Pagazzano

Le istituzioni fanno rete per rilanciare il M.A.G.O. di Pagazzano

Istituzioni in campo, una accanto all'altra, per rilanciare e valorizzare il Museo Archeologico delle Grandi Opere di Pagazzano.

Le istituzioni fanno rete per rilanciare il M.A.G.O. di Pagazzano
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Pagazzano apre al rilancio del M.A.G.O.: la cultura in paese torna a fare rete con il convegno relativo al Museo Archeologico delle Grandi Opere, recentemente vincitore dell’ambito premio Francovich assegnato dalla Società Archeologi Medievalisti Italiani. 

Il convegno di sabato 12 ottobre

Ad aprire il convegno è stato il padrone di casa, il sindaco Raffaele Moriggi

Raffaele Moriggi, sindaco di Pagazzano.

"Questo vuol essere un nuovo inizio dopo l’inaugurazione del Mago del 27 luglio 2015 – ha esordito – Il nostro museo è nato da una collaborazione con BreBeMi e la Soprintendenza, partecipando a un bando con i Comuni di Romano, Brignano e Treviglio. Sono passati nove anni e vogliamo rilanciare il museo, che ha nel mentre ricevuto il premio Francovich come uno dei migliori musei archeologici d’Italia".

"Regione Lombardia sostiene questa eccellenza locale"

Il consigliere regionale Giovanni Malanchini.

A seguire, l’intervento del consigliere regionale Giovanni Malanchini, che quando il Mago ha aperto i battenti era ancora sindaco di Spirano

"All’epoca ho ammirato, e anche un po’ invidiato, il vostro progetto – ha confessato – Qui c’è tanto di buono, a partire da una visione di sviluppo del territorio: darsi da fare per valorizzare i reperti recuperati tramite gli scavi delle grandi opere è molto importante. Serviva questo vento di rinnovata passione per rilanciare il museo, e tu, Raffaele, l’hai portato con la capacità di guardare avanti. Personalmente sarò uno dei primi sostenitori del museo per attività di espansione e promozione nei prossimi anni".

La nota polemica: "Lasciati soli dall'Amministrazione Bianchi"

Non poteva infine mancare, prima degli interventi degli esperti, una dichiarazione anche da parte di Fulvio Pagani, presidente della Civiltà Contadina, che non ha esitato a togliersi un paio di sassolini dalle scarpe:

Fulvio Pagani, presidente della Civiltà Contadina.

"La nostra associazione gestisce il castello da 25 anni, e alcune volte ha avuto grandi difficoltà a portare avanti concetti culturali e di sinergia tra i territori, perché ci sono state Amministrazioni che si son messe di traverso – ha spiegato – Negli ultimi cinque anni abbiamo faticato molto, difendendo la memoria storica, culturale e artistica del nostro paese da un forte oscurantismo. Più che resilienza, abbiamo condotto una quotidiana battaglia in solitudine per far sì che il museo rimanesse aperto e fruibile, così come il castello e il museo etnografico. E’ triste però vedere come la festa della salamella attiri centinaia e centinaia di persone, mentre teatro, libri e musica ne richiamino solo poche decine: è questa la sfida che ci aspetta".

La relazione tecnica

Terminati i saluti, si è aperta la parte più tecnica del convegno, che ha visto relatori la rappresentante della Soprintendenza Stefania De Francesco, la quale ha ricordato le attività di recupero e restauro dei manufatti riscoperti durante gli scavi BreBeMi, e l’importanza di un museo ricco e dinamico quale il Mago, che, ha dichiarato, necessita di un conservatore con competenze pratiche e scientifiche che possa dargli una vita culturale e procedere con la sua messa in rete. A farle eco anche la dottoressa Maria Fortunati, che ha seguito il Mago nella sua apertura del 2015, ribadendo la meticolosità e l’attenzione riservata durante gli scavi per il recupero dei vari siti e reperti, tra cui spiccano senz’altro i ritrovamenti legati al guerriero di Bariano e la famosa situla conservata nel Mago, oltre alla necropoli romana di Fara Olivana. Tra gli altri, prima della chiusura, non poteva mancare l’intervento di Arthur Paul, presidente della Sami che ha conferito il premio Francovich al museo.

Arthur Paul durante il suo intervento.

"E’ la prima volta che visito Pagazzano e ne sono molto felice – ha esordito – E’ assolutamente fondamentale per noi archeologi che si guardi al passato, ma non solo ai grandi monumenti, bensì a tutto, fino ai più piccoli reperti. In questi anni in Italia la cultura è stata un po’ messa da parte, vista come troppo dispendiosa. Qui al Mago, però, assistiamo alla magia di convogliare più interessi anche divergenti, di persone e Amministrazioni, attorno a un progetto che è anche un lavoro serio sul campo. In questo senso, il Mago è una “best practice”, un’operazione condotta nel modo migliore dallo scavo alla valorizzazione e la tutela, in questo contesto di resilienza. Per questo l’abbiamo scelto come destinatario del premio Francovich".

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