Treviglio

Medicina Democratica e la (mala)sanità: quasi una richiesta di aiuto al giorno

Gran parte delle problematiche rilevate dallo Sportello di Treviglio riguarda le lunghe liste di attesa

Medicina Democratica e la (mala)sanità: quasi una richiesta di aiuto al giorno
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Oltre 322 richieste di supporto da parte dei cittadini, che sempre di più chiedono aiuto a districarsi tra i disservizi del servizio sanitario pubblico. Un trend costante, confermato dai numeri dello sportello di Medicina Democratica, aperto circa un anno e mezzo fa in via Santi Capitanio e Gerosa a Treviglio.

Medicina Democratica

I referenti di Medicina Democratica, Erik Molteni e Francesco Steffanoni, hanno illustrato sabato scorso i dati relativi all’attività del 2024.

"Il nostro impegno nell’ultimo anno si è ampliato - ha spiegato Molteni - Su nostro input sono infatti nati gli sportelli di Treviolo e Albino, con il compito di occuparsi delle relative aree territoriali. Per noi è motivo di soddisfazione, ma siamo consapevoli che questa non può essere la soluzione ai problemi del sistema sanitario nazionale. Voglio comunque sottolineare la fattiva collaborazione con il direttore generale della Asst Bergamo Ovest, Giovanni Palazzo, da cui abbiamo avuto sempre risposte concrete".

Tanti i casi risolti

Lo sportello di Medicina Democratica nel corso dell’anno ha ricevuto complessivamente 322 richieste di supporto, a riprova di quanto sia crescente la necessità di un sostegno nella tutela della salute. Gli «accessi» sono avvenuti perlopiù via mail (231), mentre 59 sono stati effettuati per telefono e solo 32 in presenza. Per quanto riguarda la tipologia di assistenza richiesta, ben 232 problematiche hanno riguardato le liste di attesa. Di questi Medicina Democratica è riuscita a risolverne l’88% (203 casi). A seguire ci sono state 48 richieste di aiuto per la mancanza del medico di base, il 60% delle quali (29) sono state risolte. Vanno poi aggiunte 29 richieste di prenotazione a Cad (Continuità assistenziale diurna) e Amt (Ambulatori medici temporanei), risolte al 79% (23) e 13 richieste varie (stampa esiti esami, richiesta ricette, etc) con un tasso di risoluzione del 34% (4).

"Sebbene questi risultati confermino l’efficacia della nostra azione di supporto, con punte di risoluzione molto elevate per le liste d’attesa – hanno sottolineato i referenti dello sportello - non possono e non devono rappresentare la soluzione strutturale per i problemi del Sistema Sanitario Nazionale. Il fatto che tanti cittadini abbiano dovuto ricorrere al nostro intervento indica una fragilità sistemica che richiede risposte istituzionali immediate e durature".

L'emergenza liste di attesa

Tra i dati di Medicina Democratica, a saltare immediatamente all’occhio è il mancato rispetto delle liste di attesa.

"E’ inaccettabile che i pazienti debbano rivolgersi a un’associazione di volontariato per accedere a un diritto fondamentale: la sanità pubblica e universale, garantita dall’articolo 32 della Costituzione Italiana", hanno chiarito Molteni e Steffanoni.

Rispetto a qualche mese fa, invece, appare in lieve miglioramento la disponibilità di medici di base, anche se resta comunque critico il numero di cittadini privo di riferimento sanitario costante.

"Ribadiamo con forza la necessità di un intervento urgente e strutturale da parte delle istituzioni - hanno concluso Molteni e Steffanoni - È indispensabile potenziare il personale sanitario e riorganizzare i servizi affinché i cittadini non siano costretti a cercare aiuto all’esterno del Ssn per vedere riconosciuto un diritto fondamentale".

Il grazie ai volontari

I referenti di Medicina Democratica hanno infine voluto ringraziare i volontari che permettono di tenere attivo lo sportello.

«E’ anche e soprattutto grazie a loro se anche nel 2025 continueremo a batterci per un sistema sanitario pubblico, universale e accessibile a tutti», ha sottolineato Francesco Steffanoni.

Il quale ha poi annunciato per il 24 febbraio prossimo un incontro pubblico al Tnt di piazza Garibaldi, a cui parteciperà anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), che fornirà un focus sulla situazione sanitaria in Lombardia e in Provincia di Bergamo.

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