Luigi Buttinoni, reduce di Cefalonia, ha compiuto 101 anni
E' stato testimone di una delle peggiori rappresaglie dei nazisti nei concitati giorni successivi all'annuncio dell'8 settembre 1943 mentre si trovava di stanza nell'isola greca
E' il decano di Calvenzano con i suoi 101 anni compiuti il 2 dicembre Luigi Buttinoni, uno dei pochi reduci di Cefalonia ancora in vita. Giovane militare dell'Esercito durante la seconda guerra mondiale, Buttinoni è scampato dalla tragica rappresaglia messa in atto dai nazisti sull'isola greca dopo l'armistizio dell'8 settembre. Si è salvato dall'affondamento della sua nave, è finito internato sino alla liberazione. E' tutt'oggi una memoria storica anche per il paese in cui è nato.
Luigi Buttinoni ha spento 101 candeline alla Casa Albergo
Ha vissuto sulla sua pelle una delle peggiori rappresaglie naziste contro i militari italiani, avvenuta nei giorni concitati che hanno seguito l’annuncio dell’armistizio di Cassibile l’8 settembre 1943. A quei tempi Luigi Buttinoni, classe 1923, calvenzanese "doc", era di stanza nell’isola greca di Cefalonia, tristemente passata alla storia per l’eccidio che è costato la vita a migliaia - gli storici stimano tra i 3.500 e i 5mila caduti, tra questi anche abitanti dell’isola che dettero aiuto e nascosero gli italiani - tra militari dell’Esercito, della Finanza e dei carabinieri della Regia Marina che all’epoca della seconda guerra mondiale si trovavano sull’isola greca. Lunedì il decano di Calvenzano ha spento 101 candeline e a festeggiarlo alla Casa Albergo Maria Immacolata, insieme al figlio Ivano c’erano il sindaco Fabio Ferla, amico di famiglia, e alcuni rappresentanti dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui sezione Bergamo: la presidente Daniella Ghilardini con il marito Vincenzo Guerini, il vicepresidente Ezio Nasciuti e il portabandiera Luigi Carrara. Buttinoni è una importante memoria storica e la sua lucidità di ricordi, ogni volta, stupisce chi lo incontra.
"Mi è capitato spesso di ascoltare Luigi, che è amico di famiglia, dei miei nonni, il sindaco Carlo Gusmini, classe 1924, e il primo presidente della Sezione Artiglieri di Calvenzano Alfredo Ferla che era nato nel 1916 - ha raccontato il sindaco Ferla -. E’ stato testimone di un fatto bellico che con le “regole di ingaggio” nulla ha avuto a che fare. Dopo l’annuncio dell’armistizio sull’isola di Cefalonia i tedeschi compirono una rappresaglia, tanto che si parla di eccidio di Cefalonia, contro i soldati italiani della Divisione Acqui. L’ordine di “passare per le armi” quelli che, sino a pochi giorni prima erano alleati, arrivò direttamente da Berlino, forse da Hitler in persona, e fu così che in quei primi giorni generali, graduati e truppe che si trovavano in prima linea vennero uccisi. Tra le truppe, questo lo ricorda spesso Luigi tra gli aspetti negativi di quei giorni, c’era un senso di smarrimento, i soldati si sono sentiti lasciati soli dai vertici militari e la resistenza contro i nazisti, che nel frattempo inviarono altre divisioni sull’isola greca, durò per diversi giorni sino alla resa incondizionata dei militari italiani il 22 settembre".
L'affondamento della nave, poi la deportazione e la liberazione
Fatti prigionieri, i soldati qualche giorno dopo vennero imbarcati su quattro navi dirette sulla terra ferma, ma tre di queste vennero affondate e qui Luigi Buttinoni visse uno dei momenti più tristi della sua vita.
"Ci ha raccontato di essersi salvato aggrappandosi ad un legno, forse un albero della nave che stava affondando - ha aggiunto il primo cittadino - fingendosi morto per non venire ucciso dai nazisti. Rimase in acqua per circa 15 ore, prima di venire ripescato, e intorno a lui vide riemergere tanti commilitoni morti annegati. Venne recuperato da una imbarcazione e deportato a Lipsia in Germania dell’Est dove rimase sino alla liberazione".
Buttinoni riuscì a tornare a casa alla fine dell’estate del 1945. Una fortuna che non molti suoi commilitoni hanno potuto avere. Tornato in paese Luigi ha lavorato come contadino con il padre e lo zio, ma anche come operaio artigiano.
Una preziosa memoria storica per Calvenzano
Vedovo da alcuni anni è entrato alla Casa Albergo di Calvenzano per un periodo di riabilitazione dopo una caduta e da lì non si è più mosso. Nel 2010 è stato insignito con la Medaglia d’Onore.
"Alla Casa Albergo di Calvenzano Luigi ha trovato l’ambiente ideale: è accudito, ha compagnia - ha proseguito il sindaco Ferla - non ha particolari problemi di salute, nonostante l’età, e spesso aiuta i volontari spingendo le carrozzine degli altri ospiti. Ha una mente lucida e una memoria del passato che è preziosa per la nostra comunità. Quando mi ha visto arrivare per il suo compleanno mi ha subito riconosciuto e mi ha colpito un complimento che ha fatto circa il nostro cimitero: “Ai morti mio figlio mi ha portato al cimitero, che bello che hai fatto, tutto ordinato e con i vialetti senza sassolini anche io riesco a camminarci bene”, mi ha detto. Grazie alla sua memoria storica, così come quella di altri anziani calvenzanesi, ad esempio, abbiamo fatto ripristinare una tradizione di Calvenzano che è quella della processione religiosa del lunedì della sagra (la Prima di Maggio, ndr) che, con il tempo, si era andata persa. Un momento che loro, in gioventù, avevano vissuto e che aveva un particolare significato: si trattava della processione con la reliquia della Santa Croce, la domenica invece si svolgeva quella con la statua della Madonna, e in quella occasione il sacerdote indossava la veste rossa e provvedeva a benedire i quattro accessi del paese".
Durante i festeggiamenti per i suoi 101 anni il decano calvenzanese ha prestato attenzione alla sua dieta, a cui tiene molto.
"Ha mangiato mezza fetta di torta ma poi si è fermato: “Altrimenti mi rovino il pasto”, ha detto - ha concluso il primo cittadino -. E’ stato molto felice della visita della presidente dell’Associazione Divisione Acqui di Bergamo, che è la nipote di don Luigi Ghilardini, ai tempi cappellano militare della Divisione di stanza a Cefalonia. Si ricordava anche di lui perché durante la celebrazione della messa gli faceva da chierichetto".