Calvenzano

Nuova logistica a Calvenzano, il PD attacca: "Intervento invasivo"

L'avvio dell'iter che riguarda l'area ex "Sicea" e un'area attigua solleva le preoccupazioni dei consiglieri regionali Dem: "A quando il decreto attuativo della giunta regionale con i criteri per l'individuazione degli ambiti?"

Nuova logistica a Calvenzano, il PD attacca: "Intervento invasivo"
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C'è una nuova logistica in arriva sul territorio di Calvenzano - Comune che proprio lunedì ha approvato in via definitiva la revisione generale del Piano di governo del territorio - che andrà a svilupparsi per 33mila metri quadrati su un'area da 58mila metri quadrati, limitrofa alla rotatoria per Vailate. E' il quarto progetto, in pochi anni, che sta per partire in paese. Il consigliere regionale del Partito Democratico Davide Casati: "A quando il decreto attuativo della giunta regionale con i criteri per l'individuazione degli ambiti?".

Calvenzano, parte l'iter per una nuova logistica

Calvenzano, nella Bassa bergamasca, sta per diventare il paese delle logistiche. E' in partenza l'iter per un quarto progetto legato alla logistica che nel Piano di governo del territorio, approvato lunedì all'unanimità in Consiglio comunale, occuperà due aree tra loro distinte, ma attigue: si tratta dell'area della ex "Sicea" (Sali Industriali Chimici ed Affini), in disuso da ormai 40 anni, e l'area confinante, posta più a sud, che nel precedente Pgt era destinata a ospitare una rimessa con annessi uffici per un'azienda del trasporto pubblico locale. Ambito che, sebbene l'area in questione fosse già stata sbancata, non ha però mai trovato piena attuazione. In Aula, lunedì, il capogruppo di "Amiamo Calvenzano" ha così parlato dell'ambito di trasformazione.

"Con questa nuova area di trasformazione si riesce finalmente a risolvere un doppio problema - ha spiegato Luigi Gusmini - Quest'area che era stata avviata e non più realizzata, ma oggetto già di manomissione di terreno agricolo come scriviamo nel documento urbanistico e questa (l'area ex Sicea, ndr) invece che è totalmente in disuso e quindi è anche un'operazione di bonifica".

Lo sviluppo della nuova logistica - che sarà a "L" e occuperà 33mila metri quadrati su un'area complessiva di 58mila, per un investimento previsto di 15 milioni di euro - dovrà passare attraverso la presentazione al Comune di un Piano attuativo e non di un permesso di costruire convenzionato - respinta in Consiglio la richiesta avanzata, in questo senso, dallo sviluppatore "Officine Mak" - e, come per le altre logistiche ha sottolineato il sindaco Fabio Ferla, sarà l’accordo strategico introdotto dalla Provincia a determinare le compensazioni con i Comuni circostanti.

La presa di posizione dei rappresentati regionali del Partito Democratico

La previsione dell'arrivo di nuove logistiche sul territorio della Bassa bergamasca, ma anche del cremasco, ha visto la presa di posizione degli esponenti del Pd regionale. In una nota congiunta i consiglieri regionali Davide Casati e Matteo Piloni hanno espresso le loro preoccupazioni.

"Siamo preoccupati per il continuo moltiplicarsi sui territori degli insediamenti di logistica. A quando il decreto attuativo della giunta regionale con i criteri per l'individuazione degli ambiti? - hanno scritto i due consiglieri regionali Dem -. Attualmente sono due le situazioni che destano grande preoccupazione tra la cittadinanza della bassa bergamasca e del cremonese: un progetto di 30mila metri quadri a Castel Gabbiano, che ha scatenato le proteste dei cittadini, e un capannone di 33mila metri quadri a Calvenzano, in prossimità della rotonda per Vailate, che rappresenta il quarto insediamento logistico della zona, in tre anni. Tutto questo sta accadendo nonostante la nuova legge regionale approvata lo scorso luglio che prevede una pianificazione sovracomunale e l'individuazione di aree idonee, con l'obiettivo di governare i processi e non più subirli - hanno aggiunto i consiglieri -. Certamente, la legge non può intervenire su iter già avviati, anche se verificheremo la situazione di Calvenzano, dal momento che si superano i tre ettari, soglia minima prevista, ciò non toglie che, in ogni caso, sarebbe più corretto, proprio in virtù della legge regionale appena approvata, attendere quantomeno il decreto attuativo che stiamo aspettando dalla giunta regionale e che chiediamo sia deliberato al più presto".

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