Salute

"Nella Provincia di Bergamo c'è una sanità a due velocità"

A denunciarlo è l’associazione "Sanità per la salute", costituita da ex dipendenti dell'azienda sanitaria trevigliese

"Nella Provincia di Bergamo c'è una sanità a due velocità"
Pubblicato:

In provincia di Bergamo c’è una sanità a due velocità. A sostenerlo è l’associazione "Sanità per la salute", sodalizio costituito a Treviglio nell'aprile dello scorso anno da alcuni ex dipendenti dell'azienda sanitaria trevigliese e da privati cittadini.

Una sanità con disparità

L’obiettivo è quello di assolvere a un ruolo di "advocacy" con particolare riferimento all'offerta sanitaria del territorio e bergamasca in generale. Si propone inoltre di promuovere e patrocinare le problematiche in campo di salute dei cittadini di questo territorio e di sensibilizzare e informare in campo della salute, per stimolare decisioni politiche e organizzative più funzionali ai bisogni di salute dei singoli e della comunità. Partendo da due notizie positive, riguardanti l’attivazione del nuovo punto prelievi gestito dall’Asst Papa Giovanni XXIII presso la Fondazione Carisma di Bergamo e l’inaugurazione della nuova Casa della Comunità del Distretto di Seriate e Grumello al Monte, l’associazione non ha potuto fare a meno di sottolineare come ci sia una disparità di trattamento nei confronti della sanità della Bassa bergamasca. In particolare per l’inadeguatezza delle sedi disponibili e per la qualità offerta.

"Non ci sono giustificazioni"

"Sono temi che solitamente sono riservati ai divari presenti in ambito nazionale - ha sottolineato il presidente di 'Sanità per la Salute', Giovanni Claudio Rozzoni - Non è più solo così. Purtroppo, tale situazione è constatabile anche in ambito provinciale bergamasco. La disparità dell’offerta di servizi in un territorio limitato a una provincia, non può avere giustificazioni. Tra l’altro la competenza territoriale dell’Asst Bergamo Ovest ha il target di popolazione più numeroso di tutta la provincia. Dovremmo registrate un maggior numero di servizi o, almeno, una maggiore omogeneità dell’offerta e una qualità paragonabile a quella di Bergamo e Seriate. Quando così non è, viene disatteso lo stesso principio di equità, un principio costituzionale che mira a garantire che eventuali differenze siano trattate con ragionevolezza e giustizia considerando paritarie le esigenze di tutti i cittadini, pur se residenti in territori diversi. Non è ammissibile che le sedi a disposizione dei residenti nell’area trevigliese siano ancora quelli degli anni Quaranta del secolo scorso, come ad esempio l’ex Inam di via Matteotti. L’inadeguatezza degli spazi non consente il positivo utilizzo dei servizi offerti. Ne limita la quantità e la qualità. Il confronto con le notizie riferite ai confinanti territori di Bergamo e Seriate, sancisce una disparità incomprensibile».

C'è una soluzione

Parole dure, che esprimono un concetto già più volte dibattuto (non solo in ambito sanitario). Per l’associazione "Sanità per la Salute" ci sarebbe comunque una soluzione per abbattere questo "divario": bisogna fare rete, facendo divenire le aziende territoriali per la salute interdipendenti, in modo da creare un "network" che condivida interessi comuni e che utilizzi risorse equamente distribuite e faccia della cooperazione lo strumento per realizzare meglio i propri obiettivi.

"Aziende con maggiore solidità organizzativa, prestazionale e decisionale come l’Asst Papa Giovanni potrebbero sviluppare un’iniziativa capace di concretizzare il modello a rete - ha spiegato Rozzoni - In questa prospettiva tutti i cittadini residenti nella provincia diverrebbero il target comune delle tre aziende che vi operano. Con ciò si potrebbero diminuire le duplicazioni, razionalizzare le risorse, potenziare le 'buone prassi', rendere complementare e sostenibile l’offerta, diversificandola, anche nella prospettiva dell’innovazione".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali