Approvata a luglio, presentata a settembre alla Climate Week di New York davanti a quasi quaranta delegazioni internazionali, ora in fase di attuazione. La Legge regionale per il clima della Lombardia, prima normativa di questo genere in Italia, compie i suoi primi passi concreti. A cinque mesi dal via libera del Consiglio regionale, abbiamo fatto il punto con l’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione.
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Alla Climate Week di New York avete presentato il modello lombardo. Quali aspetti hanno suscitato maggiore interesse?
L’aspetto innovativo che ha suscitato maggiore interesse è l’introduzione di un quadro legislativo unico che obbliga ad affrontare il cambiamento climatico in modo trasversale su base regionale. La Lombardia non ha creato una semplice legge sul clima, ma ha avviato un processo culturale e amministrativo. Questo significa che molte politiche e interventi dovranno incorporare l’obiettivo finalizzato alla riduzione dei gas serra. La Legge stabilisce che tutte le risorse finanziarie già presenti nel bilancio regionale — dagli appalti pubblici ai bandi settoriali — debbano essere utilizzate integrando sempre i criteri di mitigazione e adattamento climatico. Una grande novità. Inoltre, puntiamo sul concetto di «transizione giusta». Significa comprendere che la transizione verso la decarbonizzazione è ineludibile, ma deve tenere conto delle implicazioni sociali ed economiche, evitando in ogni modo che i costi ricadano in modo insostenibile sui cittadini e sulle imprese più vulnerabili.
Quali sono le fonti rinnovabili più strategiche per la Lombardia?
La forza della Lombardia nel settore energetico risiede anche nella sua agricoltura innovativa, che ha saputo creare una filiera di eccellenza per la produzione di energia dal biogas. Nel 2023, oltre un terzo di tutta l’energia da biogas prodotta in Italia (il 35%) proveniva dalla Lombardia. Oggi, questa filiera non si ferma, ma sta compiendo una rapida riconversione al biometano, supportata anche dalla semplificazione normativa che abbiamo portato avanti. Anche i fondi del PNRR stanno giocando un ruolo cruciale: negli ultimi due anni oltre 100 impianti hanno già completato la riconversione, trasformando i nostri scarti agricoli in carburante sostenibile. A questo si aggiunge la rivoluzione fotovoltaica, che ha visto la potenza installata più che raddoppiare in soli cinque anni, raggiungendo a fine 2024 quasi 5.000 Megawatt. La Lombardia è anche la prima regione idroelettrica italiana con la produzione di oltre il 23% di energia a livello nazionale. Sono numeri che confermano l’impegno della Regione per un futuro energetico pulito e autosufficiente.
La legge apre anche al nucleare. Quali margini di azione ha la Regione?
Regione Lombardia è aperta alle innovazioni tecnologiche e riconosce che il settore nucleare sta facendo molti progressi. In prospettiva, questa può essere una risposta al crescente fabbisogno di energia elettrica di grandi utenti, come i data center. Infatti, proprio a maggio 2025 è stato sottoscritto il primo memorandum da parte di una regione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
Quali i primi provvedimenti attuativi?
Abbiamo recentemente approvato la Strategia regionale integrata per l’adattamento ai Cambiamenti Climatici, si tratta di un quadro di riferimento per orientare la programmazione e i finanziamenti regionali, nazionali ed europei verso azioni concrete. Con questo provvedimento si analizzano gli scenari climatici di riferimento per la Regione, i rischi, gli impatti e gli obiettivi di adattamento e individua oltre 80 misure per difendersi dal cambiamento climatico. Anche su questo siamo la prima regione italiana a dare il via libera a un provvedimento di questo tipo.