Infrastrutture

L’Autorità dei Trasporti boccia l’autostrada Brebemi

In un parere al Ministero le criticità: lunghezza insufficiente, costi eccessivi e ostacolo alla concorrenza

L’Autorità dei Trasporti boccia l’autostrada Brebemi
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Lunghezza insufficiente, costi mostruosi e ostacolo alla concorrenza. E’ quanto afferma, in sintesi, un parere dell’Autorità dei Trasporti inviato al Ministero. Dodici pagine che sostanzialmente bocciano la Brebemi sotto quasi tutti i punti di vista, a soli dieci anni dalla sua inaugurazione.

Brebemi corta e costosa

Innanzitutto, la Brebemi è troppa corta. Nelle considerazioni preliminari, l’Autorità sottolinea infatti come "l’estesa chilometrica complessiva della tratta (poco più di 62 chilometri, ndr ) è inferiore al minimo individuato per gli ambiti ottimali di gestione", che è di 180 chilometri. Al di sotto di questa lunghezza "si rileva la presenza di significative inefficienze di costo, fortemente crescenti al ridursi dell’estesa stessa". Il documento passa poi a parlare dei costi. Perché è evidente che le "inefficienze economiche di gestione" citate, alla fine, si riflettono sull’utenza. E siccome si tratta di problemi intrinseci nell’infrastruttura, la situazione può solo che peggiorare nel futuro. Facendo un esempio concreto, ipotizzando un percorso di 50 chilometri, sull’A4 nel 2021 si pagavano 3,14 euro di tariffa unitaria media (che esclude dunque Iva, canoni e sovracanoni); sulla Brebemi invece 10,10 euro. Facendo una proiezione al 2038, per gli stessi 50 chilometri sulla A4 si pagheranno 4,18 euro, mentre sulla Brebemi addirittura 22,13 euro. Da una parte, la crescita tariffaria prevista è del 30 per cento, dall’altra del 120 per cento.

"Non c'è concorrenza"

Infine, l’Autorità solleva un ultimo tema, ovvero la presenza di una concessione (prorogata al 31 dicembre 2046 rispetto all’iniziale scadenza prevista del 22 gennaio 2040) che, di fatto, ostacola la libera concorrenza del mercato. Si legge nel parere: "Nonostante un consistente incremento degli attuali e già elevati livelli tariffati, la sostenibilità del progetto risulta fortemente condizionata dalla proroga della scadenza della concessione e dall’imposizione di un consistente valore di subentro", pari a 1,2 miliardi di euro. Una cifra che rappresenta evidentemente "una barriera all’ingresso di nuovi operatori" quando scadrà la concessione. Quello della proroga della scadenza della concessione per Brebemi e del conseguente incremento del valore di subentro, tra l’altro, è un tema su cui anche l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), già nel 2018 e poi ancora nell’aprile 2023, ha espresso più di una perplessità.

La mozione del Pd

Una situazione che aveva spinto il Pd a presentare una mozione in Consiglio regionale per chiedere di aprire una riflessione sulle autostrade regionali Brebemi e Pedemontana, rimettendone in discussione risultati, efficienza e strategia alla luce di "dati che dimostrano una realtà molto diversa da quanto immaginato quando furono concepite". Una mozione che, a inizio ottobre, è stata bocciata, grazie ai voti dei partiti della maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia).

Ma qualche luce c'è

Eppure, a onor del vero, qualche luce per Brebemi c'è. Almeno per quanto riguarda i ricavi della gestione autostradale, l'anno scorso si è registrata una buona crescita, e anche il margine operativo lordo (Ebitda), è positivo, e vede un trend positivo rispetto al 2022. Aumenta in particolare di circa 13 milioni il valore dei ricavi netti incassati dai pedaggi: da 111,8 milioni a 125,23 milioni di euro. Un aumento figlio dell'aumento della mole di traffico e quindi legato «alla ripresa economica in atto nonché allo sviluppo infrastrutturale ed economico lungo l’infrastruttura - spiega la società - Altresì va evidenziato che l’andamento del traffico nel primo semestre del 2022 era ancora condizionato dagli effetti della pandemia da Covid-19» continua la relazione. Nel dettaglio, il traffico dei veicoli leggeri è passato da 356 a 408 milioni di chilometri percorsi (+14,8%) tra il 2022 e il 2023. I veicoli pesanti crescono del 9% da 165 a 180 milioni di chilometri.

L'attacco del M5S

Il parere dell’Autorità ha ovviamente scatenato i commenti i politici. Tra i più agguerriti quello della consigliera regionale del M5S Paola Pizzighini.

"Il bilancio di BreBeMi del 2013 si è chiuso con oltre 66 milioni di euro di passivo, praticamente un disastro economico - ha dichiarato la pentastellata - Nonostante il salatissimo pedaggio l’autostrada non riesce a far tornare i conti. Lo certifica un recente parere al Ministero dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Che spiega come la lunghezza minima di un’autostrada, per essere remunerativa, è di 180 chilometri. La BreBeMi è lunga poco più di 62, quindi c’è un vizio d’origine che grava sui conti di gestione dell’opera. Si è cercato di porre rimedio con il pedaggio, elevatissimo, ma è come un cane che si morde la coda: il costo di percorrenza è tale da scoraggiare molti automobilisti che optano per soluzioni alternative come la A4. Il colmo è quindi che, mentre il progetto iniziale prevedeva di drenare traffico dalla A4, sta avvenendo esattamente il contrario: il traffico ipotizzato sulla carta per BreBeMi nella realtà si dirotta in buona parte sulla A4, e i conti di conseguenza saltano. La concorrenza con l’autostrada A4, con un pedaggio che è meno della metà, è un ostacolo non superabile. Come M5S già dieci anni fa denunciavamo l’insostenibilità dell’opera, fatto ora certificato dal parere di dell’Autorità".

"Costi esorbitanti"

Secondo Pizzighini questo non ha fatto altro che raddoppiare i costi per i cittadini.

"Prima il finanziamento dei cantieri e dell’opera, poi i costi esorbitanti dei pedaggi - ha sottolineato la consigliera regionale - Ci sono poi i possibili danni ambientali in termini di consumo di suolo ed emissioni inquinanti in aria, con ricadute sulla qualità di vita e sulla salute. Il piano economico e finanziario di gestione della BreBeMi deve essere modificato per evitare ulteriori ingenti perdite finanziarie, e inoltre devono essere implementate ulteriori compensazioni ambientali. Questa è l’ennesima opera faraonica che economicamente ha i piedi di argilla, come Pedemontana. Come M5S continueremo a sollecitare Regione affinché le politiche infrastrutturali privilegino opere che realmente servono ai cittadini, nonché il potenziamento del trasporto su ferro, l’intermodalità, la mobilità dolce, al fine di garantire la sostenibilità economica, nonché la tutela di ambiente e salute".

 

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