L’Assopip può dormire sonni tranquilli: il trasloco del Centro culturale islamico di via Vittorio Veneto a Treviglio nella sua futura sede al Pip1, in un capannone all’angolo tra via Rossaro e via Pertini, non toglierà parcheggi ai proprietari e ai lavoratori delle aziende limitrofe.
Ne è convinto Ahmed Hadid, presidente del “Circulì” di Caravaggio e rappresentante della comunità araba trevigliese, che ha voluto rassicurare il sodalizio che riunisce tutti i proprietari di immobili a destinazione produttiva situati nella zona industriale a sud della città, sull’ipotetica mancanza di posteggi sufficienti per i loro impiegati una volta che la nuova moschea si sarà insediata in uno dei capannoni adiacenti, già venduto da un privato all’associazione culturale “El Badere” che gestisce la sua attuale sede.
Le parole di Hadid
In risposta alle dichiarazioni rilasciate lo scorso 21 novembre dal consigliere Elio Ferrandi, che aveva sollevato dubbi in merito all’impatto urbanistico che potrebbe derivare dallo spostamento del centro islamico nel cuore dell’area produttiva cittadina, Hadid ha spiegato i motivi per cui esso non ostacolerà la corretta viabilità della zona.
“Noi musulmani siamo davvero tanti – ha precisato Ahmed – e abbiamo deciso di spostarci dalla stazione centrale alla zona industriale proprio per non creare più problemi con i parcheggi. Difatti, pregando una volta a settimana, ossia ogni venerdì dalle 12 alle 13.30, i proprietari delle aziende e i loro impiegati non avranno di che preoccuparsi con i posteggi, perché in quel lasso di tempo loro solitamente vanno a pranzare, mentre noi ci recheremo a pregare. Durante il Ramadan poi, il problema non si porrà proprio, perché pregheremo fuori, senza dare fastidio a nessuno”.
Gli obiettivi del nuovo centro culturale islamico
La preghiera però, non sarà l’unico fine ultimo della nuova moschea.
“Essa non sarà solo un luogo di culto – ha confermato Hadid – Non abbiamo pagato un milione di euro soltanto per pregare, lo abbiamo fatto anche per organizzare feste per tutta la comunità, dove bambini e anziani, sia arabi che italiani, potranno divertirsi giocando e mangiando tutti insieme”.
Lo spirito di aggregazione dunque, sarà alla base del rinnovato centro islamico.
“La moschea – ha spiegato ancora Ahmed – ci servirà soprattutto per tenere impegnati i nostri giovani in tante attività utili, come per esempio i corsi di arabo, italiano, inglese e francese, per evitare che un domani se ne vadano in giro per strada a perdere tempo e a compiere stupidate varie. Vogliamo lavorare giorno per giorno assieme a loro, per aiutarli a crescere con sani principi e veri valori, in modo da allontanare dalla nostra Treviglio il rischio di vederla diventare, come già accaduto a Milano e Torino, preda di giovani teppisti che non hanno rispetto per il prossimo, che rubano, che bestemmiano e che si comportano da razzisti. Vogliamo piuttosto che i nostri ragazzi siano educati, che sappiano lavorare e guadagnarsi da vivere onestamente, e che siano capaci di staccarsi dai cellulari per fare amicizia con i loro coetanei, immergersi nella natura e giocare all’aria aperta”.
Questi buoni propositi, secondo Hadid, dovrebbero bastare per vedere di buon occhio la stessa moschea.
“Noi musulmani siamo qui da più di 20 anni e non abbiamo mai creato problemi, anzi ci siamo sempre messi a disposizione per risolvere eventuali difficoltà – ha chiosato – Anche stavolta quindi, restiamo a disposizione di Comune e polizia per risolvere questo problema. Se diamo fastidio a qualcuno, basta dircelo e troveremo il modo di risolvere la questione tutti insieme”.