L'uomo che ascoltava gli animali di Treviglio
Cosa succede se il canto degli uccelli incrocia la tecnologia digitale, l'intelligenza artificiale, e un imprenditore agricolo intraprendente e un po' visionario?
Treviglio (ddv) Lo dimostrano almeno due studi pubblicati su Scientific Reports: osservare o ascoltare il canto degli uccelli può avere effetti positivi sulla nostra psicologia. Del resto, cinguettii, pigolii, squittì e stridii sono quanto di più vicino alla natura ci rimanga da ascoltare, se si vive in città. Basta prendersi qualche minuto di relax e mettersi all'ascolto: contro ogni aspettativa, sono ovunque, a ricordarci le spesso dimenticate radici agricole e verdi della nostra Bassa.
Così nasce Eco Canto: bioacustica per misurare la biodiversità della Bassa
Ma cosa succede se il canto degli uccelli incrocia la tecnologia digitale, l'intelligenza artificiale, e un imprenditore agricolo intraprendente e un po' visionario? A Treviglio quest'incontro è stato fecondo, e ha dato vita ad un progetto che utilizza la bioacustica per misurare la biodiversità rimasta nelle nostre campagne. L'idea è di Mattia Assanelli, ingegnere elettronico e titolare dell'azienda agricola «Carne genuina», in via San Michele. È lui l'inventore di «Eco Canto».
Assanelli ha ideato, ingegnerizzato e poi costruito dei dispositivi di ascolto da installare su alberi o su altri supporti in aree verdi. Alimentati da un pannello solare, i dispositivi sono dotati di microfoni che captano e analizzano i suoni ambientali del circondario, analizzano gli spettri d'onda delle registrazioni sonore e tramite un software di machine learning isolano i canti degli animali che frequentano i dintorni. A questo punto, in automatico, i canti registrati vengono confrontati con un enorme database pubblico, contenente i richiami di 6500 diverse specie di uccelli, realizzato dalla Cornell University (New York), in modo da identificare le specie presenti e cantanti. Tutti i dati finiscono quindi online, su un sito dedicato. Un catalogo sonoro, in continuo aggiornamento, degli uccelli che frequentano Treviglio e dintorni.
Ad oggi sono sei i dispositivi installati: due nei dintorni dell'azienda agricola, uno al Bosco del Castagno di Castel Cerreto, uno al Roccolo, uno in un'area verde nei pressi dell'istituto comprensivo «Grossi», e uno alla scuola paritaria San Martino di via Don Giussani. Significativo anche il ruolo dell'assessorato all'Ambiente guidato da Michele Bornaghi e del Gruppo di lavoro per l'ambiente trevigliese guidato da Paolo Grossi, che hanno facilitato l'installazione dei dispositivi in aree pubbliche.
Intervista all'inventore Mattia Assanelli
In breve, il progetto ha cominciato a camminare sulle sue gambe ed è diventata una costola dell'azienda agricola. La vendita e l'installazione dei dispositivi, che poi possono entrare a far parte di una vera e propria rete di ascolto della natura locale, coinvolgerà enti pubblici, ma anche scuole, aziende private interessate a «monitorare» la biodiversità delle proprie strutture, ma anche privati cittadini curiosi di ascoltare il proprio giardino di casa identificando "in diretta" le specie che svolazzano da un albero all'altro.
Assanelli, cosa ha scoperto della sua azienda guardando i dati della sua invenzione?
Mi ha stupito la varietà di specie di uccelli che abbiamo censito in zona, anche una quarantina, nelle zone verdi di Treviglio. Dai gufi ai barbagianni, passando per pettirossi, gazze, schiribille... E sono solo quelle che abbiamo ascoltato più di frequente in questo periodo.
Solo uccelli?
No, il sistema rileva anche altre specie, per quanto i loro incontri siano meno frequenti.
Qual è la filosofia alle spalle di Eco Canto?
Nella mia azienda agricola abbiamo da tempo deciso di lavorare con un’attenzione particolare a tre temi «verticali», che attraversano tutta la nostra produzione: la biodiversità, la riduzione della nostra impronta carbonica e il benessere animale. Sul primo punto mi affascinava l’idea di poter trovare un qualcosa di misurabile e di comunicabile, anche per rispondere all’idea sbagliata che spesso l’opinione pubblica ha del settore agricolo in generale, in materia di sostenibilità ambientale.
E cioè che il settore primario inquinerebbe come l’industria pesante...
Non è così, e bisogna chiarirlo. Per quanto ci riguarda alleviamo 150 capi riutilizzando il 95% delle materie prime, grazie ad una filiera a ciclo chiuso. Abbiamo lanciato «Adotta un albero», un progetto per aumentare ulteriormente la biodiversità nei nostri terreni offrendo la possibilità di piantare esemplari di Gelso, Platano, Tiglio e Paulownia. Abbiamo inoltre un impianto fotovoltaico che neutralizza il 60% della anidride carbonica emessa. È stato calcolato che produrre un chilogrammo di carne di manzo si immettono nell’atmosfera circa 25 kg di CO2. Con l’energia pulita che produciamo e le piante che abbiamo piantato possiamo dimostrare che siamo più che carbon-neutral.
Come nasce Eco-Canto?
Da un primo rudimentale prototipo, installato a maggio. Piano piano lo abbiamo perfezionato fino ad arrivare alla seconda generazione di dispositivi. La cosa è piaciuta e abbiamo avuto importanti riscontri, tanto che in poche settimane il progetto nato attorno a Carne Genuina è diventato qualcosa a sé.
Alle spalle, una ricerca ingegneristica decisamente interessante...
Abbiamo condotto studi approfonditi per garantire che i nostri strumenti basino il loro funzionamento su solide fondamenta scientifiche. Anche il riconoscimento delle specie è correlato ad un indice di affidabilità, e l’intelligenza artificiale ci aiuta a correggere gli eventuali errori.
Per consultare le rilevazioni dei dispositivi di Eco Canto il sito è www.ecocanto.com. Ogni rilevazione è corredata dal nome della specie (sia in latino, come da nomenclatura binomiale, che in inglese), dall'ora del canto e dall'affidabilità della corrispondenza.