del campi (o chiesetta Alpina come è anche conosciuta) - che domenica ha ricevuto la visita del vescovo di Cremona monsignor Antonio Napolioni - con un contributo di 10mila euro che serviranno a finanziare il progetto "Pombioli Augmented Experience: per un'arte multimodale e inclusiva". La chiesetta di Calvenzano è stata selezionata con altri 22 luoghi del cuore in tutta Italia - quattro in Lombardia, con il Plesso storico di San Michele, Torre de’ Busi (BG), Villa Mirabellino nel parco della Reggia di Monza, il Santuario e la Chiesa rupestre di San Vittore Martire a Brembate Sotto (BG) - meritevoli di un sostegno economico per sviluppare progetti di valorizzazione. Sono storie e progetti che raccontano un’Italia di piccole comunità che si impegnano con tenacia a preservare e a valorizzare il proprio territorio a partire dal patrimonio culturale e paesaggistico, riconosciuto testimonianza significativa e imperdibile di storia, identità e tradizioni, ma anche motore di aggregazione sociale e sviluppo economico, stimolo per il coinvolgimento di tutta la comunità, con grande attenzione ai più giovani, e occasione per affrontare i temi della sostenibilità, della crisi ambientale e dell’accessibilità.

Il progetto sulla chiesetta di Calvenzano

Il progetto sostenuto da Fai e Intesa Sanpaolo - richiesto dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo Apostoli di Calvenzano - prevede la creazione di percorsi di visita inclusivi, integrati con quello tradizionale, adatti a persone con diverse abilità cognitive e/o intellettive anche complesse. Nello specifico verranno realizzati un herbarium e un olfattorium, ispirati alle piante presenti nel vicino Bosco Spino e rievocativi dei cicli pittorici; un modellino 3D del bene su supporto mobile; pannelli mobili con gli affreschi in rilievo, le traduzioni in braille e in Comunicazione Aumentativa Alternativa; tablet con video LIS per non udenti, audioguida con musiche ispirate agli affreschi e racconti brevi per i più piccoli. Il progetto si rivolge nella direzione di ampliamento dell’offerta di visita che vuole poter includere e soddisfare le molte realtà locali che si occupano di persone affette da disabilità in un’ottica di accessibilità e fruizione dell'arte multimodale, inclusiva e autonoma per tutti.

L'Oratorio dell'Assunto nell'XI Censimento del Fai "Luoghi del cuore"

L’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano è giunto al 41° posto della classifica nazionale del censimento Fai 2022 con 6.978 voti raccolti dal comitato "Alpini per la Chiesetta di Calvenzano" con il supporto del Gruppo Fai Bassa Bergamasca. Immersa nei campi coltivati a sud di Calvenzano, l'Oratorio della Beata Vergine Assunta è una chiesa campestre che conserva al suo interno degli splendidi affreschi seicenteschi dell’artista cremasco Tommaso Pombioli (1579-1636), datati 1623. L’edificio era stato recuperato negli anni ‘80, mentre gli affreschi sono stati restaurati nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini. La Chiesa, inoltre, si pone come un museo a cielo aperto, emblema dell’antica civiltà rurale bergamasca. In particolare, gli affreschi, con cartigli in volgare, erano destinati all’alfabetizzazione dei fedeli, mentre il porticato esterno fungeva come luogo di riparo, per pellegrini e braccianti. Questi ultimi sfruttavano una roccia del porticato, ancora oggi visibilmente consumata, come pietra Cote, per affilare le lame.

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