Dopo 28 anni il “Bar Vito” di Treviglio avrà una nuova gestione. E sarà un cambio epocale: lo storico locale di viale de Gasperi è stato infatti rilevato da un imprenditore cinese che, giovedì 4 dicembre 2025, ha riaperto i battenti dopo un giorno di chiusura necessario all’allestimento.
Il Bar Vito cambia gestione
Finisce quindi l’era dei fratelli Marco e Isabella Garlini (da sinistra nella foto di copertina, assieme a un loro fornitore) che, giovanissimi, si lanciarono in questa avventura il 14 febbraio del 1998, raccogliendo il testimone di un altro storico barista, Alfonso Spolti, che per 35 anni era stato dietro il bancone. E che, a sua volta, ne raccolse l’eredità dal padre Vito, colui che negli anni Quaranta avviò l’attività.

“Sicuramente siamo dispiaciuti – ha confessato con un pizzico di emozione Marco Garlini – Soprattutto perché non vedremo più i nostri affezionati clienti. In questi giorni sono venuti a salutarci. Qualcuno ha anche pianto. Vuol dire che in tutti questi anni abbiamo fatto bene e che abbiamo lasciato il segno. Purtroppo è arrivato il momento di dire basta: è un lavoro molto impegnativo e in noi è sopraggiunta un po’ di stanchezza. Ora ci riposeremo e poi cercheremo un altro lavoro che ci lasci maggiore tempo libero”.
Punto di riferimento
Il “Bar Vito” è uno dei locali più vecchi della città. E molto noto soprattutto per chi è nato prima degli anni Novanta del secolo scorso. Situato a ridosso della Stazione Centrale e delle fermate degli autobus, è da sempre crocevia di studenti e pendolari. Sino al 2016 era anche rivendita di tabacchi, l’unica della zona e quindi punto di riferimento per i fumatori. E come dimenticare la sala giochi che, in tempi in cui Play Station e Nintendo ancora non avevano preso il sopravvento, attiravano centinaia di bambini e ragazzi che consumavano le proprie paghette in videogiochi.
“Ci mancherà stare dietro il bancone”
E tra qui che passavano il loro tempo libero giocando ai videogiochi del Bar Vito c’era anche un giovane Marco Garlini.
“Anch’io, come tanti ragazzi di quell’epoca, frequentavo il Bar Vito – ha raccontato – Avevo 25 anni e Alfonso mi aveva detto che voleva vendere. Ne ho parlato in famiglia e abbiamo deciso di rilevare l’attività. All’inizio eravamo io, mia sorella, suo marito e mia mamma. Gli ultimi due anni eravamo solo io e Isabella e devi dire che è stata una faticaccia, con apertura alle 5.30 e chiusura alle 19 non è facile. E infatti un anno fa abbiamo messo in vendita il bar. Ci tengo a comunque a dire che sono fiero e orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi 28 anni. E’ stato stancante, ma ci siamo tolti parecchie soddisfazioni. Ci mancherà sicuramente stare dietro il bancone, soprattutto non avere più il contatto con le persone”.