La storia di Marta: riflettori accesi sulle molestie sui mezzi pubblici
Il progetto di sensibilizzazione dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale del bacino di Bergamo ha fatto tappa a Treviglio
La campagna "Le scuole per Marta" sbarca negli istituti superiori trevigliesi. Martedì 5 novembre 2024, il progetto di sensibilizzazione e di contrasto alle molestie sui mezzi pubblici, organizzato dall’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale del bacino di Bergamo, in collaborazione con Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comune di Bergamo, ha fatto tappa al Teatro Nuovo Treviglio per incontrare gli studenti e le studentesse di "Oberdan", "Zenale e Butinone", "Archimede", "Simone Weil", "Cantoni" e "ABF".
Molestie sui mezzi
Dopo aver ascoltato la lunga analisi sulla natura delle molestie condotta da Roberta Di Pasquale, docente di Psicologia clinica all’Università degli Studi di Bergamo, gli adolescenti presenti in sala hanno rivolto la propria attenzione all’ambassador della campagna Marta Graglia.
"Oggi sono una studentessa dell’università – ha riferito – Ma qualche anno fa ero una liceale e come tanti altri ragazzi della mia età ero abituata a prendere quotidianamente i mezzi pubblici per andare a scuola a Bergamo. In uno di questi viaggi, a novembre 2022, un uomo mi ha avvicinata e ha iniziato a molestarmi. Alla mia richiesta di allontanarsi, quest’uomo mi ha aggredita verbalmente di fronte all’indifferenza di tutti gli altri passeggeri, fatta eccezione per una signora, che si è frapposta tra me e quell’individuo e mi ha aiutata a scendere dal mezzo. Una volta scesa, ho iniziato a piangere perché mi sentivo umiliata e, tra le lacrime, ho telefonato ai miei genitori. Con il loro aiuto ho poi scritto una lettera ad autorità e istituzioni per condividere la mia esperienza e soprattutto per chiedere un cambiamento e per avere maggiori controlli sui mezzi. Dalle risposte ricevute, sia dalle forze dell’ordine che dalla presidente dell’Agenzia TPL Angela Ceresoli, è nata la campagna che porta il mio nome e che ci dà la possibilità di aprire un dialogo e di essere promotori di un cambiamento che non è più rimandabile".
Il progetto "Marta"
E di questo ne è stato immediatamente consapevole il direttore dell’Agenzia TPL Marcello Marino.
"I mezzi pubblici sono un bene comune e, come tali, vanno tutelati e difesi – ha sottolineato – Tale tutela deve essere messa in atto dalla pubblica sicurezza, che lavora per eliminare e prevenire gli episodi negativi, ma anche dai cittadini, che devono sentirsi chiamati in causa attraverso il proprio senso di responsabilità e di partecipazione alla comunità. Noi abbiamo colto nella lettera di Marta un invito a non voltare la testa altrove, a non rimanere indifferenti di fronte alla sua vicenda e a quella di tutte le altre vittime di molestie. E questo non è un invito a fare gli eroi, bensì è un invito a interessarci di ciò che ci accade attorno. Se la vittima sa che attorno a lei ci sono persone pronte ad aiutarla, si sente meno sola. Ed è da questa consapevolezza che è nato il progetto 'Marta', che ci piacerebbe che un giorno diventasse universale, estendendosi dalla nostra provincia ad altri contesti territoriali".
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Ad aprile la premiazione degli studenti
Per far sì che ciò avvenga, Agenzia TPL ha pensato di racchiudere all’interno del progetto diverse iniziative. Oltre agli incontri con tutti gli istituti superiori della provincia, a cui è stato riservato anche il concorso che ad aprile 2025 premierà il miglior testo, il miglior video e il miglior podcast realizzato dagli studenti sul tema, sono state previste anche la creazione di una web app, progettata per raccogliere segnalazioni anonime, e l’elaborazione di un vademecum in cui è contenuta una lista di consigli utili su come comportarsi se si è vittima o testimone di una molestia.
"Quando una persona è vittima di molestie, è necessario che capisca subito cosa le sta capitando – ha aggiunto a tal proposito l’ispettore Antonio Perazzi del commissariato di Treviglio – Se ci riesce, è fondamentale che chieda aiuto, in modo da poter avere poi dei testimoni validi in un eventuale processo. Nella maggior parte dei casi però, la vittima ci mette un po’ a rielaborare quanto le è capitato, attribuendosene anche la colpa, ma è fondamentale che tutti capiscano che la molestia non è mai accettabile e soprattutto non è mai imputabile alla vittima. È bene che quest’ultima sfrutti la rete di affetti che la circondano per confidarsi e rendersi conto della molestia, in modo da dare agli affetti stessi la possibilità di aiutarla e accompagnarla da noi per formalizzare la denuncia e permetterci di avviare le indagini, con le quali noi possiamo concretizzare il comportamento oggettivo del molestatore e fornire al giudice una fotografia completa del reato commesso e della sua gravità. E tale reato rimane grave anche se il molestatore è minorenne".
"No alla normalizzazione"
A quest’ultimo discorso dell’ispettore Perazzi si è allacciato pure il sindaco Juri Imeri, affiancato per l’occasione dal vicesindaco Pinuccia Prandina.
"La normalizzazione di alcuni comportamenti che in realtà costituiscono reato passa purtroppo dalla percezione troppo diffusa del 'Tanto non mi succede niente perché sono minorenne'. Tale percezione è dovuto sia alle istituzioni, che dovrebbero impegnarsi di più per far sì che non si debba arrivare all’ennesima segnalazione per prendere seri provvedimenti contro un minorenne colpevole, sia a ogni singolo cittadino che deve essere protagonista attivo della propria comunità e ricordarsi che, in quanto tale, ha diritti e doveri. Difatti, è un dovere delle istituzioni garantire un sistema di trasporto pubblico adeguato, è un dovere delle forze dell’ordine garantire l’immediato intervento in caso di emergenza, ma è un dovere anche di tutti noi cittadini segnalare le eventuali emergenze e soprattutto rispettare gli altri".
Articolo di Fabiola Graziano
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