"Luoghi del cuore Fai": è cominciata la sfida del complesso di Santa Maria Incoronata
Un gioiello incastonato nella pianura che ha tutte le carte in regola per farcela
Martedì è partita la XII edizione di «Luogo del Cuore» 2025 del «Fondo Ambiente Italiano» (Fai) e, tra i candidati, come annunciato mesi fa, c’è anche il magnifico convento francescano con la chiesa di Santa Maria Incoronata di Martinengo.
«Luogo del Cuore - Fai»: il convento francescano con la chiesa di Santa Maria Incoronata si candida
I punti di forza per farcela ci sono, eccome, ma serve il sostegno di tutti per raccogliere le firme necessarie per farlo conoscere a livello nazionale.
"Siamo molto orgogliosi di tutto questo - ha commentato padre Antonio Consonni - La straordinarietà di questo patrimonio è che alla sua ombra è cresciuta una scuola, dall’asilo nido a tutti i gradi delle scuole dell’obbligo. Per vincere la sfida proveremo a coinvolgere anche bambini e ragazzi".
Ogni mese sulle colonne del Giornale di Treviglio/Romanoweek/Cremascoweek e sui canali on line sarà possibile vivere una fantastica avventura alla scoperta di questo gioiello incastonato nella nostra pianura. Racconteremo ogni suo aspetto, dalla storia all’architettura dell’edificio, soffermandoci su un affresco, uno spazio, un luogo o una particolarità di questo prezioso complesso che merita di essere più apprezzato.
"Un “viaggio” che oltre a portarci ad ammirare il patrimonio architettonico e artistico del XV secolo - ha assicurato il religioso - ci aiuterà a vivere meglio il tempo presente e a conoscere un poco di più noi stessi".
Il passato e il presente del complesso
Cosa sono oggi il convento e la chiesa di Santa Maria Incoronata?
"Si parte dal 1868 quando il convento era in stato di abbandono e fu acquistato dalla congregazione della “Sacra Famiglia” - ha spiegato ancora il religioso - che lo ha adattato al suo carisma, quello cioè di dedicare vita e opere agli orfani della terra, per prepararli alla vita di domani, non con lo stile della sottomissione risentita dell’escluso, ma con la fierezza di chi ha imparato un lavoro e a vivere insieme agli altri. Questo è stato il sogno (e l’azione) della fondatrice e madre di famiglia santa Paola Elisabetta Cerioli , che i religiosi continuano a realizzare ancora oggi".
E man mano è cresciuta una grande scuola.
"Per l’inizio del nuovo anno scolastico erano presenti 1010 studenti con 101 insegnanti ed educatori - ha precisato - Un mondo e un laboratorio di futuro! Questo spazio è anche la sede della nostra congregazione, dell’Ufficio missionario che alimenta i legami con scuole e parrocchie del Brasile e del Mozambico, e di una storica Casa di spiritualità".
Come si presentava questa zona dell’abitato prima della costruzione del convento e della chiesa di Santa Maria Incoronata?
"Prima della costruzione, fuori dalla cinta muraria e dal borgo di Martinengo esistevano un antico molino e una fornace, i cui terreni già dal 1464 erano di proprietà del condottiero Bartolomeo Colleoni - ha chiarito l’architetto Fabrizio Fasolini - È significativa la presenza di un molino, che avrebbe dovuto garantire un’attività di sostentamento della comunità conventuale. Il preesistente edificio produttivo era localizzato in quel luogo proprio per la presenza e la confluenza di due rogge: una era originata dal fontanile Riberto, posto più a nord, l’altra era la roggia Martinenga, fatta ‘deviare’ dallo stesso Colleoni per garantire un ulteriore apporto irriguo al molino".
Cosa hanno rappresentato nei secoli il convento e la chiesa di Santa Maria Incoronata?
"Con la costruzione del convento, cominciata nel 1470, ebbe inizio la creazione di un luogo “fisico” che costituirà una presenza significativa nel territorio - ha rilevato ancora il professionista - Il borgo storico con la cinta del vallo e le sue presenze monumentali da un lato, il complesso dell’Incoronata con l’incrocio di strade storiche importanti, di canali irrigui e del caratteristico paesaggio rurale dall’altro. L’insediamento del complesso divenne dunque un fatto “territorializzante” che accompagnerà fino ai nostri giorni l’evoluzione urbana ed extra urbana di Martinengo".
Chi fondò il complesso?
"Fu Colleoni che costruì il convento, così come quello delle clarisse, per esaudire il desiderio della moglie Tisbe, che aveva fatto un voto - ha riferito padre Consonni - Si tramanda che dapprima decise di fondare un “ospitale”, un luogo di accoglienza per pellegrini e malati, in quella che fu poi la Casa del Capitano. Era il 1467 e stava per partire per una guerra in Romagna. A quanto sembra chiamò da subito i frati francescani Osservanti e dal 1598 l’altro ramo del nostro Ordine, i Riformati. Tornato dalla guerra, pensò che sarebbe stato più utile fondare un convento ed usò l’edificio dell’ospitale come abitazione per la moglie e le figlie. Nel 1470 decise quindi di costruire ex novo un convento lungo la strada che da Bergamo porta a Cremona, fra Martinengo e Romano, nella località Riberto, lungo il fontanile che porta questo nome. Nacquero così la chiesa ed il convento di Santa Maria Incoronata. Nel 1471 fu poi concessa l’autorizzazione pontificia da papa Sisto IV ed il convento fu aperto nel 1475, qualche mese prima che il condottiero morisse. La chiesa fu consacrata il giorno del primo anniversario della sua morte, il 3 novembre 1476. Il convento fu abitato da allora fino al 1810 - anno della soppressione napoleonica dei beni ecclesiastici - dai frati riformati di San Francesco d’Assisi che dipendevano dalla provincia di Brescia".
Cosa trova un visitatore al suo ingresso?
"Quando entri nel convento vi trovi lo spirito e il ‘sogno’ di san Francesco e santa Chiara - ha concluso il religioso - Infatti questo luogo esiste perché comparvero sulla scena della storia del XIII secolo, e con san Domenico e tutti gli altri giovani uomini e donne, custodirono e fecero crescere il sogno di una Chiesa ‘altra’, di una civiltà diversa, di un cuore più semplice. Trovi il senso religioso e il desiderio di bene del Colleoni e di sua moglie, perché la Chiesa francescana racconta la “religiosità” e la “carità” del condottiero, che volle lasciare addirittura un ritratto di sé nell’antica sagrestia. Vi scopri anche, nella vita di una scuola, il ‘sogno’ di santa Paola Elisabetta e dei religiosi della “Sacra Famiglia”: educare i più piccoli e ‘attrezzarli’ per il loro futuro".
Come si vota
La proposta dei «Luoghi del cuore» è una delle grandi campagne nazionali del «Fondo Ambiente Italiano» (Fai) che si articola su un ciclo biennale: negli anni pari viene lanciato un censimento dedicato al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico italiano.
Da settembre ad aprile chiunque può votare e far votare i luoghi che ama e che vorrebbe proteggere, valorizzare, far conoscere. Con il sostegno del Fai di riferimento (Gruppo Fai della Bassa Bergamasca), il gruppo di promozione i «Piccoli e grandi amici dell’Incoronata» comincerà a raccogliere le firme necessarie per presentare il progetto messo in campo dalla congregazione della «Sacra Famiglia».
"Ci avvarremo delle più avanzate tecnologie per rendere ogni visita un’esperienza immersiva e coinvolgente - ha fatto sapere padre Antonio Consonni - dando vita, attraverso tecniche olografiche e all’Intelligenza artificiale, al ricco patrimonio artistico che caratterizza questo luogo. Per poter raggiungere questo obiettivo però abbiamo bisogno dell’aiuto della grande “famiglia” della “Sacra Famiglia” e di tutti gli amici, parenti e famigliari. Ai nostri alunni consegneremo alcuni moduli per raccogliere firme e organizzeremo anche raccolte mirate, in cui la partecipazione di tutti sarà graditissima. È possibile anche votare on line attraverso il sito i 'Luoghi del cuore'".
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